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Arte agli antipodi
Inaugurazione del nuovo spazio con una ventina di dipinti, accuratamente selezionati, molti dei quali mai esposti in Italia, tra cui spiccano opere di alcuni tra gli artisti più noti della pittura aborigena contemporanea
Comunicato stampa
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Milano, febbraio 2008. La nuova galleria di Isarte in Corso Garibaldi – 2 (interno), situata nello storico atelier del pittore chiarista Francesco De Rocchi, è la prima in Italia a offrire un’ampia sezione permanente dedicata alla pittura aborigena di qualità museale, fondendo in modo originale l’avviata attività nel campo dell'antiquariato con la promozione della pittura aborigena contemporanea.
Dopo anni di crescita nella valutazione della critica e del mercato, culminata con la consacrazione nel Museo Quai Branly di Parigi che le ha dedicato un'importante sezione, la pittura aborigena è considerata ormai uno dei maggiori movimenti artistici sulla scena mondiale.
Nata nel 1997 come galleria antiquaria, Isarte conta già alcuni anni di esperienza anche nel settore della pittura aborigena: dalla ideazione di Dirrmu: dipinti aborigeni per una collezione (Milano, maggio 2006, catalogo Skira) - fra le più importanti mostre di pittura aborigena organizzate da una galleria privata italiana - alla partecipazione con successo all'interno di fiere e mostre di antiquariato e d'arte moderna. Questa esperienza è maturata attraverso numerosi viaggi in Australia e una profonda e rispettosa conoscenza della vita e della cultura delle comunità aborigene.
Fin dall'inizio, la linea scelta da Isarte è stata di massima selezione e qualità delle opere, operata con lo stesso spirito collezionistico con cui tratta l'arte e la pittura antica.
Dall'8 al 31 maggio, dunque, Arte Agli Antipodi offrirà al pubblico milanese, e non solo, la migliore pittura aborigena, quella che nella consuetudine del mercato internazionale viene definita Fine Aboriginal Painting, per distinguerla dalla produzione artigianale seriale e da quella, non sempre selezionata e talvolta soggetta anch’essa a un forte scadimento ripetitivo, che proviene anche dalle comunità aborigene più note.
La mostra di Isarte è costituita da una ventina di dipinti, accuratamente selezionati dalla curatrice Isabella Tribolati - titolare della Galleria Isarte - molti dei quali mai esposti in Italia, tra cui spiccano opere di alcuni tra gli artisti più noti della pittura aborigena contemporanea, come Ronnie Tjampitjinpa e Maggie Napangardi Watson (esposti entrambi nel museo Quai Branly di Parigi), Jean Baptist Apuatimi, Wimmitji Tjapangarti, Minnie Pwerle, Bill Whiskey, Kathleen Paddoon, Timothy Cook, Freddy Timms, Wakartu Cory Surprise, ed appartenenti ai maggiori centri di produzione, fra cui Warmun, Yuendumu, Fitzroy Crossing, Lajamanu, Utopia, Nguiu (Tiwi Islands) e Balgo Hills.
Dunque una scelta orientata verso autori e dipinti già storicizzati, vale a dire che appartengono alle fasi migliori dei diversi centri di produzione.
Gli artisti di ognuna di queste comunità - dove la presenza artistica femminile è sempre più forte - hanno eseguito in tempi diversi opere che mostrano una straordinaria varietà di forme, colori e invenzioni, pur rimanendo all’interno di una visione comune. Per esempio, mentre i dipinti a base di ocre di Warmun, nella regione di Kimberley, sono contraddistinti dal rigore stilistico e dall’uso di colori più tradizionali, le tele o le carte ad acrilico eseguite a Balgo Hills e a Fitzroy Crossing si distinguono per i colori brillanti, l’uso dei tipici puntini e per uno spirito quasi espressionistico. Diversa ancora è la produzione delle isole Tiwi, che alterna una figurazione potente a uno stile astratto e raffinato. Molti di questi dipinti - nati sviluppando quelli eseguiti sul corpo o sul terreno in occasione delle cerimonie rituali - sono delle specie di "mappe" o cartografie mitiche (i cosiddetti Dreamings) del territorio australiano, restituite attraverso un alfabeto visivo straordinariamente coerente e talvolta sorprendentemente affine all'arte astratta occidentale. Questo benché la maggior parte di questi autori siano nati e cresciuti al di fuori della nostra civiltà, spesso nella condizione di cacciatori - raccoglitori.
Sebbene ovviamente il costo della pittura aborigena “storica” e fortemente selezionata - quella che viene proposta in questa mostra - sia superiore a quello della produzione seriale destinata perlopiù ai turisti, i prezzi di questi capolavori sono ancora notevolmente bassi non solo rispetto all’arte moderna occidentale, ma anche considerando la qualità intrinseca, il potenziale decorativo e il valore storico e culturale che essi rivestono. Questi dipinti, dunque, offrono anche una straordinaria prospettiva di investimento, come dimostra la crescita fortissima e continua del loro valore di mercato negli ultimi anni.
Tutti i dipinti sono provvisti di certificato di provenienza.
Dopo anni di crescita nella valutazione della critica e del mercato, culminata con la consacrazione nel Museo Quai Branly di Parigi che le ha dedicato un'importante sezione, la pittura aborigena è considerata ormai uno dei maggiori movimenti artistici sulla scena mondiale.
Nata nel 1997 come galleria antiquaria, Isarte conta già alcuni anni di esperienza anche nel settore della pittura aborigena: dalla ideazione di Dirrmu: dipinti aborigeni per una collezione (Milano, maggio 2006, catalogo Skira) - fra le più importanti mostre di pittura aborigena organizzate da una galleria privata italiana - alla partecipazione con successo all'interno di fiere e mostre di antiquariato e d'arte moderna. Questa esperienza è maturata attraverso numerosi viaggi in Australia e una profonda e rispettosa conoscenza della vita e della cultura delle comunità aborigene.
Fin dall'inizio, la linea scelta da Isarte è stata di massima selezione e qualità delle opere, operata con lo stesso spirito collezionistico con cui tratta l'arte e la pittura antica.
Dall'8 al 31 maggio, dunque, Arte Agli Antipodi offrirà al pubblico milanese, e non solo, la migliore pittura aborigena, quella che nella consuetudine del mercato internazionale viene definita Fine Aboriginal Painting, per distinguerla dalla produzione artigianale seriale e da quella, non sempre selezionata e talvolta soggetta anch’essa a un forte scadimento ripetitivo, che proviene anche dalle comunità aborigene più note.
La mostra di Isarte è costituita da una ventina di dipinti, accuratamente selezionati dalla curatrice Isabella Tribolati - titolare della Galleria Isarte - molti dei quali mai esposti in Italia, tra cui spiccano opere di alcuni tra gli artisti più noti della pittura aborigena contemporanea, come Ronnie Tjampitjinpa e Maggie Napangardi Watson (esposti entrambi nel museo Quai Branly di Parigi), Jean Baptist Apuatimi, Wimmitji Tjapangarti, Minnie Pwerle, Bill Whiskey, Kathleen Paddoon, Timothy Cook, Freddy Timms, Wakartu Cory Surprise, ed appartenenti ai maggiori centri di produzione, fra cui Warmun, Yuendumu, Fitzroy Crossing, Lajamanu, Utopia, Nguiu (Tiwi Islands) e Balgo Hills.
Dunque una scelta orientata verso autori e dipinti già storicizzati, vale a dire che appartengono alle fasi migliori dei diversi centri di produzione.
Gli artisti di ognuna di queste comunità - dove la presenza artistica femminile è sempre più forte - hanno eseguito in tempi diversi opere che mostrano una straordinaria varietà di forme, colori e invenzioni, pur rimanendo all’interno di una visione comune. Per esempio, mentre i dipinti a base di ocre di Warmun, nella regione di Kimberley, sono contraddistinti dal rigore stilistico e dall’uso di colori più tradizionali, le tele o le carte ad acrilico eseguite a Balgo Hills e a Fitzroy Crossing si distinguono per i colori brillanti, l’uso dei tipici puntini e per uno spirito quasi espressionistico. Diversa ancora è la produzione delle isole Tiwi, che alterna una figurazione potente a uno stile astratto e raffinato. Molti di questi dipinti - nati sviluppando quelli eseguiti sul corpo o sul terreno in occasione delle cerimonie rituali - sono delle specie di "mappe" o cartografie mitiche (i cosiddetti Dreamings) del territorio australiano, restituite attraverso un alfabeto visivo straordinariamente coerente e talvolta sorprendentemente affine all'arte astratta occidentale. Questo benché la maggior parte di questi autori siano nati e cresciuti al di fuori della nostra civiltà, spesso nella condizione di cacciatori - raccoglitori.
Sebbene ovviamente il costo della pittura aborigena “storica” e fortemente selezionata - quella che viene proposta in questa mostra - sia superiore a quello della produzione seriale destinata perlopiù ai turisti, i prezzi di questi capolavori sono ancora notevolmente bassi non solo rispetto all’arte moderna occidentale, ma anche considerando la qualità intrinseca, il potenziale decorativo e il valore storico e culturale che essi rivestono. Questi dipinti, dunque, offrono anche una straordinaria prospettiva di investimento, come dimostra la crescita fortissima e continua del loro valore di mercato negli ultimi anni.
Tutti i dipinti sono provvisti di certificato di provenienza.
08
maggio 2008
Arte agli antipodi
Dall'otto al 31 maggio 2008
arte contemporanea
arte etnica
arte etnica
Location
ISARTE
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 2, (Milano)
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato: ore 10 - 13 e 15 - 19
Vernissage
8 Maggio 2008, ore 18
Ufficio stampa
ANNA ORSI
Autore
Curatore