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Affinata
Dieci artisti protagonisti dell’ arte dei nostri giorni, confronteranno la loro opera, in una mostra che si articola attraverso un ideale percorso sotterraneo, con opere di Maria Thereza Alves, Elisabetta Benassi, Jimmie Durham, Jumana Emil Abboud, Giuseppe Gallo, Jannis Kounellis, Mario Lamorgese, Alfredo Pirri, Remo Salvadori e Donatella Spaziani
Comunicato stampa
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Nel contesto della rassegna “cantine aperte” annuale manifestazione di promozione culturale del vino, che come consuetudine vede il coinvolgimento di molte aziende vinicole in ambito nazionale, nei locali di affinamento dell’ azienda vinicola Castello Di Torre In Pietra sita presso l’ omonimo castello non distante da roma, dieci artisti protagonisti dell’ arte dei nostri giorni, confronteranno la loro opera, in una mostra che si articola attraverso un ideale percorso sotterraneo, con opere di Maria Thereza Alves, Elisabetta Benassi, Jimmie Durham, Jumana Emil Abboud, Giuseppe Gallo, Jannis Kounellis, Mario Lamorgese, Alfredo Pirri, Remo Salvadori e Donatella Spaziani.
La mostra nata casualmente da una summa di suggestioni raccolte da gran parte di questi artisti una volta in visita alla cantina del castello, ha generato l’ adesione dell’ azienda che l’ha prodotta pur eludendo la presenza di una curatela critica ed organizzativa specifica, grazie anche alla sensibilità e alla convinzione dei due “patron” Filippo Antonelli e Lorenzo Majnoni. Così tra le molteplici attenzioni che necessitano alla conduzione di una grande azienda agricola, si ha avuto modo di raccogliere opere e progetti per istallazioni sonore, fusioni in bronzo, materiali ed oggetti della quotidianità, realizzati o assemblati in alcuni casi specificamente per l’evento espositivo, tutte opere con una netta correlazione a questo suggestivo spazio architettonico quale è la secolare cantina insita al castello di torre in pietra :
La brasiliana Maria Thereza Alves espone un’opera in ferro appositamente realizzato (2008), la cui opera come noto nasce dall’ osservazione di eventi e forme riscontrabili in botanica.
Elisabetta Benassi è presente con una installazione sonora dedotta da un suo famosissimo lavoro del 2003 (“a rainbow in curved air”)
Un oggetto meccanico che frizionando su due calici in vetro fa emettere il classico suono prodotto dall’ orlatura dei bicchieri.
Jimmie Durham dal suo ritorno in Europa nel 1994 ha concentrato il suo lavoro sulla critica architettonica ed il monumentalismo prevalente in Europa, il lavoro qui presentato e’ pressappoco umoristico.
La palestinese Jumana Emil Abboud mette a dimora un dittico in pietra arenaria del 1999, realizzato durante un soggiorno italiano, delicatamente “trattato” come sensibili velature di acquerello e di evidente lirismo mediterraneo.
Giuseppe Gallo invece, interviene con una fusione in bronzo realizzata nel 2004, dal titolo “autoritratto”, che intende porre all’ attenzione del visitatore una chiave di lettura introspettiva e paradossalmente metafisica.
Jannis Kounellis, è presente con una singolare opera del 1971, pressoché inedita, dal titolo “monumento al borghese coraggioso” concepita per essere tirata a multiplo ma mai completamente destinata in questo senso.
Mario Lamorgese, partecipa con un opera del 2008 (“curva a gomito”) praticamente 12 elementi in bronzo ripresi in calco dal vero dal gomito del noto artista francese Daniel Buren e disposti in semi cerchio sulla vasta arcata in mattoni della cantina.
Alfredo Pirri interpreta invece lo spazio con materiali che rimanderebbero apparentemente all’ importanza dei pesi e dei gravi, ma che vice versa insistono verso una attenta analisi sulla luce come fonte primaria del pensiero, dunque dell’ opera stessa oltre la propria interazione fisica.
Di Remo Salvadori è l’ imponente “anfora” in bronzo (h 170 cm) realizzata nel 1985.
Nel lungo tunnel di collegamento ricavato nella roccia tufacea (dove peraltro furono rinvenute rare zanne di mammut), Donatella Spaziani interviene infine con una istallazione sonora alfine di unire le due estremità di questo percorso in un dialogo recitato a distanza dai poeti Daniela Attanasio e Valentino Zeichen.
Una mostra nata complessivamente sotto l’ egida della spontaneità, come si conviene da sempre alle peculiarità del vino, considerato nel tempo prodotto e veicolo di civiltà e di condivisione, che esalti i sensi o coadiuvi il gusto del desinare o venga officiato nei rituali, che sia di buon auspicio o di conforto, rimane una costante classica nel nostro vivere quotidiano, dunque dalla tradizione al dramma della contemporaneità.
La mostra nata casualmente da una summa di suggestioni raccolte da gran parte di questi artisti una volta in visita alla cantina del castello, ha generato l’ adesione dell’ azienda che l’ha prodotta pur eludendo la presenza di una curatela critica ed organizzativa specifica, grazie anche alla sensibilità e alla convinzione dei due “patron” Filippo Antonelli e Lorenzo Majnoni. Così tra le molteplici attenzioni che necessitano alla conduzione di una grande azienda agricola, si ha avuto modo di raccogliere opere e progetti per istallazioni sonore, fusioni in bronzo, materiali ed oggetti della quotidianità, realizzati o assemblati in alcuni casi specificamente per l’evento espositivo, tutte opere con una netta correlazione a questo suggestivo spazio architettonico quale è la secolare cantina insita al castello di torre in pietra :
La brasiliana Maria Thereza Alves espone un’opera in ferro appositamente realizzato (2008), la cui opera come noto nasce dall’ osservazione di eventi e forme riscontrabili in botanica.
Elisabetta Benassi è presente con una installazione sonora dedotta da un suo famosissimo lavoro del 2003 (“a rainbow in curved air”)
Un oggetto meccanico che frizionando su due calici in vetro fa emettere il classico suono prodotto dall’ orlatura dei bicchieri.
Jimmie Durham dal suo ritorno in Europa nel 1994 ha concentrato il suo lavoro sulla critica architettonica ed il monumentalismo prevalente in Europa, il lavoro qui presentato e’ pressappoco umoristico.
La palestinese Jumana Emil Abboud mette a dimora un dittico in pietra arenaria del 1999, realizzato durante un soggiorno italiano, delicatamente “trattato” come sensibili velature di acquerello e di evidente lirismo mediterraneo.
Giuseppe Gallo invece, interviene con una fusione in bronzo realizzata nel 2004, dal titolo “autoritratto”, che intende porre all’ attenzione del visitatore una chiave di lettura introspettiva e paradossalmente metafisica.
Jannis Kounellis, è presente con una singolare opera del 1971, pressoché inedita, dal titolo “monumento al borghese coraggioso” concepita per essere tirata a multiplo ma mai completamente destinata in questo senso.
Mario Lamorgese, partecipa con un opera del 2008 (“curva a gomito”) praticamente 12 elementi in bronzo ripresi in calco dal vero dal gomito del noto artista francese Daniel Buren e disposti in semi cerchio sulla vasta arcata in mattoni della cantina.
Alfredo Pirri interpreta invece lo spazio con materiali che rimanderebbero apparentemente all’ importanza dei pesi e dei gravi, ma che vice versa insistono verso una attenta analisi sulla luce come fonte primaria del pensiero, dunque dell’ opera stessa oltre la propria interazione fisica.
Di Remo Salvadori è l’ imponente “anfora” in bronzo (h 170 cm) realizzata nel 1985.
Nel lungo tunnel di collegamento ricavato nella roccia tufacea (dove peraltro furono rinvenute rare zanne di mammut), Donatella Spaziani interviene infine con una istallazione sonora alfine di unire le due estremità di questo percorso in un dialogo recitato a distanza dai poeti Daniela Attanasio e Valentino Zeichen.
Una mostra nata complessivamente sotto l’ egida della spontaneità, come si conviene da sempre alle peculiarità del vino, considerato nel tempo prodotto e veicolo di civiltà e di condivisione, che esalti i sensi o coadiuvi il gusto del desinare o venga officiato nei rituali, che sia di buon auspicio o di conforto, rimane una costante classica nel nostro vivere quotidiano, dunque dalla tradizione al dramma della contemporaneità.
25
maggio 2008
Affinata
Dal 25 maggio al 15 giugno 2008
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI TORRE IN PIETRA
Fiumicino, Via Di Torrimpietra, 247, (Roma)
Fiumicino, Via Di Torrimpietra, 247, (Roma)
Orario di apertura
Sabato 8,30 – 13,00 14,30 – 18,30 domenica 9,00 – 13,00 altri giorni solo per appuntamento
Autore