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Giuseppe Billoni – Ai confini del mondo
Quaranta opere dell’illustre artista mantovano campionano un percorso artistico dove la pittura è gemellata con la filosofia in una cornice di stupore e incantamento, oltre il visibile, oltre l’umano, oltre il definibile.
Comunicato stampa
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Con “Osservatorio delle Arti” si vuole proporre una palpabile analisi di gusti e segnali culturali che artisti italiani e stranieri articolano con linguaggi colti e attraverso preziose testimonianze. Lo scrigno esiodeo di opere e giorni si apre per svelare oggetti che sembrano custodire come un segreto, come un oracolo, il centro del mondo. E’ così che questo progetto ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza,di piano internazionale, campiona una sorta di mappa del mondo dell’arte in cui sono presentati i nodi culturali più originali. I sogni collettivi suggeriscono immagini diverse e tutto è riposizionato in questo sentiero secondo una logica testuale e di orientamento geografico; perché l’arte è anche un’arma politica. La prima mostra mette in cornice con il titolo “Ai confini del mondo ” oltre quaranta opere che argomentano in modo colto, il percorso singolare di questo illustre artista italiano Giuseppe Billoni, che negli anni tra secondo e terzo millennio ha dato avvio a un germinativo svelamento di immagini, capaci di destare stupore e incantamento.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione dell’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’ Artista che firmerà i cataloghi, personalizzandoli, e la partecipazione di intellettuali.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Quella di Billoni è una biografia intellettuale con alcuni percorsi salienti, capaci di significarsi sia nella compossibilità di astratto e figurativo, senza essere né l’uno né solo l’altro, ma la terza via della loro interazione, che è sempre una via di resistenza alla codificazione.Una pratica artistica che nasce come anticipo ,si forgia su letture, si estrinseca matericamente e coloristicamente, vive di un’espressività lirico-simbolica scaturita da rotte di collisione tra significante e significato. Il punto cruciale di questa storia pittorica è costituito dall’esperienza simbolica che a nostro avviso segna il distacco dell’artista dall’approccio generico della realtà, che porta o alla definizione di immagini antropomorfiche oppure all’impiego di frammenti materici adoperati come strumenti di scandaglio e di definizione spaziale. L’esistenza presente in queste opere è già memoria, ricca di significati, di sensi profondi, che calcolano lo spessore della materia, aprendo in essa una finestra che oltre i dati momentanei della percezione, scoprendo un altrove, una realtà temporale e psichica, esterna e interna. Si osservino queste opere in tutta la loro evoluzione e nei capitoli tematici, dai cieli alle stratificazioni terrestri, fino alle immagini di luce. L’artista recupera lontananze prospettiche e frammenti di spazio in cui le immagini si dispongono secondo gradienze di lontano e vicino, di alto e basso oppure sprofondano lentamente.
Basterebbe introdursi con lo sguardo in quelle opere che l’artista ha vissuto via via nel suo percorso riflessivo per capacitarsi come la materia comincia a percepire il suo ambiente, come la materia diventa comunicazione, come è lo spazio-tempo che si trasforma in materia, e ancora come la materia insegna allo
spazio come curvarsi e lo spazio insegna alla materia come muoversi. Questa pittura necessita di un senso di durata che si attesta tra l’informalità assoluta e l’assoluto della forma, tra la luce-colore che si fa presenza-assenza e la cifra di una sorta di svelamento, forsanche un po’ folle, che sollecita la fenomenologia linguistica dell’immagine , della pura sintassi degli oggetti, tutto spaziato nella dimensione di un tempo incrinato. E’ ancora questa pittura, che esposta in sequenze mobili, è ormai corpo vissuto, è trasposizione metaforica, ma anche presenza, forma, gesto, finitezza e dismisura, memoria della vita o,nel punto più oscuro, scatto di luce, colore improbabile. Oltre il colore, superfici, partiture formali, ruote astrali, architetture dello spazio, si confondono nella loro purezza di colori, di colori movimento, di flussi e riflussi, di rapporti, dissonanze e silenzi. E dove la materia pittorica si riduce per sfibrarsi in lucentezza, le velature, le improvvise accensioni, la luce dei bianchi, quei varchi che di tanto in tanto s’intravedono, paiono puntare verso un’impossibile trascendenza, un archetipo del mondo, un incipit inesauribile, una materia incandescente che sviluppa luce perpetuamente ”.
Cenni biografici dell’artista
Giuseppe Billoni è nato a Roma nel 1953 . Consegue il diploma di maturità artistica all’Istituto d’Arte di Mantova e parallelamente approfondisce e perfeziona la tecnica a stampa.Opera dal 1971 con un linguaggio artistico molto provato dall’inquietudine esistenziale e dalla ricerca simbolica.Dopo una parentesi universitaria al Dams di Bologna nel 1976 inizia lo studio sul restauro delle opere d’arte. Ha subito catturato l’interesse della critica nazionale,da Federico Zeri che volle una sua opera sulla copertina del volume “Confesso che ho sbagliato”,a Carlo Franza che lo ha insignito del Premio delle Arti Premio della Cultura XX edizione 2008.Ha tenuto mostre in più città italiane,e significative presenze sono programmate tra 2008 e 2009 a Milano (Studio Comerio),Firenze ( Otel Ristoteatre e Palazzo Borghese ) e Roma (Centrale Ristotheatre).
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano nel 1949,è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza(Lettere,Filosofia e Sociologia).Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente . Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea,Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista,critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli ,oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali .Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, del quale è oggi presidente di Giuria.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione dell’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’ Artista che firmerà i cataloghi, personalizzandoli, e la partecipazione di intellettuali.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Quella di Billoni è una biografia intellettuale con alcuni percorsi salienti, capaci di significarsi sia nella compossibilità di astratto e figurativo, senza essere né l’uno né solo l’altro, ma la terza via della loro interazione, che è sempre una via di resistenza alla codificazione.Una pratica artistica che nasce come anticipo ,si forgia su letture, si estrinseca matericamente e coloristicamente, vive di un’espressività lirico-simbolica scaturita da rotte di collisione tra significante e significato. Il punto cruciale di questa storia pittorica è costituito dall’esperienza simbolica che a nostro avviso segna il distacco dell’artista dall’approccio generico della realtà, che porta o alla definizione di immagini antropomorfiche oppure all’impiego di frammenti materici adoperati come strumenti di scandaglio e di definizione spaziale. L’esistenza presente in queste opere è già memoria, ricca di significati, di sensi profondi, che calcolano lo spessore della materia, aprendo in essa una finestra che oltre i dati momentanei della percezione, scoprendo un altrove, una realtà temporale e psichica, esterna e interna. Si osservino queste opere in tutta la loro evoluzione e nei capitoli tematici, dai cieli alle stratificazioni terrestri, fino alle immagini di luce. L’artista recupera lontananze prospettiche e frammenti di spazio in cui le immagini si dispongono secondo gradienze di lontano e vicino, di alto e basso oppure sprofondano lentamente.
Basterebbe introdursi con lo sguardo in quelle opere che l’artista ha vissuto via via nel suo percorso riflessivo per capacitarsi come la materia comincia a percepire il suo ambiente, come la materia diventa comunicazione, come è lo spazio-tempo che si trasforma in materia, e ancora come la materia insegna allo
spazio come curvarsi e lo spazio insegna alla materia come muoversi. Questa pittura necessita di un senso di durata che si attesta tra l’informalità assoluta e l’assoluto della forma, tra la luce-colore che si fa presenza-assenza e la cifra di una sorta di svelamento, forsanche un po’ folle, che sollecita la fenomenologia linguistica dell’immagine , della pura sintassi degli oggetti, tutto spaziato nella dimensione di un tempo incrinato. E’ ancora questa pittura, che esposta in sequenze mobili, è ormai corpo vissuto, è trasposizione metaforica, ma anche presenza, forma, gesto, finitezza e dismisura, memoria della vita o,nel punto più oscuro, scatto di luce, colore improbabile. Oltre il colore, superfici, partiture formali, ruote astrali, architetture dello spazio, si confondono nella loro purezza di colori, di colori movimento, di flussi e riflussi, di rapporti, dissonanze e silenzi. E dove la materia pittorica si riduce per sfibrarsi in lucentezza, le velature, le improvvise accensioni, la luce dei bianchi, quei varchi che di tanto in tanto s’intravedono, paiono puntare verso un’impossibile trascendenza, un archetipo del mondo, un incipit inesauribile, una materia incandescente che sviluppa luce perpetuamente ”.
Cenni biografici dell’artista
Giuseppe Billoni è nato a Roma nel 1953 . Consegue il diploma di maturità artistica all’Istituto d’Arte di Mantova e parallelamente approfondisce e perfeziona la tecnica a stampa.Opera dal 1971 con un linguaggio artistico molto provato dall’inquietudine esistenziale e dalla ricerca simbolica.Dopo una parentesi universitaria al Dams di Bologna nel 1976 inizia lo studio sul restauro delle opere d’arte. Ha subito catturato l’interesse della critica nazionale,da Federico Zeri che volle una sua opera sulla copertina del volume “Confesso che ho sbagliato”,a Carlo Franza che lo ha insignito del Premio delle Arti Premio della Cultura XX edizione 2008.Ha tenuto mostre in più città italiane,e significative presenze sono programmate tra 2008 e 2009 a Milano (Studio Comerio),Firenze ( Otel Ristoteatre e Palazzo Borghese ) e Roma (Centrale Ristotheatre).
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano nel 1949,è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza(Lettere,Filosofia e Sociologia).Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente . Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea,Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista,critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli ,oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali .Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, del quale è oggi presidente di Giuria.
07
giugno 2008
Giuseppe Billoni – Ai confini del mondo
Dal 07 giugno al 19 settembre 2008
arte contemporanea
Location
OTEL RISTOTHEATRE
Firenze, Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 9, (Firenze)
Firenze, Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 9, (Firenze)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ad eventi
Vernissage
7 Giugno 2008, ore 19.00
Autore
Curatore