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Tommaso Cascella – Ascolto con le mani
I suoi quadri sono dei racconti, con percorsi conosciuti soltanto dal pittore, che lascia delle tracce a chi vuole seguirle. In qualunque modo si osservino, le composizioni di Cascella sono oggetti che vivono una vita propria in bilico tra scultura e pittura
Comunicato stampa
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Nella storica sede del Palazzo del Podestà, in cima alla Rocca Viscontea del borgo medioevale di Castell’Arquato, che fa parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, il 31 maggio apre al pubblico la mostra di Tommaso Cascella intitolata ASCOLTO CON LE MANI, frutto della più recente ricerca del pittore astratto romano.
Ed è proprio il contrasto tra la sede storica, eretta per volontà di Luchino Visconti nella prima metà del XIV secolo, con i suoi soffitti a capriate scure, le piccole finestre aperte sul paesaggio e le grandi tele astratte dai vividi colori rossi, blu, gialli, a caratterizzare l’esposizione e a renderla così particolare da rappresentare un motivo in più per visitare il piccolo borgo, situato a soli 33 km da Piacenza.
Tommaso Cascella è nato a Roma nel 1951, vive e lavora a Bomarzo, vicino a Viterbo, in un’antica caserma ristrutturata, affacciata sul Parco dei Mostri.
Per lui la pittura e la scultura sono linguaggi naturali, frutto di un’eredità plurigenerazionale, la sua ricerca creativa trae origine dalla libertà avanguardistica legata al secondo Novecento, ma si evolve sulla base di un rapporto strettamente individuale con le potenzialità della materia. La componente ludica, intrinseca nelle sue opere, assume verso gli anni Settanta forma e fisicità materializzandosi su tele, ceramiche e sculture.
I suoi quadri sono dei racconti, con percorsi conosciuti soltanto dal pittore, che lascia delle tracce a chi vuole seguirle. In qualunque modo si osservino, le composizioni di Cascella sono oggetti che vivono una vita propria in bilico tra scultura e pittura. Ciascun linguaggio contiene l’altro e non può farne a meno: le immagini tridimensionali della scultura si riconoscono nelle grafie che animano le sue tele dove pittura e scultura sono due modalità dello stesso pensiero. Cascella guarda all’essenza delle cose dove la realtà diviene poesia.
Ha detto del suo lavoro: “credo che l’inesprimibile, l’indicibile a cui mi sforzo di dar voce nei miei quadri, siano meglio comunicati da un linguaggio non figurativo…”.
Questo permette a ogni opera di contenere l’essenza primaria della pittura in un sovrapporsi di elementi dove ferro, colla, terre, carboncino, ceramica, legno o qualunque altro materiale può convivere dialetticamente.
Le opere in mostra a Castell’Arquato, esposte per la prima volta quest’estate in una mostra pubblica al Chiostro di San Francesco di Amelia, in questo senso rappresentano una novità, infatti scrive l’artista: “presento dei quadri fatti di sola pittura, senza rilievi, collages e ferri ai quali sono legato da anni. Solo colore su tela come si fa con la pittura. Un ritorno (ma non c’è stata mai partenza vera) al classico.”
Un ampio catalogo, in cui sono pubblicate le opere esposte, correda la mostra con testi di Luca Beatrice e dello storico d’arte Antonio D’Atanasio.
Ed è proprio il contrasto tra la sede storica, eretta per volontà di Luchino Visconti nella prima metà del XIV secolo, con i suoi soffitti a capriate scure, le piccole finestre aperte sul paesaggio e le grandi tele astratte dai vividi colori rossi, blu, gialli, a caratterizzare l’esposizione e a renderla così particolare da rappresentare un motivo in più per visitare il piccolo borgo, situato a soli 33 km da Piacenza.
Tommaso Cascella è nato a Roma nel 1951, vive e lavora a Bomarzo, vicino a Viterbo, in un’antica caserma ristrutturata, affacciata sul Parco dei Mostri.
Per lui la pittura e la scultura sono linguaggi naturali, frutto di un’eredità plurigenerazionale, la sua ricerca creativa trae origine dalla libertà avanguardistica legata al secondo Novecento, ma si evolve sulla base di un rapporto strettamente individuale con le potenzialità della materia. La componente ludica, intrinseca nelle sue opere, assume verso gli anni Settanta forma e fisicità materializzandosi su tele, ceramiche e sculture.
I suoi quadri sono dei racconti, con percorsi conosciuti soltanto dal pittore, che lascia delle tracce a chi vuole seguirle. In qualunque modo si osservino, le composizioni di Cascella sono oggetti che vivono una vita propria in bilico tra scultura e pittura. Ciascun linguaggio contiene l’altro e non può farne a meno: le immagini tridimensionali della scultura si riconoscono nelle grafie che animano le sue tele dove pittura e scultura sono due modalità dello stesso pensiero. Cascella guarda all’essenza delle cose dove la realtà diviene poesia.
Ha detto del suo lavoro: “credo che l’inesprimibile, l’indicibile a cui mi sforzo di dar voce nei miei quadri, siano meglio comunicati da un linguaggio non figurativo…”.
Questo permette a ogni opera di contenere l’essenza primaria della pittura in un sovrapporsi di elementi dove ferro, colla, terre, carboncino, ceramica, legno o qualunque altro materiale può convivere dialetticamente.
Le opere in mostra a Castell’Arquato, esposte per la prima volta quest’estate in una mostra pubblica al Chiostro di San Francesco di Amelia, in questo senso rappresentano una novità, infatti scrive l’artista: “presento dei quadri fatti di sola pittura, senza rilievi, collages e ferri ai quali sono legato da anni. Solo colore su tela come si fa con la pittura. Un ritorno (ma non c’è stata mai partenza vera) al classico.”
Un ampio catalogo, in cui sono pubblicate le opere esposte, correda la mostra con testi di Luca Beatrice e dello storico d’arte Antonio D’Atanasio.
31
maggio 2008
Tommaso Cascella – Ascolto con le mani
Dal 31 maggio al 20 luglio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL PODESTA’
Castell'arquato, Piazza monumentale, (Piacenza)
Castell'arquato, Piazza monumentale, (Piacenza)
Orario di apertura
Ore h 11.00 - 13.00 e h 14.30 - 19.00 sabato, domenica e festivi
Vernissage
31 Maggio 2008, ore 12.00
Autore
Curatore