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Marina Iorio – Scienza come arte
Nell’arte di Marina Iorio l’estetizzazione della Tecnica arriva a un punto di svolta. L’opera accoglie – come solo possono fare le Muse inquietanti – le onde risalenti dai movimenti invisibili sotterranei, come echi di ritorno di tempi immemoriali.
Comunicato stampa
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L'estetizzazione della Tecnica nell' opera di Marina Iorio
Nell'arte di Marina Iorio l'estetizzazione della Tecnica arriva a un punto di svolta. L'opera accoglie - come solo possono fare le Muse inquietanti - le onde risalenti dai movimenti invisibili sotterranei, come echi di ritorno di tempi immemoriali. L'artista si fa attrattore visivo di un processo di affioramento di tempi sepolti, accorda il posto che merita ai movimenti tettonici ritornanti, che danzano nel presente, alla traiettoria delle onde, alle vibrazioni sonore che fanno vibrare le immagini e le forme che non esistono se non entro flussi di energia in un gioco permanente di deformazione e trasformazione: le immagini devono tutto all'immediatezza come all'ubiquità di flusso delle onde sonore, che percorrono in tempo reale lo spazio virtuale del medium tecnologico.
L'arte si confronta con un evento che la prende in contropiede in un modo sconosciuto alla modernità.
Nella nostra condizione postmoderna il problema dell'arte non è più quello - moderno - del rapporto con la riproducibilità tecnica : è la constatazione che il nuovo, l'esperienza, il reale passano attraverso la griglia dei nuovi medium tecnologici. La Tecnica impone strumenti per l' estensione/manipolazione della visualizzazione provocando - nel post-moderno - il trionfo della simulazione e del virtuale. La Tecnica come Poiesis crea degli universi radicalmente nuovi potenziando la visione per esplorare i segni vertiginosi dell'origine della Terra. Ma la potenza di aprire un mondo è la proprietà della bellezza. Questo evento è inedito e forse l'unico nome che si può dare all'opera di Marina Iorio è davvero quello di arte postmoderna.
Marcello Viva
Nell'arte di Marina Iorio l'estetizzazione della Tecnica arriva a un punto di svolta. L'opera accoglie - come solo possono fare le Muse inquietanti - le onde risalenti dai movimenti invisibili sotterranei, come echi di ritorno di tempi immemoriali. L'artista si fa attrattore visivo di un processo di affioramento di tempi sepolti, accorda il posto che merita ai movimenti tettonici ritornanti, che danzano nel presente, alla traiettoria delle onde, alle vibrazioni sonore che fanno vibrare le immagini e le forme che non esistono se non entro flussi di energia in un gioco permanente di deformazione e trasformazione: le immagini devono tutto all'immediatezza come all'ubiquità di flusso delle onde sonore, che percorrono in tempo reale lo spazio virtuale del medium tecnologico.
L'arte si confronta con un evento che la prende in contropiede in un modo sconosciuto alla modernità.
Nella nostra condizione postmoderna il problema dell'arte non è più quello - moderno - del rapporto con la riproducibilità tecnica : è la constatazione che il nuovo, l'esperienza, il reale passano attraverso la griglia dei nuovi medium tecnologici. La Tecnica impone strumenti per l' estensione/manipolazione della visualizzazione provocando - nel post-moderno - il trionfo della simulazione e del virtuale. La Tecnica come Poiesis crea degli universi radicalmente nuovi potenziando la visione per esplorare i segni vertiginosi dell'origine della Terra. Ma la potenza di aprire un mondo è la proprietà della bellezza. Questo evento è inedito e forse l'unico nome che si può dare all'opera di Marina Iorio è davvero quello di arte postmoderna.
Marcello Viva
08
giugno 2008
Marina Iorio – Scienza come arte
Dall'otto giugno al 20 luglio 2008
Location
CITTA’ DELLA SCIENZA
Napoli, Via Coroglio, 104, (Napoli)
Napoli, Via Coroglio, 104, (Napoli)
Orario di apertura
Lunedì - Sabato 9 - 17 Domenica 10 - 19
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore