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Aniconica. Nuove presenze nella pittura
Sei giovani pittori propongono alcune tra le più interessanti linee di ricerca nel campo della pittura aniconica, con una selezione dei loro lavori recenti
Comunicato stampa
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Sei giovani pittori si misurano in Aniconica - nuove presenze nella pittura, la mostra che sarà inaugurata sabato prossimo 3 maggio (ore 18.00) nella sede di Chiavari della Fondazione Zappettini. Misia De Angelis, Franco Napoli, Michele Parisi, Pietro Pasquali, Roberto Rizzo e Rolando Tessadri propongono alcune tra le più interessanti linee di ricerca nel campo della pittura aniconica, con una selezione dei loro lavori recenti. La mostra è curata dal professor Claudio Cerritelli, docente di Storia dell'arte contemporanea all'Accacemia di Brera e autore tra l'altro del volume Pittura Aniconica - Arte e critica in Italia - 1968-2007 (ed. Mazzotta). La collettiva, prosecuzione dell'indagine che la Fondazione Zappettini da tempo svolge tra le nuove espressioni dell'arte non figurativa, sarà visitabile fino al 30 giugno prossimo.
*
GIOVANI PITTORI ANICONICI: TRAMANDI PROVVISORI
Claudio Cerritelli
In questi anni di ritrovato interesse nei confronti della pittura degli anni Settanta è possibile avvertire una accentuata attenzione anche nei confronti della pratica pittorica delle nuove generazioni, con un atteggiamento da parte della critica e delle istituzioni più propenso a porre in luce la loro presenza nel contesto dell’attualità, fortemente condizionata dal ruolo dominante delle tecnologie.
La posizione attuale dei giovani pittori non è dunque separabile dalla coscienza delle stagioni pittoriche che li hanno preceduti e, soprattutto, dalla conoscenza dei problemi linguistici che l’analisi della pittura ha posto in evidenza, come naturale approfondimento delle questioni legate al senso del dipingere che si autodetermina nel suo sviluppo.
Per i giovani pittori il problema è sempre quello di stare sulla soglia del visibile, con un disincanto maggiore nei confronti dei valori analitici e un modo di sentire le proprietà del colore come tramandi provvisori, tramiti illimitati per una pittura che vuol essere aperta e senza dogmi.
Il senso del provvisorio non comporta un’assenza di identità ma la consapevolezza che l’impegno pittorico si fonda su una condizione differente rispetto alle forme artistiche dell’attualità, in special modo nei confronti delle ipotesi mutimediali che caratterizzano l’arte nell’era della "rete". I pittori cresciuti nell’ultimo decennio tengono in vita modalità e comportamenti giudicati tradizionali mentre la maggior parte dei loro coetanei avanzano sulla scena delle tecnologie interattive sentendosi indispensabili e versatili interpreti della competizione creativa globale. Questa considerazione fin troppo scontata è comunque utile per delineare il clima di ricerca documentato in questa mostra, tutta concentrata nel rigore della superficie come misura dei pensieri pittorici. L’etica del dipingere allude ad un destino sempre più utopico, non dissimile da quello che la pittura ha costantemente sostenuto nel suo difficile cammino.
Un destino che non si prefigge novità ma si rafforza nell’approfondire la qualità del pensiero immaginativo, un destino che affida alle materie del colore spazi mentali e fisici attraverso gli strumenti specifici che ogni artista elabora seguendo parametri interni alla propria visione.
La medesima definizione "pittori aniconici" designa gli esponenti di questa mostra nel modo meno restrittivo possibile, riferendosi alle dominanti linguistiche delle superfici pittoriche ma non esclusivamente alle motivazioni profonde della loro origine. Esse vanno rintracciate nelle vie recondite che ciascun autore percorre muovendosi sul filo del vissuto, come tramite di un progetto immaginativo che trasforma i sintomi controversi del reale nella dimensione purificata dal rigore pittorico.
Si va da situazioni radicalmente immerse nelle stesure stratificate dei pigmenti a scelte di opposta natura che elaborano minimi ancoraggi alla memoria del reale, sempre attraverso il protagonismo della superficie.
L’idea di affioramento del colore come qualità inafferrabile della luce è la condizione immaginativa della pittura di MISIA DE ANGELIS, per nulla estranea alle impronte del visibile, agli umori della terra che lascia segni di percorsi inafferrabili. La lieve consistenza dei pigmenti trova sulla carta il supporto più idoneo alla natura effusiva del colore, alla germinazione di aloni luminosi che rendono indeterminato e vagante il contorno delle forme. Esse svaniscono e riemergono come zone di un continuo ritrovamento delle fonti del visibile, parvenze di segni avvolti nel pulviscolo della cenere, impercettibili spostamenti di orizzonti che corrispondono alle lente mutazioni del pensiero al cospetto del vuoto.
Dopo aver purificato la dimensione polimaterica della pittura FRANCO NAPOLI ha indirizzato la ricerca nella direzione del colore puro, realizzando immagini dove le stratificazioni del pigmento determinano la trasformazione graduale della luce. La superficie è luogo inondato dal lieve movimento del colore, percepito come un velo luminoso variabile e – al tempo stesso – capace di suggerire il senso dello spazio infinito, la vicinanza e la lontananza come durata soggettiva dello sguardo. Nella tensione del monocromo il pittore coglie la dimensione del silenzio come percezione dell’assoluto dove il colore dichiara la distanza dai rumori del mondo, la pienezza della sua energia rispetto alla precarità del presente.
Nell’operazione pittorica di MICHELE PARISI la fotografia ha un ruolo determinante nel processo di elaborazione dell’immagine, l’emulsione in camera oscura crea la genesi della luce a cui si accompagna il trattamento dei pigmenti fissati con velature tonali. Lavorando sull’evanescenza di immagini esistenti, non ultime le forme della natura, l’artista esplora i confini del visibile, gli intrecci e le congiunzioni di spazi che svaniscono lasciando tracce essenziali della loro stratificata memoria. Su questi segni la visione si insedia fino al culmine della rarefazione, intensificando il senso di sparizione delle forme, fino ad annullare la loro identità nel filtro luminoso della superficie, soglia di altre possibili visioni.
Dopo una lunga indagine sulla sensibilità impercettibile del monocromo, PIETRO PASQUALI ha modificato la costruzione dell’immagine con la combinazione di diversi supporti dove i valori luminosi delle campiture cromatiche entrano in relazione mutevole. Questo orientamento di ricerca richiede un equilibrio tra i differenti corpi pittorici che l’artista affronta con quella levità tattile della materia che da sempre egli esalta sul piano della superficie. Nelle ultime ricerche la luce è ancor più intensa per il modo di accostare i piani e di porre in evidenza rapporti armonici o impercettibili dissonanze, situazioni che invitano a cogliere la dimensione totale dell’opera, senza mai tralasciare le sue minime palpitazioni.
Due modi compresenti di fare pittura sono contenuti nell’immagine che ROBERTO RIZZO costruisce come processo calibrato sull’ambivalenza mentale e fisica del colore. Sulla superficie entrano in relazione due diverse temperature cromatiche, un’ampia campitura che occupa il supporto come un velo di luce uniforme, e un nucleo di colore mutevole inquieto, quasi sempre al centro della composizione. La pittura è luogo di presenze antitetiche, di misure costruttive e di gesti impulsivi, di materie stese in modo quasi anonimo e di pigmenti fissati nel loro esplicito fluire. Se le zone monocrome indicano il controllo della ragione, le zone fluide indicano l’effetto mutevole del colore che rivela ansie e urgenze emotive.
Il processo di rivelazione del colore puro viene approndito da ROLANDO TESSADRI come sequenza di immagini che si articolano per toni e velature visibili nell’essenza dei propri interni nutrimenti. L’artista cerca stati di decantazione del colore, di oggettivazione della luce come sostanza irriducibile ad un sistema di valenze inalterabili, non misurabile unicamente con i meccanismi quantitativi dell’ottica ma soprattutto attraverso i livelli qualitativi della materia. Le strutture regolari sono trasformate in fasce luminose espansive, la geometria è sentita come uno stato di vertigine dove i vuoti diventano pieni, dove la ripetizione ritmica di un ordito ben strutturato dà origine ad uno spazio senza confini.
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La Fondazione Zappettini si è costituita nel 2003 a Chiavari con lo scopo di assicurare la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera e del patrimonio artistico di Gianfranco Zappettini. Tra le principali finalità della Fondazione vi è quella di favorire una migliore conoscenza sia in Italia che all’estero, tramite la promozione di mostre antologiche, pubblicazioni d’arte e di iniziative di ricerca e di studio, dell’opera dell’artista.
La Fondazione ha sede in una villa liberty nel centro di Chiavari e ha in donazione un’imponente collezione di opere del maestro dagli anni ’70 a oggi. Nel maggio 2005, è stato inaugurata la seconda sede nel prestigioso spazio nella centralissima via Nerino a Milano, in un palazzo settecentesco a due passi da piazza Duomo. L’obiettivo è costituire il maggiore centro di studi sulle arti visive degli anni ’70, con particolare attenzione verso la “pittura analitica”. Questo centro di documentazione, oltre all’attività espositiva, garantisce un servizio aggiornato di informazione bibliografica, fotografica e audiovisiva e fornisce anche una consulenza specializzata, oltre che ai singoli studiosi, a redazioni di riviste e periodici, a case editrici e ad altre associazioni promotrici di mostre sia in Italia che all’estero. L’archivio della Fondazione e la sua collezione sono destinati a creare infine un vero e proprio museo, rappresentativo dei più significativi autori della pittura analitica, punto di riferimento internazionale di questo specifico settore.
Oltre ai cataloghi di tutte le esposizioni ad oggi allestite, la Fondazione Zappettini ha pubblicato anche:
Collana Monografie:
- Gianfranco Zappettini – Blu, 2004
Collana Quaderni di arte contemporanea:
- Gianfranco Zappettini, Scritti teorici 1973-1999, 2004
- Alberto Rigoni, La Nuova Pittura in Italia - Pittura Pittura e Pittura Analitica 1972-1978, 2007
La Fondazione è dotata di personalità giuridica, concessa dalla Prefettura di Genova nell’agosto 2005.
Tra le mostre organizzate dalla Fondazione:
_Pittura 70. Pittura pittura e astrazione analitica (Chiavari, Fondazione Zappettini, 27 marzo – 2 maggio 2004; Gallarate, Museo Civico d’Arte Moderna, 10 ottobre 2004 – 2 gennaio 2005).
_Pittura 70 (Praga, Istituto Italiano di Cultura, 2 – 30 giugno 2005).
_Pittura 70 – then and now (Londra, Istituto Italiano di Cultura, 12 gennaio – 10 febbraio 2006).
_Oltre il monocromo (Chiavari, Fondazione Zappettini, 18 dicembre 2004 – 30 gennaio 2005).
_Supports/Surfaces. 4 artisti ieri e oggi. Dezeuze, Dolla, Saytour, Viallat (Milano, Fondazione Zappettini, 5 maggio – 31 luglio 2005; Chiavari, Fondazione Zappettini, 28 maggio – 31 luglio 2005).
_Consonanze – Claudio Olivieri con un’opera di Lucio Fontana (Milano, Fondazione Zappettini, 7 ottobre – 25 novembre).
_Nuova Generazione Astratta (Milano, Fondazione Zappettini, 1° dicembre 2005 – 22 gennaio 2006).
_Consonanze – Paolo Cotani con un’opera di Giulio Turcato (Milano, Fondazione Zappettini, 2 febbraio – 31 marzo 2006).
_L’immagine in/possibile (Milano, Fondazione Zappettini, 20 aprile – 30 giugno 2006).
_Sincretiche astrazioni (Chiavari, Fondazione Zappettini, 6 maggio – 31 luglio 2006).
_Vis-à-vis. Tea Giobbio&Patrizia Nuvolari (Chiavari, Fondazione Zappettini, 30 settembre – 3 novembre 2006)
_Maria Mulas (Milano, Fondazione Zappettini, 18 ottobre – 25 novembre 2006)
_Enzo Cacciola (Chiavari, Fondazione Zappettini, 18 novembre 2006 – 6 gennaio 2007)
_Fil Blanc (Milano, Fondazione Zappettini, 14 dicembre 2006 – 20 gennaio 2007)
_Griffa-Pinelli (Milano, Fondazione Zappettini, 1 marzo – 2 aprile 2007)
_Gianni Asdrubali (Milano, Fondazione Zappettini, 9 maggio – 15 giugno 2007)
_Jürgen Knubben (Milano, Fondazione Zappettini, 20 settembre – 26 ottobre 2007)
_Tomas Rajlich (Milano, Fondazione Zappettini, 22 novembre 2007 - 4 gennaio 2008)
_Claude Viallat (Milano, Fondazione Zappettini, 17 gennaio - 29 febbraio 2008)
_Enzo Cacciola (Milano, Fondazione Zappettini, 2 aprile - 30 maggio 2008)
03
maggio 2008
Aniconica. Nuove presenze nella pittura
Dal 03 maggio al 30 giugno 2008
giovane arte
Location
FONDAZIONE ZAPPETTINI
Chiavari, Corso Buenos Aires, 22, (Genova)
Chiavari, Corso Buenos Aires, 22, (Genova)
Orario di apertura
dalle ore 15.00 alle ore 19.00
sabato e festivi chiuso
Vernissage
3 Maggio 2008, ore 18.00
Autore
Curatore