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Ingrid Mwangi – Along the horizon
Prima mostra personale in Italia dell’artista Ingrid Mwangi, che espone alcune decine di opere fotografiche dell’artista e una sua installazione
Comunicato stampa
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Il 24 maggio inaugurazione di “ALONG THE HORIZON” di Ingrid Mwangi, alla sua prima mostra personale in Italia
L’artista, nata in Kenya e trasferitasi a Berlino, affronta e critica, nel suo percorso artistico l’immaginario europeo sull’Africa e lo squilibrio esistente tra i due continenti
Sabato 24 maggio 2008 alle ore 18,30 a Genova, Palazzo Ducale - Piazza Matteotti 80r la Galleria “Il Trifoglio Nero” inaugura “Along the Horizon” prima mostra personale in Italia dell’artista Ingrid Mwangi. La mostra, contenente alcune decine di opere fotografiche dell’artista e una sua installazione rimarrà aperta dal martedì al sabato dalle 14,30 alle 19,30 fino al 28 giugno 2008.
La mostra: “Along The Horizon”
La mostra “Along The Horizon” è la prima mostra personale in Italia di Ingrid Mwangi che presenta parte del suo lavoro. Ingrid Mwangi lavora da sempre con i nuovi media per sviluppare una selezione di opere che riguardi questioni fondamentali quali la realizzazione di realtà comuni per superare discriminazioni socio-culturali ed evitare violenti conflitti, al fine di muoversi verso società più umane, giuste e pacifiche. Il suo lavoro affronta spesso la diseguaglianza e gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e interferisce nel modo di rappresentare il continente africano nell’immaginario collettivo.
La mostra sarà composta da numerose opere forografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Ingrid Mwangi
L’artista Ingrid Mwangi, nata nel 1970 a Nairobi, usa due nomi per identificarsi, il suo sommato a quello del suo compagno di vita, definendosi come “IngridMwangiRobertHutter”. L’uso dei due corpi dell’artista, attraverso cui creare immagini foto e video legate a temi sociali, è un aspetto centrale del suo lavoro.
Per spiegare la scelta del nome, l’artista dice: «Quell’ “Io” di cui parlo include due corpi, due menti, due storie e due percorsi creativi differenti. Percepisco queste due parti di me come interconnesse, in costante scambio e dialogo. Ogni persona fa esperienza del proprio sé come avente molti aspetti in comunicazione tra loro: la parte emotiva interagisce con quella intellettiva, la mente cerca di guidare il corpo, mentre il corpo stabilisce i limiti all’operare della mente, coscienza versus natura impulsiva ecc. Questo suggerisce da sé la realizzazione di una simile unificazione tra la corporeità maschile e quella femminile, attraverso la fusione di due coscienze influenzate da esperienze differenti».
Ingrid Mwangi ha partecipato a mostre e festival in tutto il mondo, tra cui la 52esima Biennale di Venezia nel 2007, con opere video, foto e installazioni, che si pongono come strumenti per riflettere sui conflitti socio-culturali, e superare le discriminazioni in vista di società più umane, giuste e pacifiche. Il suo spiccato interesse per l’Africa, paese in cui affondano le sue radici, e il ruolo da essa occupato nello scenario mondiale, è testimoniato dalle numerose opere e mostre ad essa dedicate.
A proposito del suo lavoro con i nuovi mezzi di comunicazione, l’artista afferma: «Lavorando con i nuovi media, il fulcro della mia attività consiste nello sviluppare un corpo di opere che ruoti intorno alle condizioni dell’esistenza umana e ai difficili interrogativi sul come trattare artisticamente la violenza, l’ingiustizia e la sofferenza presenti nel mondo. L’uso di entrambi i miei corpi e la riflessione mediatica di questi sono centrali nella generazione di immagini legate a questi temi».
Questa doppia alterità permette all’artista, come ad Alice, di guardare da entrambi i lati dello specchio. Come a Giano, di scrutare contemporaneamente i due opposti orizzonti.
Dice di lei Simon Njami
Traiamo alcune frasi che Simon Njami ha scritto nella presentazione di Ingrid Mwangi nel catalogo realizzato per la mostra. “Nei lavori fotografici, la potenza veggente dell’artista si esercita con una perfetta simmetria. In Ozone e EbbandFlood, l’artista sembra essere assente, e la ricerca di un’armonia essenziale viene vissuta dall’esterno. Il corpo diventa ciò che ingloba tutte le cose, lo sguardo si fa politico, sociale, e i personaggi evanescenti.
Nelle opere video e nelle installazioni (Being Bamako, In my House), l’artista esercita la sua potenza veggente direttamente sul proprio corpo, che diviene quindi intercessore tra lei e un altro mondo. Utilizzando l’illusione di realtà dell’immagine-movimento, l’artista rompe i limiti della percezione: il corpo si fa metafora, tela vergine su cui trasporre la propria visione dell’umanità, strumento di mediazione tra il sè e l’altro, rivelazione di una memoria molto antica.
Nel video Being Bamako, l’artista percorre le strade di un quartiere della capitale di Mali, con gli occhi chiusi e le mani protese in avanti. Si offre così all’incontro di coloro che incrociano il suo cammino.
Nell’installazione In My House, una casa in rovina mostra un corridoio apparenetmente infinito, in fondo al quale una figura sfuggente sembra invitarci a seguirla. Rispondendo all’invito di questo miraggio, ci introduciamo all’interno delle rovine, perdendoci nei meandri di un labirinto.
(Simon Njami (Losanna - 1962) è uno scrittore, critico d’arte e curatore camerunese. È consulente dell'Association Française d'Action Artistique e co-fondatore e capo-redattore della rivista culturale "Revue Noire". Tra le sue pubblicazioni vi sono romanzi e saggi per cataloghi di mostre, tra le quali la Biennale di Sydney. Njami è stato direttore artistico della Biennale di Bamako dal 2001 e nel 2007 co-curatore del padiglione dell'Africa alla 52esima Biennale di Venezia. Ha curato numerose esposizioni di arte e fotografia africana tra le quali Africa Remix (Düsseldorf, Londra, Parigi, Tokyo, Johannesburg, 2005-2007) e la prima fiera dell'arte africana di Johannesburg del 2008.)
Ingrid Mwangi - select exhibitions:
2008
"Black Womanhood. Images, Icons and Ideologies of the African Body“,Hood Museum of
Art, Dartmouth College, Hanover, NH, USA
"KHOJLIVE, 1st International Performance Art/Live Art Festival in New Delhi", Khoj, New
Delhi, India
2007
"52nd Venice Biennale. Check List", Arsenale Artiglierie, Venice, Italy
"IngridMwangiRobertHutter. Select Videos“, The Rotunda Gallery, New York, USA
"Global Feminism", Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art at the Brooklyn
Museum, New York, USA, 23.03. - 01.07.2007
"7e Rencontres Africaines de la Photographie de Bamako 2003. Dans la ville et au-delà“,
Bamako, Mali
2006
"DAK'ART Biennale of African Contemporary Art. Afrique: entendus, sous-entendus,
malentendus", Dakar, Senegal
"2006 Contemporary Commonwealth", Australian Centre for the Moving Image (ACMI)
and National Gallery of Victoria (NGV), Melbourne, Australia
"Cross-Currents in Recent Video Installation. Water as Metaphor for Identity", Tufts
University Art Gallery, Medford, MA, USA
2005
"International Triennale of Contemporary Art - Yokohama 2005. Art Circus - Jumping
from the Ordinary", Yamashita Pier, Yokohama, Japan
"Tirana Biennale 3. Sweetest Taboos“, Tirana, Albania
"15th Videobrasil International Electronic Art Festival. Performance", São Paulo, Brasil
"International Biennale of Contemporary Art 2005. A Second Sight", National Gallery ,
Prague, Czech Republic
"Sharjah International Biennial 7. Belonging", Sharjah Art Museum / Expo Centre,
Sharjah, United Arab Emirates
2004
"VideoZone 2. The 2nd International Video-Art Biennial in Israel", Tel Aviv, Israel
"Africa Remix. Contemporary Art of a Continent", museum kunst palast, Düsseldorf,
Germany / 2005 Hayward Gallery, London, UK / Centre Georges Pompidou, Paris,
France / 2006 Mori Art Museum, Tokyo, Japan / Moderna Museet, Stockholm, Sweden /
2007 Johannesburg Art Gallery, South Africa
2003
"Looking Both Ways. Art of the Contemporary African Diaspora", Museum for African Art,
New York, USA / 2004 Peabody Essex Museum, Salem, Massachusetts / Cranbrook Art
Museum, Bloomfield Hills, Michigan, USA / 2005 Museu Calouste Gulbenkian, Lisbon,
Portugal / Edinburgh City Art Centre, Scottland / 2006 Museum of the African Diaspora,
San Francisco, CA, USA
"A Fiction of Authenticity. Contemporary Africa Abroad", Contemporary Art Museum St.
Louis, Missouri, USA / 2004 Regina Gouger Miller Gallery, Purnell Center for the Arts,
Carnegie Mellon University, Pittsburg, Pennsylvania, USA / 2006 Blaffer Gallery, the Art
Museum of the University of Housten, Texas, USA
Il Trifoglio Nero
Il Trifoglio Nero nasce dall’incontro e unione di diverse competenze imprenditoriali, artistiche, di comunicazione per creare una realtà che contribuisca e partecipi alla vita culturale nazionale.
La Galleria ha esordito con la prima mostra, una personale dal 29 marzo al 10 maggio 2008, “Memory Documents”, negli spazi della Galleria, dell’artista Josè Parla, di New York. Presentazione nel catalogo di Franco Sborgi.
L’artista, nata in Kenya e trasferitasi a Berlino, affronta e critica, nel suo percorso artistico l’immaginario europeo sull’Africa e lo squilibrio esistente tra i due continenti
Sabato 24 maggio 2008 alle ore 18,30 a Genova, Palazzo Ducale - Piazza Matteotti 80r la Galleria “Il Trifoglio Nero” inaugura “Along the Horizon” prima mostra personale in Italia dell’artista Ingrid Mwangi. La mostra, contenente alcune decine di opere fotografiche dell’artista e una sua installazione rimarrà aperta dal martedì al sabato dalle 14,30 alle 19,30 fino al 28 giugno 2008.
La mostra: “Along The Horizon”
La mostra “Along The Horizon” è la prima mostra personale in Italia di Ingrid Mwangi che presenta parte del suo lavoro. Ingrid Mwangi lavora da sempre con i nuovi media per sviluppare una selezione di opere che riguardi questioni fondamentali quali la realizzazione di realtà comuni per superare discriminazioni socio-culturali ed evitare violenti conflitti, al fine di muoversi verso società più umane, giuste e pacifiche. Il suo lavoro affronta spesso la diseguaglianza e gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e interferisce nel modo di rappresentare il continente africano nell’immaginario collettivo.
La mostra sarà composta da numerose opere forografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Ingrid Mwangi
L’artista Ingrid Mwangi, nata nel 1970 a Nairobi, usa due nomi per identificarsi, il suo sommato a quello del suo compagno di vita, definendosi come “IngridMwangiRobertHutter”. L’uso dei due corpi dell’artista, attraverso cui creare immagini foto e video legate a temi sociali, è un aspetto centrale del suo lavoro.
Per spiegare la scelta del nome, l’artista dice: «Quell’ “Io” di cui parlo include due corpi, due menti, due storie e due percorsi creativi differenti. Percepisco queste due parti di me come interconnesse, in costante scambio e dialogo. Ogni persona fa esperienza del proprio sé come avente molti aspetti in comunicazione tra loro: la parte emotiva interagisce con quella intellettiva, la mente cerca di guidare il corpo, mentre il corpo stabilisce i limiti all’operare della mente, coscienza versus natura impulsiva ecc. Questo suggerisce da sé la realizzazione di una simile unificazione tra la corporeità maschile e quella femminile, attraverso la fusione di due coscienze influenzate da esperienze differenti».
Ingrid Mwangi ha partecipato a mostre e festival in tutto il mondo, tra cui la 52esima Biennale di Venezia nel 2007, con opere video, foto e installazioni, che si pongono come strumenti per riflettere sui conflitti socio-culturali, e superare le discriminazioni in vista di società più umane, giuste e pacifiche. Il suo spiccato interesse per l’Africa, paese in cui affondano le sue radici, e il ruolo da essa occupato nello scenario mondiale, è testimoniato dalle numerose opere e mostre ad essa dedicate.
A proposito del suo lavoro con i nuovi mezzi di comunicazione, l’artista afferma: «Lavorando con i nuovi media, il fulcro della mia attività consiste nello sviluppare un corpo di opere che ruoti intorno alle condizioni dell’esistenza umana e ai difficili interrogativi sul come trattare artisticamente la violenza, l’ingiustizia e la sofferenza presenti nel mondo. L’uso di entrambi i miei corpi e la riflessione mediatica di questi sono centrali nella generazione di immagini legate a questi temi».
Questa doppia alterità permette all’artista, come ad Alice, di guardare da entrambi i lati dello specchio. Come a Giano, di scrutare contemporaneamente i due opposti orizzonti.
Dice di lei Simon Njami
Traiamo alcune frasi che Simon Njami ha scritto nella presentazione di Ingrid Mwangi nel catalogo realizzato per la mostra. “Nei lavori fotografici, la potenza veggente dell’artista si esercita con una perfetta simmetria. In Ozone e EbbandFlood, l’artista sembra essere assente, e la ricerca di un’armonia essenziale viene vissuta dall’esterno. Il corpo diventa ciò che ingloba tutte le cose, lo sguardo si fa politico, sociale, e i personaggi evanescenti.
Nelle opere video e nelle installazioni (Being Bamako, In my House), l’artista esercita la sua potenza veggente direttamente sul proprio corpo, che diviene quindi intercessore tra lei e un altro mondo. Utilizzando l’illusione di realtà dell’immagine-movimento, l’artista rompe i limiti della percezione: il corpo si fa metafora, tela vergine su cui trasporre la propria visione dell’umanità, strumento di mediazione tra il sè e l’altro, rivelazione di una memoria molto antica.
Nel video Being Bamako, l’artista percorre le strade di un quartiere della capitale di Mali, con gli occhi chiusi e le mani protese in avanti. Si offre così all’incontro di coloro che incrociano il suo cammino.
Nell’installazione In My House, una casa in rovina mostra un corridoio apparenetmente infinito, in fondo al quale una figura sfuggente sembra invitarci a seguirla. Rispondendo all’invito di questo miraggio, ci introduciamo all’interno delle rovine, perdendoci nei meandri di un labirinto.
(Simon Njami (Losanna - 1962) è uno scrittore, critico d’arte e curatore camerunese. È consulente dell'Association Française d'Action Artistique e co-fondatore e capo-redattore della rivista culturale "Revue Noire". Tra le sue pubblicazioni vi sono romanzi e saggi per cataloghi di mostre, tra le quali la Biennale di Sydney. Njami è stato direttore artistico della Biennale di Bamako dal 2001 e nel 2007 co-curatore del padiglione dell'Africa alla 52esima Biennale di Venezia. Ha curato numerose esposizioni di arte e fotografia africana tra le quali Africa Remix (Düsseldorf, Londra, Parigi, Tokyo, Johannesburg, 2005-2007) e la prima fiera dell'arte africana di Johannesburg del 2008.)
Ingrid Mwangi - select exhibitions:
2008
"Black Womanhood. Images, Icons and Ideologies of the African Body“,Hood Museum of
Art, Dartmouth College, Hanover, NH, USA
"KHOJLIVE, 1st International Performance Art/Live Art Festival in New Delhi", Khoj, New
Delhi, India
2007
"52nd Venice Biennale. Check List", Arsenale Artiglierie, Venice, Italy
"IngridMwangiRobertHutter. Select Videos“, The Rotunda Gallery, New York, USA
"Global Feminism", Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art at the Brooklyn
Museum, New York, USA, 23.03. - 01.07.2007
"7e Rencontres Africaines de la Photographie de Bamako 2003. Dans la ville et au-delà“,
Bamako, Mali
2006
"DAK'ART Biennale of African Contemporary Art. Afrique: entendus, sous-entendus,
malentendus", Dakar, Senegal
"2006 Contemporary Commonwealth", Australian Centre for the Moving Image (ACMI)
and National Gallery of Victoria (NGV), Melbourne, Australia
"Cross-Currents in Recent Video Installation. Water as Metaphor for Identity", Tufts
University Art Gallery, Medford, MA, USA
2005
"International Triennale of Contemporary Art - Yokohama 2005. Art Circus - Jumping
from the Ordinary", Yamashita Pier, Yokohama, Japan
"Tirana Biennale 3. Sweetest Taboos“, Tirana, Albania
"15th Videobrasil International Electronic Art Festival. Performance", São Paulo, Brasil
"International Biennale of Contemporary Art 2005. A Second Sight", National Gallery ,
Prague, Czech Republic
"Sharjah International Biennial 7. Belonging", Sharjah Art Museum / Expo Centre,
Sharjah, United Arab Emirates
2004
"VideoZone 2. The 2nd International Video-Art Biennial in Israel", Tel Aviv, Israel
"Africa Remix. Contemporary Art of a Continent", museum kunst palast, Düsseldorf,
Germany / 2005 Hayward Gallery, London, UK / Centre Georges Pompidou, Paris,
France / 2006 Mori Art Museum, Tokyo, Japan / Moderna Museet, Stockholm, Sweden /
2007 Johannesburg Art Gallery, South Africa
2003
"Looking Both Ways. Art of the Contemporary African Diaspora", Museum for African Art,
New York, USA / 2004 Peabody Essex Museum, Salem, Massachusetts / Cranbrook Art
Museum, Bloomfield Hills, Michigan, USA / 2005 Museu Calouste Gulbenkian, Lisbon,
Portugal / Edinburgh City Art Centre, Scottland / 2006 Museum of the African Diaspora,
San Francisco, CA, USA
"A Fiction of Authenticity. Contemporary Africa Abroad", Contemporary Art Museum St.
Louis, Missouri, USA / 2004 Regina Gouger Miller Gallery, Purnell Center for the Arts,
Carnegie Mellon University, Pittsburg, Pennsylvania, USA / 2006 Blaffer Gallery, the Art
Museum of the University of Housten, Texas, USA
Il Trifoglio Nero
Il Trifoglio Nero nasce dall’incontro e unione di diverse competenze imprenditoriali, artistiche, di comunicazione per creare una realtà che contribuisca e partecipi alla vita culturale nazionale.
La Galleria ha esordito con la prima mostra, una personale dal 29 marzo al 10 maggio 2008, “Memory Documents”, negli spazi della Galleria, dell’artista Josè Parla, di New York. Presentazione nel catalogo di Franco Sborgi.
24
maggio 2008
Ingrid Mwangi – Along the horizon
Dal 24 maggio al 28 giugno 2008
arte contemporanea
Location
IL TRIFOGLIO NERO
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 80r, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 80r, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 14,30 alle 19,30
Vernissage
24 Maggio 2008, alle ore 18
Sito web
www.ingridmwangi.de
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