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Silvia Giambrone – Speaking your language I learned how to hate you
La nuova installazione realizzata da Silvia Giambrone ruota attorno al tema del limite fisico e dell’identità, entrambi temi già esplorati in altri progetti dell’artista. In questa occasione vengono messi in collisione due elementi principali: il corpo e lo spazio.
Comunicato stampa
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La nuova installazione realizzata da Silvia Giambrone ruota attorno ai temi, già esplorati in altri progetti dell'artista, della soggettività e del potere. In questa occasione l’artista declina questi temi mettendo in relazione il corpo e l’ambiente, intesi come forme di rappresentazione che costituiscono la cultura e il linguaggio nella nostra società.
Ambiente è lo specchio su cui è scritta la frase che dà il titolo alla mostra e che rispecchia la natura ambigua del linguaggio, inteso come matrice che ci permette di dialogare ma allo stesso tempo come strumento univoco ed astratto, separato dalla realtà.
Nelle sue opere la Giambrone intende evidenziare come alcune pratiche di vita (perciò politiche) siano, benché in forme difficili da identificare, ambiguamente e dialetticamente strutturate da un potere sotterraneo che addomestica e coltiva il soggetto.
Il confine di questa pratica politica viene mostrato in un video in cui esso viene criticamente utilizzato per esplorare la dimensione performativa del desiderio e della seduzione. La riflessione sull’ambiguità dei confini del soggetto, da una parte un modo per riconoscere distinguendo le differenze, dall'altro un elemento di riduzione della conoscenza che può portare alla chiusura e al limite, costituisce la trama di “Senza titolo”, una carta da parati realizzata a mano . Con una costanza e un senso di ripetizione di matrice minimalista, ci troviamo di fronte ad un motivo geometrico ripetuto con ritmi simmetrici. Una forma e un colore che ci suggeriscono la loro provenienza e la loro trasformazione di significato. Un gioco tra astrazione e figurazione che attraverso l'ossessione della ripetizione e del disegno della biro crea una sorta di gabbia in cui tutto viene intrappolato.
Silvia Giambrone fa convivere in modo dialettico l'approccio politico femminista, le idee di William Morris dell’Arts and Craft e il pensiero foucaultiano. Il linguaggio diventa lo spazio ambiguo in cui riusciamo a identificarci ed identificare, rimanendo tuttavia un termine che dice se stesso staccandosi dalla realtà, e riportando dialetticamente ad altre conflittualità.
Lorenzo Benedetti
Ambiente è lo specchio su cui è scritta la frase che dà il titolo alla mostra e che rispecchia la natura ambigua del linguaggio, inteso come matrice che ci permette di dialogare ma allo stesso tempo come strumento univoco ed astratto, separato dalla realtà.
Nelle sue opere la Giambrone intende evidenziare come alcune pratiche di vita (perciò politiche) siano, benché in forme difficili da identificare, ambiguamente e dialetticamente strutturate da un potere sotterraneo che addomestica e coltiva il soggetto.
Il confine di questa pratica politica viene mostrato in un video in cui esso viene criticamente utilizzato per esplorare la dimensione performativa del desiderio e della seduzione. La riflessione sull’ambiguità dei confini del soggetto, da una parte un modo per riconoscere distinguendo le differenze, dall'altro un elemento di riduzione della conoscenza che può portare alla chiusura e al limite, costituisce la trama di “Senza titolo”, una carta da parati realizzata a mano . Con una costanza e un senso di ripetizione di matrice minimalista, ci troviamo di fronte ad un motivo geometrico ripetuto con ritmi simmetrici. Una forma e un colore che ci suggeriscono la loro provenienza e la loro trasformazione di significato. Un gioco tra astrazione e figurazione che attraverso l'ossessione della ripetizione e del disegno della biro crea una sorta di gabbia in cui tutto viene intrappolato.
Silvia Giambrone fa convivere in modo dialettico l'approccio politico femminista, le idee di William Morris dell’Arts and Craft e il pensiero foucaultiano. Il linguaggio diventa lo spazio ambiguo in cui riusciamo a identificarci ed identificare, rimanendo tuttavia un termine che dice se stesso staccandosi dalla realtà, e riportando dialetticamente ad altre conflittualità.
Lorenzo Benedetti
30
maggio 2008
Silvia Giambrone – Speaking your language I learned how to hate you
Dal 30 maggio al 15 settembre 2008
arte contemporanea
Location
NEXTDOOR… ARTGALLERIA
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Orario di apertura
Dal Martedì al Sabato dalle ore 13.00 alle ore 19.00
Vernissage
30 Maggio 2008, 19.00
Autore