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Alba Polenghi Lisca – Passaggi
La mostra ricorda in una selezione esclusiva di quadri il principio dell’artista che creano l’ambiente per una nuova serie di gioielli sempre in dialogo con il suo impegno basilare: il movimento sottile, la suggestione di modulazioni nella superficie assorbite dalla materia, un’idea di volume tramite ondulazioni e curve, luce e ombra, lo scuro e il chiaro
Comunicato stampa
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Alba Polenghi Lisca, milanese di nascita, è allieva di Mauro Reggiani e Achille Funi del quale frequenta il “cenacolo” all’Accademia di Brera. L’artista, abbandona ben presto il figurativo, si volge alla pittura astratta, inizia l’attività espositiva negli anni sessanta. Seguono studi nell’incisione e nel settore della ceramica con Roland Hetner. Si apre poi all’esperienza di un nuovo studio del gioiello d’artista, che diventerà nel futuro il centro della sua ricerca estetica: il gioiello come interpretato dai maggiori scultori in quegli anni a Milano. Giò Pomodoro le presenterà Marcello Lissoni con cui inizia i suoi primi lavori.
Guido Ballo, nella sua presentazione della prima personale di Alba Lisca alla Galleria Pater di Milano nel 1964, constatò nelle sue opere un riflesso “ dell’ultimo Funi …. non tanto nella figurazione, ma nell’ordine compositivo e nel colore limpido, chiaro, nei grigi modulati sottilmente.” Nel 1966 Roberto Sanesi scrisse: “Nella preoccupazione di fondo, che è di cogliere i momenti di un movimento che si svolge su piani paralleli, indifferente ai volumi … Alba Polenghi Lisca rinuncia alla concretezza che deriverebbe dall’uso di forme fortemente delineate. Non è a caso infatti, che i rari segni delimitanti affiorino a stento, cancellati, continuamente respinti nel fondo.”
La rilettura delle opere oggi chiede per un’analisi più profonda e complessa. La sovrapposizione degli strati di colore, le strutture trasparenti che lasciano penetrare e dialogare linee e piani, nei quali galleggiano forme sfuggenti, allusioni di vaghi corpi, tutte queste caratteristiche rivelano non solo una particolare poesia e malinconia, ma anche una certa affinità con strategie pittoriche, storicamente legate alla rappresentazione artistica per esempio di memoria, di pensiero, di subconscio nell’arte del novecento, da Rothko, Newman a Kounnellis, e così via. Queste tendenze indicano un simbolismo astratto nella loro applicazione di un motivo particolare: il reticolo, composizioni lineari e geometriche – “the grid” (Rosalind Krauss), e quindi un’iconografia che appare anche nelle opere di Alba Polenghi Lisca (APL). E non a caso la pittrice coltiva un profondo interesse per la psicoanalisi e i suoi autori.
La pittura ci aiuta a comprendere il gioiello, lavoro su quale insiste negli ultimi anni. “Forme che potevano scendere dalla tela come frammento e posarsi su un corpo.” (Angela Vettese) I gioielli dimostrano quindi testimonianze di un processo intimo e narrano della perspicace conoscenza di proporzione, composizione e misure rigorose, dell’amore per la geometria irritata da segno e gesto. Il movimento, la linea, l’ombra, la luce, il colore dei metalli e l’intervento tramite coralli rossi o neri: ecco gli elementi della creazione di “APL” in forma di gioiello. Come sculture finite.
“La lastra mi è apparsa come il foglio o la tela, potevo intervenire direttamente sui piani, tagliandoli, piegandoli e portandoli con un continuo discorso tra superficie e forma, alla tridimensione, all’essere non una forma miniaturizzata, ma una realtà di volumi autonomi.” (APL)
Il gioiello rispecchia il discorso artistico anticipato nella pittura e nello stesso tempo produce un nuovo linguaggio in materiale diverso, un conseguimento, per lei naturale, di una riflessione creativa quasi ossessiva con conseguenze plastiche di effetto spaziale. La progettazione ha la stessa importanza come l’oggetto concluso. E’ tutto un insieme, un processo partendo dallo schizzo e dal disegno dai quali nascono corpi ondulati ed elementi di contorni decisi, mai esclusivamente di carattere decorativo ma invece sempre una manifestazione di un’estetica intelligente e pensata.
La mostra ricorda in una selezione esclusiva di quadri il principio dell’artista che creano l’ambiente per una nuova serie di gioielli sempre in dialogo con il suo impegno basilare: il movimento sottile, la suggestione di modulazioni nella superficie assorbite dalla materia, un’idea di volume tramite ondulazioni e curve, luce e ombra, lo scuro e il chiaro. In questo modo i gioielli riflettono la raffinata qualità dell’autrice e traducono il discorso del disegno e della pittura in materia preziosa.
Guido Ballo, nella sua presentazione della prima personale di Alba Lisca alla Galleria Pater di Milano nel 1964, constatò nelle sue opere un riflesso “ dell’ultimo Funi …. non tanto nella figurazione, ma nell’ordine compositivo e nel colore limpido, chiaro, nei grigi modulati sottilmente.” Nel 1966 Roberto Sanesi scrisse: “Nella preoccupazione di fondo, che è di cogliere i momenti di un movimento che si svolge su piani paralleli, indifferente ai volumi … Alba Polenghi Lisca rinuncia alla concretezza che deriverebbe dall’uso di forme fortemente delineate. Non è a caso infatti, che i rari segni delimitanti affiorino a stento, cancellati, continuamente respinti nel fondo.”
La rilettura delle opere oggi chiede per un’analisi più profonda e complessa. La sovrapposizione degli strati di colore, le strutture trasparenti che lasciano penetrare e dialogare linee e piani, nei quali galleggiano forme sfuggenti, allusioni di vaghi corpi, tutte queste caratteristiche rivelano non solo una particolare poesia e malinconia, ma anche una certa affinità con strategie pittoriche, storicamente legate alla rappresentazione artistica per esempio di memoria, di pensiero, di subconscio nell’arte del novecento, da Rothko, Newman a Kounnellis, e così via. Queste tendenze indicano un simbolismo astratto nella loro applicazione di un motivo particolare: il reticolo, composizioni lineari e geometriche – “the grid” (Rosalind Krauss), e quindi un’iconografia che appare anche nelle opere di Alba Polenghi Lisca (APL). E non a caso la pittrice coltiva un profondo interesse per la psicoanalisi e i suoi autori.
La pittura ci aiuta a comprendere il gioiello, lavoro su quale insiste negli ultimi anni. “Forme che potevano scendere dalla tela come frammento e posarsi su un corpo.” (Angela Vettese) I gioielli dimostrano quindi testimonianze di un processo intimo e narrano della perspicace conoscenza di proporzione, composizione e misure rigorose, dell’amore per la geometria irritata da segno e gesto. Il movimento, la linea, l’ombra, la luce, il colore dei metalli e l’intervento tramite coralli rossi o neri: ecco gli elementi della creazione di “APL” in forma di gioiello. Come sculture finite.
“La lastra mi è apparsa come il foglio o la tela, potevo intervenire direttamente sui piani, tagliandoli, piegandoli e portandoli con un continuo discorso tra superficie e forma, alla tridimensione, all’essere non una forma miniaturizzata, ma una realtà di volumi autonomi.” (APL)
Il gioiello rispecchia il discorso artistico anticipato nella pittura e nello stesso tempo produce un nuovo linguaggio in materiale diverso, un conseguimento, per lei naturale, di una riflessione creativa quasi ossessiva con conseguenze plastiche di effetto spaziale. La progettazione ha la stessa importanza come l’oggetto concluso. E’ tutto un insieme, un processo partendo dallo schizzo e dal disegno dai quali nascono corpi ondulati ed elementi di contorni decisi, mai esclusivamente di carattere decorativo ma invece sempre una manifestazione di un’estetica intelligente e pensata.
La mostra ricorda in una selezione esclusiva di quadri il principio dell’artista che creano l’ambiente per una nuova serie di gioielli sempre in dialogo con il suo impegno basilare: il movimento sottile, la suggestione di modulazioni nella superficie assorbite dalla materia, un’idea di volume tramite ondulazioni e curve, luce e ombra, lo scuro e il chiaro. In questo modo i gioielli riflettono la raffinata qualità dell’autrice e traducono il discorso del disegno e della pittura in materia preziosa.
16
maggio 2008
Alba Polenghi Lisca – Passaggi
Dal 16 maggio al 12 giugno 2008
arte contemporanea
Location
MAURER ZILIOLI – CONTEMPORARY ARTS
Brescia, Via Trieste, 42b, (Brescia)
Brescia, Via Trieste, 42b, (Brescia)
Vernissage
16 Maggio 2008, ore 19
Autore