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Sabatino Cersosimo – Carne alla brace
La ricerca di Cersosimo, dopo gli anni “romantici” e “surreal-metafisici” dell’Accademia di Belle Arti, si è rivolta al volto umano, talvolta maschera e talaltra reale espressione di stati d’animo
Comunicato stampa
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Il Circolo degli Imbianchini inaugura Mercoledì 23 Aprile la mostra dedicata al giovane artista torinese Sabatino Cersosimo.
La pittura e la critica d'arte (varie le collaborazioni nei due campi con gallerie torinesi -prima fra tutte la Davico- e manifestazioni in altre città) vengono alternate nel suo percorso.
Il titolo, "Carne alla brace", è al contempo ermetico e allusivo.
La ricerca di Cersosimo, dopo gli anni "romantici" e "surreal-metafisici" dell'Accademia di Belle Arti, si è rivolta al volto umano, talvolta maschera e talaltra reale espressione di stati d'animo.
E' per questo motivo che le sue opere (sempre olio su tavola) sono caricate di una certa dose di ironia, ricorrendo all'uso di espressioni facciali esagerate, grottesche, o più sobrie. Insomma un'esasperazione di una condizione personale e generale.
"Insistendo sull’insegna della mostra, “Carne alla brace”, si potrebbe dire che, tra il traumatico rosolare in avvio e la guarnizione conclusiva, la pittura corrisponde alla cottura relativamente lenta, che trattiene gli umori e li esalta al calor vivo. Il carattere di tutta l’operazione sta in primo luogo nell’ironia che l’attraversa (ironia come inversione o interrogazione del senso): dalla scelta dell’inquadratura fino alla sorprendente presentazione" (Pino Mantovani, dal testo introduttivo).
La pittura è quella di pennellate sciolte e irriverenti ma attente al "disegno" dei volti che, tuttavia -è bene sottolinearlo-, non hanno niente a che vedere con il concetto di "ritratto".
"Carne alla brace" per motivi estetici (i colori scelti da Cersosimo sono spesso caldi, "rosolati", le pennellate velate o materiche) e simbolici (le espressioni, le smorfie, nascono da umori interni che vengono portati alla luce).
La pittura sta nel mezzo, tra lo scatto fotografico (la messa a fuoco del taglio) e il titolo (la messa a fuoco del significato).
Insistendo sull’insegna delta mostra, “Carne alla brace”, si potrebbe dire che, tra il traumatico rosolare in avvio e la guarnizione conclusiva, la pittura corrisponde alla cottura relativamente lenta, che trattiene gli umori e li esalta al calor vivo. Il carattere di tutta l’operazione sta in primo luogo nell’ironia che l’attraversa (ironia come inversione o interrogazione del senso): dalla scelta dell’inquadratura fino alla sorprendente presentazione.
Ma c’è un retrogusto più complesso e difficile da interpretare. Esso appartiene alla storia, che culmina nelle singole immagini e organizza tutte le immagini; come appartiene alla pittura nella quale Cersosimo ha il coraggio e la lucidità di far precipitare le tentazioni letterarie -simboliste e metafisiche- che lo hanno insidiato al l’esordio.
A me pare che nel lavoro degli ultimi due o tre anni (già abbastanza per una valutazione) Tino dimostri di saper acuire nel linguaggio scelto -pittura o scrittura- le sue intuizioni; senza rinunciare -anche questo è segno d’ironica maturità- a rilanci suggestivi.
Si sa che nelle ricette più raffinate ha parte notevole la macerazione alla quale è sottoposta la carne, che mantiene peraltro sapore e colore dominanti, Qui, la carne è la pittura dei volti, insaporita nei volti della pittura.
Pino Mantovani
La pittura e la critica d'arte (varie le collaborazioni nei due campi con gallerie torinesi -prima fra tutte la Davico- e manifestazioni in altre città) vengono alternate nel suo percorso.
Il titolo, "Carne alla brace", è al contempo ermetico e allusivo.
La ricerca di Cersosimo, dopo gli anni "romantici" e "surreal-metafisici" dell'Accademia di Belle Arti, si è rivolta al volto umano, talvolta maschera e talaltra reale espressione di stati d'animo.
E' per questo motivo che le sue opere (sempre olio su tavola) sono caricate di una certa dose di ironia, ricorrendo all'uso di espressioni facciali esagerate, grottesche, o più sobrie. Insomma un'esasperazione di una condizione personale e generale.
"Insistendo sull’insegna della mostra, “Carne alla brace”, si potrebbe dire che, tra il traumatico rosolare in avvio e la guarnizione conclusiva, la pittura corrisponde alla cottura relativamente lenta, che trattiene gli umori e li esalta al calor vivo. Il carattere di tutta l’operazione sta in primo luogo nell’ironia che l’attraversa (ironia come inversione o interrogazione del senso): dalla scelta dell’inquadratura fino alla sorprendente presentazione" (Pino Mantovani, dal testo introduttivo).
La pittura è quella di pennellate sciolte e irriverenti ma attente al "disegno" dei volti che, tuttavia -è bene sottolinearlo-, non hanno niente a che vedere con il concetto di "ritratto".
"Carne alla brace" per motivi estetici (i colori scelti da Cersosimo sono spesso caldi, "rosolati", le pennellate velate o materiche) e simbolici (le espressioni, le smorfie, nascono da umori interni che vengono portati alla luce).
La pittura sta nel mezzo, tra lo scatto fotografico (la messa a fuoco del taglio) e il titolo (la messa a fuoco del significato).
Insistendo sull’insegna delta mostra, “Carne alla brace”, si potrebbe dire che, tra il traumatico rosolare in avvio e la guarnizione conclusiva, la pittura corrisponde alla cottura relativamente lenta, che trattiene gli umori e li esalta al calor vivo. Il carattere di tutta l’operazione sta in primo luogo nell’ironia che l’attraversa (ironia come inversione o interrogazione del senso): dalla scelta dell’inquadratura fino alla sorprendente presentazione.
Ma c’è un retrogusto più complesso e difficile da interpretare. Esso appartiene alla storia, che culmina nelle singole immagini e organizza tutte le immagini; come appartiene alla pittura nella quale Cersosimo ha il coraggio e la lucidità di far precipitare le tentazioni letterarie -simboliste e metafisiche- che lo hanno insidiato al l’esordio.
A me pare che nel lavoro degli ultimi due o tre anni (già abbastanza per una valutazione) Tino dimostri di saper acuire nel linguaggio scelto -pittura o scrittura- le sue intuizioni; senza rinunciare -anche questo è segno d’ironica maturità- a rilanci suggestivi.
Si sa che nelle ricette più raffinate ha parte notevole la macerazione alla quale è sottoposta la carne, che mantiene peraltro sapore e colore dominanti, Qui, la carne è la pittura dei volti, insaporita nei volti della pittura.
Pino Mantovani
23
aprile 2008
Sabatino Cersosimo – Carne alla brace
Dal 23 aprile al 26 maggio 2008
arte contemporanea
Location
COOPERATIVA BORGO PO E DECORATORI – CIRCOLO DEGLI IMBIANCHINI
Torino, Via Francesco Lanfranchi, 28, (Torino)
Torino, Via Francesco Lanfranchi, 28, (Torino)
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il mercoledì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30
Vernissage
23 Aprile 2008, ore 18
Autore