12 aprile 2012

fino al 27.IV.2012 Vitshois Mwilambwe Bondo Milano, Primo Marella

 
Volti incompleti, brutalizzati, in tensione fra il generico ed il singolare. Mischiando il collage con la pittura e la sagoma di un viso con le immagini reali della stessa natura -

di

Quella nuova immagine di bellezza tanto cara a Boudelaire, perché bizzarra, diversa, stimolante, pungente ed allo stesso tempo emotivamente impregnante; quella bellezza, insomma, che non si lascia ammirare passivamente solo perché “stranamente” piacente, ma che bensì cattura, è stata ri-trovata, decostruita e ricostruita dall’artista congolese Vitshois Mwilambwe Bondo (Congo, 1981). Collezionando ossessivamente magazine patinati, provenienti da tutto il mondo, ricerca con paziente avidità volti, costumi, stili, idee di bellezza e gusti disomogenei tra loro. Questi, minuziosamente ritagliati, raggruppati e suddivisi per genere, sono la materia pulsante delle sue tele-collage, sono la pelle e l’identità dei suoi corpi spezzati. La serie di volti, il più intitolati Untitled, sono sagome di busti che acquistano una reale fisicità attraverso la sovrapposizione caotica di piccoli ritagli di facce e di frammenti anatomici umani che, nel loro turbine disomogeneo, creano una bellezza

accattivante, indefinita, un’identità composta da migliaia di temperamenti, che allo stesso tempo, non smette di ricercare il proprio.  Questi volti sono perennemente incompleti, quasi fossero stati brutalizzati, e guardandoli da vicino è impossibile evitare di ricercare il singolo ritaglio, cessare di riconoscerli come parti a sé stanti, perchè l’artista volutamente enfatizza la tensione fra il generico ed il singolare mischiando il collage con la pittura e la sagoma di un viso con immagini reali della stessa natura, provocando così straniamento e curiosa attrazione. Anche quando il soggetto delle tele è il corpo umano, l’artista dipinge delle sagome nere anatomicamente perfette oppure volutamente mutilate, prive di arti o della testa, dove la pelle si colora e diventa palpabile attraverso la moltitudine di ritagli di oggetti o di vestiti sgargianti che contrastano con il nero della pittura e, contemporaneamente, anche con il fondo monocromo della tela. Così il “pieno” caotico di questi lavori si misura con il vuoto lasciato sulle copertine dei magazine, esposte lungo le pareti di una piccola stanza, dove la loro alterazione grida alla violenza del gesto subito che non è stato un semplice ritagliare ma, porta in sé un’acuta ed attenta capacità di provocazione che mira a fare domande ed a crearsi risposte.

erica bertoni
mostra visitata il 22 marzo 2012

 

Vitshois Mwilambwe Bondo
Primo Marella Gallery
Via Valtellina (20159) Milano
Orario: martedì – venerdì 10-13 / 14-18.30; sabato su appuntamento
 
 
[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui