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Arte e potere: la bellezza (im)potente
Generalmente, il rapporto arte-potere richiama alla mente una dimensione “politica” della vita dell’uomo. Di fatto, da sempre è esistita un’attrazione tra arte e potere politico, come se l’arte non avesse potuto fare a meno del potere e viceversa. Le opere elaborate dai giovani artisti e dai giovani registi, senza escludere questo aspetto, hanno cercato di indagare su come “rapporti di potere” possono declinarsi nelle modalità più diverse nei rapporti umani, sociali, politici, nel mondo della Natura
Comunicato stampa
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Generalmente, il rapporto arte-potere richiama alla mente una dimensione “politica” della vita dell’uomo. Di fatto, da sempre è esistita un’attrazione tra arte e potere politico, come se l’arte non avesse potuto fare a meno del potere e viceversa. Le opere elaborate dai giovani artisti e dai giovani registi, senza escludere questo aspetto, hanno cercato di indagare su come “rapporti di potere” possono declinarsi nelle modalità più diverse nei rapporti umani, sociali, politici, nel mondo della Natura.
Molteplici sono state le modalità con cui il male è stato declinato dai giovani autori.
L’opera vincitrice Archeologia del contemporaneo - Tanica di Daniela Novello, presenta una tanica in marmo. Uno strumento contemporaneo, contenitore dell’acqua - o del petrolio, è realizzato con grande accuratezza con un materiale “antico”, il marmo. Se da un lato l’opera segnala il potere per ciò che il contenuto della tanica rappresenta, dall’altro suggerisce il potere dell’arte di immortalare l’oggetto, trasformandolo in simbolo.
Più di carattere introspettivo è l’opera seconda classificata: Sehnsucht (Nostalgia) di Julia Krahn. Una vetrina d’annuncio, un tempo utilizzata nelle scuole e nelle parrocchie e di cui vediamo la chiave all’interno, è chiusa. La vetrina - suggerisce l’autrice - è simbolo stesso della vita la cui “chiave di lettura”, meglio, il cui senso sfugge continuamente, in una dialettica continua tra il nostro desiderio di aprirla e l’impossibilità di riuscire.
Il video di Enrica Magnolini, No se puede filmar, terzo classificato insieme all’opera di Cristian Tassinari, è una riflessione sul potere che, grazie alle tecnologie contemporanee, l’uomo esercita nei luoghi sacri dell’arte. Il video - che mostra alcuni momenti ripresi nel Louvre di Parigi - gioca sul contrasto tra questo atteggiamento compulsivo e il divieto inascoltato: “No se puede filmar”. Più di carattere politico è invece l’opera di Cristiano Tassinari che evoca, attraverso la presentazione di una serie di teste in pietra “barbaramente” danneggiate, la terribile distruzione delle statue di Buddha della valle di Bamyan. L’opera, il cui titolo Quando il giusto è venuto, l’errore se n’è andato riprende un verso del Corano scritto dai talebani nel luogo in cui è avvenuta il tragico scempio, si fa contestazione del potere dei regimi dittatoriali, tema a cui si rifà, questa volta in chiave ironica, anche Andrea Francolino, vincitore della Menzione Speciale Giovani Curatori, con l’opera Il Terzo Raid: li ammazza stecchiti.
Se Davide Mauri riflette sull’origine dell’uomo che si schiude alla storia come consegnandosi al potere politico e religioso Il potere di potere, Alex Bombardieri, Kratos, Daniele Nitti, Crown-Throne, e Luca Lo Coco, For the love of god! Everything is possible…, riflettono sul potere come "abuso" di potere, come possibilità di sconfinare nella violenza e di intrappolare. Il potere è stato ancora indagato nella sua forza e nella vitalità della sua energia come nei lavori di Orsola Clerici,The thin red line, e di Leone Contini, Children of Harlem, come anche nel suo prendere corpo in fragili equilibri come nel lavoro di Luca Pozzi, Back to Origin.
Il Potere è ancora espresso nella potenza di un incontro con un altro - Esther Mathis (Abbild Ritratto) - e con l'assoluto - Cinzia Fiorese Il Grande Silenzio - Interno. Il potere è stato infine interpretato dai giovani anche come mancanza, incapacità, impossibilità, come in Lettera Pier Paolo Curti, in Federico Guerri (Babele) e in Balint Bolygo, Bulb.
In questo primo anno dell’iniziativa del Premio Artivisive San Fedele giovani registi, sono stati selezionati due giovani: Enrico Mazzi e Giuseppe Carrieri. Nel filmato Tu mordi l’aria, Enrico Mazzi narra una storia in cui guida lo spettatore in un viaggio ideale, al fianco di una persona disposta a lasciare il suo corpo per una notte, per trasformarsi in qualcosa d’altro. Indagine sul potere che nasce dal desiderio di vedere la realtà in una maniera diversa dalle modalità con le quale siamo abituati nella nostro vivere quotidiano? Più di carattere documentario è invece il video di Giuseppe Carrieri in Arte è potere? il quale racconta la storia di un gruppo di volontari che organizza un corso di arte-terapia, per permettere a persone sordo-cieche di vivere per la prima volta una inusuale esperienza di sensorialità. Si tratta allora del potere della musica di permettere a chi vive nell’oscurità e nel silenzio più assoluto di abbracciare il suono stesso della terra.
Molteplici sono state le modalità con cui il male è stato declinato dai giovani autori.
L’opera vincitrice Archeologia del contemporaneo - Tanica di Daniela Novello, presenta una tanica in marmo. Uno strumento contemporaneo, contenitore dell’acqua - o del petrolio, è realizzato con grande accuratezza con un materiale “antico”, il marmo. Se da un lato l’opera segnala il potere per ciò che il contenuto della tanica rappresenta, dall’altro suggerisce il potere dell’arte di immortalare l’oggetto, trasformandolo in simbolo.
Più di carattere introspettivo è l’opera seconda classificata: Sehnsucht (Nostalgia) di Julia Krahn. Una vetrina d’annuncio, un tempo utilizzata nelle scuole e nelle parrocchie e di cui vediamo la chiave all’interno, è chiusa. La vetrina - suggerisce l’autrice - è simbolo stesso della vita la cui “chiave di lettura”, meglio, il cui senso sfugge continuamente, in una dialettica continua tra il nostro desiderio di aprirla e l’impossibilità di riuscire.
Il video di Enrica Magnolini, No se puede filmar, terzo classificato insieme all’opera di Cristian Tassinari, è una riflessione sul potere che, grazie alle tecnologie contemporanee, l’uomo esercita nei luoghi sacri dell’arte. Il video - che mostra alcuni momenti ripresi nel Louvre di Parigi - gioca sul contrasto tra questo atteggiamento compulsivo e il divieto inascoltato: “No se puede filmar”. Più di carattere politico è invece l’opera di Cristiano Tassinari che evoca, attraverso la presentazione di una serie di teste in pietra “barbaramente” danneggiate, la terribile distruzione delle statue di Buddha della valle di Bamyan. L’opera, il cui titolo Quando il giusto è venuto, l’errore se n’è andato riprende un verso del Corano scritto dai talebani nel luogo in cui è avvenuta il tragico scempio, si fa contestazione del potere dei regimi dittatoriali, tema a cui si rifà, questa volta in chiave ironica, anche Andrea Francolino, vincitore della Menzione Speciale Giovani Curatori, con l’opera Il Terzo Raid: li ammazza stecchiti.
Se Davide Mauri riflette sull’origine dell’uomo che si schiude alla storia come consegnandosi al potere politico e religioso Il potere di potere, Alex Bombardieri, Kratos, Daniele Nitti, Crown-Throne, e Luca Lo Coco, For the love of god! Everything is possible…, riflettono sul potere come "abuso" di potere, come possibilità di sconfinare nella violenza e di intrappolare. Il potere è stato ancora indagato nella sua forza e nella vitalità della sua energia come nei lavori di Orsola Clerici,The thin red line, e di Leone Contini, Children of Harlem, come anche nel suo prendere corpo in fragili equilibri come nel lavoro di Luca Pozzi, Back to Origin.
Il Potere è ancora espresso nella potenza di un incontro con un altro - Esther Mathis (Abbild Ritratto) - e con l'assoluto - Cinzia Fiorese Il Grande Silenzio - Interno. Il potere è stato infine interpretato dai giovani anche come mancanza, incapacità, impossibilità, come in Lettera Pier Paolo Curti, in Federico Guerri (Babele) e in Balint Bolygo, Bulb.
In questo primo anno dell’iniziativa del Premio Artivisive San Fedele giovani registi, sono stati selezionati due giovani: Enrico Mazzi e Giuseppe Carrieri. Nel filmato Tu mordi l’aria, Enrico Mazzi narra una storia in cui guida lo spettatore in un viaggio ideale, al fianco di una persona disposta a lasciare il suo corpo per una notte, per trasformarsi in qualcosa d’altro. Indagine sul potere che nasce dal desiderio di vedere la realtà in una maniera diversa dalle modalità con le quale siamo abituati nella nostro vivere quotidiano? Più di carattere documentario è invece il video di Giuseppe Carrieri in Arte è potere? il quale racconta la storia di un gruppo di volontari che organizza un corso di arte-terapia, per permettere a persone sordo-cieche di vivere per la prima volta una inusuale esperienza di sensorialità. Si tratta allora del potere della musica di permettere a chi vive nell’oscurità e nel silenzio più assoluto di abbracciare il suono stesso della terra.
21
maggio 2008
Arte e potere: la bellezza (im)potente
Dal 21 maggio al 04 luglio 2008
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Orario di apertura
16.00 – 19.00
apertura al mattino su richiesta
chiuso festivi e sabato
Vernissage
21 Maggio 2008, ore 18.00
Sito web
www.premioartivisivesanfedele.it
Autore
Curatore