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Nicola Brindicci – Stanze dell’Anima
La Crestanello Gran Caffè Italiano unitamente alla dott.ssa Francesca Mariotti dell’Associazione Ferrara Pro Art, www.ferraraproart.com , ospiterà, nella elegante location di C.so Fogazzaro a Vicenza, la mostra del fotografo milanese N. Brindicci per presentare i suoi suggestivi paesaggi dell’anima
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
Giovedì 8 maggio 2008, alle ore 18.00, sarà inaugurata la suggestiva mostra fotografica di Nicola Brindicci, presso il Gran Caffè Italiano Crestanello, c.so Fogazzaro 90, Vicenza.
La mostra ha il significativo titolo “Stanze dell’Anima”, a comprendere come “ …In questa ricerca la Natura meglio di qualunque altra cosa risponde alla richiesta di chiarezza che l’umanità vuole, chiarezza cercata e trovata nella più profonda semplicità, nell’essenzialità di ogni sua forma, nella capacità di sgombrare la mente dal superfluo della vita moderna per giungere al “cuore”, al sentimento, all’emozione che tutto muove e a cui tutto tende.”, ricerca in cui gli scatti, simbolici e minimalisti, di Nicola Brindicci si inseriscono in perfetta sintonia con questa ANIMA MUNDI.
La Crestanello Gran Caffè Italiano, www.crestanello.com , in collaborazione con la dott.ssa Francesca Mariotti dell’Associazione Ferrara Pro Art, www.ferraraproart.com , ospiterà la mostra, nella elegante location di corso Fogazzaro a Vicenza per presentare i lavori del fotografo milanese N. Brindicci. Inizia così una collaborazione professionalmente sentita e qualificata in questo nuovo spazio-galleria al primo piano del Caffè, in cui si succederanno artisti contemporanei di elevato prestigio, emergenti o professionisti, offrendo l’opportunità al pubblico vicentino di incontrare ed ammirare l’arte contemporanea nelle sue figure di spicco.
Presenterà la mostra il Prof. Giuseppe Barbieri, docente presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Agli intervenuti sarà offerto, dalla Crestanello Gran Caffè Italiano, un aperitivo per brindare unitamente all’artista .
La mostra è curata dalla Dott.ssa Clara Bartolini di Milano e dalla Dott.ssa Francesca Mariotti di Ferrara e dall’amica artista vicentina Buci Sopelsa.
Ingresso gratuito
La mostra si concluderà il 23 maggio 2008.
NICOLA BRINDICCI - IL FOTOGRAFO DELL’ANIMA
Nicola Brindicci ha una storia particolare, inizia a fotografare a 18 anni con grande passione ma, come spesso accade, suo padre costruttore non vede di buon occhio questa passione che considera “ inconsistente “. Il giovane Nicola, poco più che ventenne, deve cedere. Smette la fotografia e segue il lavoro paterno. Incontra, per merito del padre, alcuni dei più famosi architetti italiani dell’epoca, e si appassiona al concetto di spazio. Si dedica allo studio della psicologia della percezione, e approfondisce la conoscenza dell’arte moderna. Mentre fa questo, osserva ed incamera immagini e emozioni.
Sarà soltanto molti anni dopo che, ripresa l’antica passione, decide di vivere alcuni inverni in Ungheria e ritorna a fotografare. Inizia fermando il suo sguardo sulla natura e le stupende luci ungheresi. Lentamente le fotografie si trasformano e diventano da riprese del reale proposte di visioni minimali. Si potrebbe dire che mette la natura sotto una lente di ingrandimento. Anche questo però è soltanto un passaggio. Dopo lunghe notti trascorse ad attendere l’alba per cogliere la luce straordinaria che abbaglia le sue finestre, ecco finalmente l’ispirazione. Filtrando tutte le emozioni provate, le immagini raccolte, gli studi fatti, il bisogno di empatia, ecco la voglia di esprimere attraverso la costruzione di piccoli teatri messi insieme con elementi apparentemente insignificanti, un mondo surreale, delle stanze dell’anima che evocano benessere o inquietudine, ironia o pathos. Comunque immagini fortemente emozionali.
Dopo tante mostre e conferenze interattive realizzate in varie gallerie civiche ungheresi, accolto con interesse ed entusiasmo, eccolo tornare in Italia. Anche qui partecipa a personali e collettive, sempre cercando di spiegare attraverso l’umorismo e un’intima soavità interiore, il senso delle contraddizioni che ci abitano e che lo abitano.
Con leggerezza e potenza insieme, ci propone immagini che toccano profondamente nella loro assolutezza. Spazi immensi colti dal suo obbiettivo e proposti senza ulteriori confronti con il reale, che appaiono come luoghi dell’anima. Nelle mostre alle quali ha partecipato, ci propone piccoli sassi trasformati in totem, vetri rotti che paiono vele al vento, pietre levigate e sospese che perdono la loro fissità e galleggiano come pianeti insieme ad “ autentici galleggianti “, pur nell’apparente staticità, tutto in realtà pare suggerire un mondo altro. Un altrove che attinge il suo senso dal profondo. Nella calma apparente fermata dal suo obbiettivo, possono trovare spazio le nostre inquietudini e la nostra voglia di assoluto. Clara Bartolini
Il Cielo come “Stanza dell’Anima”
“L'esistenza è altrove.”
L'«altrove» che dà spazio e voce alla vera vita è il luogo dell'immaginazione sottratta «alla logica, alle norme di un'utilità «arbitraria», al giudizio espresso dallo spirito critico del soggetto. Consegnata all'assurdità immediata, alla sincerità irriflessa del pensiero parlato, si mostra, folgorante,capace di determinare nell'uomo «la scarica emotiva che dà realmente pregio alla sua vita».
Forse sarà un segno, ma una gran parte dell’arte contemporanea e in particolare molta della fotografia artistica guarda e fissa immagini tendenzialmente aperte su vasti scenari incontaminati e poveri di riferimenti, in cui l’uomo dialoga con se stesso all’affannosa ricerca di un’origine e di una prospettiva, pura e, soprattutto, semplice e comprensibile dall’animo umano. In questa ricerca la Natura meglio di qualunque altra cosa risponde alla richiesta di chiarezza che l’umanità vuole, chiarezza cercata e trovata nella più profonda semplicità, nell’essenzialità di ogni sua forma, nella capacità di sgombrare la mente dal superfluo della vita moderna per giungere al “cuore”, al sentimento, all’emozione che tutto muove e a cui tutto tende. In questa ottica la ricerca di Nicola Brindicci risulta una delle soluzioni, chiaramente sentita e riconoscibile. Il suo “altrove” ci porta nella giusta dimensione data dalla meditazione, dal silenzio e dalla essenzialità delle immagini e dei luoghi. Nelle sue composizioni sulla neve, piccoli aghi di pino formano ideogrammi dell’anima, segni di un linguaggio immaginario e comunicazione diretta alla riflessione ed alla riscoperta di sé. Esattamente come gli sconfinati cieli in cui si stagliano sagome e oggetti trasformati e trasfigurati in simboli di un Universo intimo e primordiale. Il cielo, la luna, le nuvole sono sempre state e sempre saranno INCANTO che tutto unisce e che tutto ingloba , rappresentando la nostra coscienza in una dimensione superiore a quella sensuale e terrena. In essi ci perdiamo e ci ritroviamo, luogo di una dimensione remota e inaccessibile all’uomo legato alle bassezze della terra, sede della parte eterea e interiore che tende all’alto, alla divinità stessa, alla purezza dell’anima. Il cielo quindi come “stanza dell’anima” in cui purificarsi e in cui cogliere quanto di immaginario e di essenziale c’è dentro e fuori di noi, in ogni creatura, anche insignificante come un pezzo di vetro o un sasso o un ramoscello, se posti sul giusto palcoscenico e nello scenario dell’universo intero. La capacità tecnica, la meticolosità di Brindicci nell’attendere le giuste luci, le perfette colorazioni, la linea prospettica, la costruzione dei piani, ci fanno comprendere quanto sia profonda la sua ricerca artistica , la sua voglia di saper “cogliere l’attimo” che meglio sappia esprimere ciò che vuole, ciò che cerca, ciò che comunica; in un rigore stilistico ed emotivo assoluto e profondo. Su queste basi ed in queste opere si trova l’Arte, in una tecnica, la fotografia, in cui non sempre è riscontrabile!
Francesca Mariotti
Giovedì 8 maggio 2008, alle ore 18.00, sarà inaugurata la suggestiva mostra fotografica di Nicola Brindicci, presso il Gran Caffè Italiano Crestanello, c.so Fogazzaro 90, Vicenza.
La mostra ha il significativo titolo “Stanze dell’Anima”, a comprendere come “ …In questa ricerca la Natura meglio di qualunque altra cosa risponde alla richiesta di chiarezza che l’umanità vuole, chiarezza cercata e trovata nella più profonda semplicità, nell’essenzialità di ogni sua forma, nella capacità di sgombrare la mente dal superfluo della vita moderna per giungere al “cuore”, al sentimento, all’emozione che tutto muove e a cui tutto tende.”, ricerca in cui gli scatti, simbolici e minimalisti, di Nicola Brindicci si inseriscono in perfetta sintonia con questa ANIMA MUNDI.
La Crestanello Gran Caffè Italiano, www.crestanello.com , in collaborazione con la dott.ssa Francesca Mariotti dell’Associazione Ferrara Pro Art, www.ferraraproart.com , ospiterà la mostra, nella elegante location di corso Fogazzaro a Vicenza per presentare i lavori del fotografo milanese N. Brindicci. Inizia così una collaborazione professionalmente sentita e qualificata in questo nuovo spazio-galleria al primo piano del Caffè, in cui si succederanno artisti contemporanei di elevato prestigio, emergenti o professionisti, offrendo l’opportunità al pubblico vicentino di incontrare ed ammirare l’arte contemporanea nelle sue figure di spicco.
Presenterà la mostra il Prof. Giuseppe Barbieri, docente presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Agli intervenuti sarà offerto, dalla Crestanello Gran Caffè Italiano, un aperitivo per brindare unitamente all’artista .
La mostra è curata dalla Dott.ssa Clara Bartolini di Milano e dalla Dott.ssa Francesca Mariotti di Ferrara e dall’amica artista vicentina Buci Sopelsa.
Ingresso gratuito
La mostra si concluderà il 23 maggio 2008.
NICOLA BRINDICCI - IL FOTOGRAFO DELL’ANIMA
Nicola Brindicci ha una storia particolare, inizia a fotografare a 18 anni con grande passione ma, come spesso accade, suo padre costruttore non vede di buon occhio questa passione che considera “ inconsistente “. Il giovane Nicola, poco più che ventenne, deve cedere. Smette la fotografia e segue il lavoro paterno. Incontra, per merito del padre, alcuni dei più famosi architetti italiani dell’epoca, e si appassiona al concetto di spazio. Si dedica allo studio della psicologia della percezione, e approfondisce la conoscenza dell’arte moderna. Mentre fa questo, osserva ed incamera immagini e emozioni.
Sarà soltanto molti anni dopo che, ripresa l’antica passione, decide di vivere alcuni inverni in Ungheria e ritorna a fotografare. Inizia fermando il suo sguardo sulla natura e le stupende luci ungheresi. Lentamente le fotografie si trasformano e diventano da riprese del reale proposte di visioni minimali. Si potrebbe dire che mette la natura sotto una lente di ingrandimento. Anche questo però è soltanto un passaggio. Dopo lunghe notti trascorse ad attendere l’alba per cogliere la luce straordinaria che abbaglia le sue finestre, ecco finalmente l’ispirazione. Filtrando tutte le emozioni provate, le immagini raccolte, gli studi fatti, il bisogno di empatia, ecco la voglia di esprimere attraverso la costruzione di piccoli teatri messi insieme con elementi apparentemente insignificanti, un mondo surreale, delle stanze dell’anima che evocano benessere o inquietudine, ironia o pathos. Comunque immagini fortemente emozionali.
Dopo tante mostre e conferenze interattive realizzate in varie gallerie civiche ungheresi, accolto con interesse ed entusiasmo, eccolo tornare in Italia. Anche qui partecipa a personali e collettive, sempre cercando di spiegare attraverso l’umorismo e un’intima soavità interiore, il senso delle contraddizioni che ci abitano e che lo abitano.
Con leggerezza e potenza insieme, ci propone immagini che toccano profondamente nella loro assolutezza. Spazi immensi colti dal suo obbiettivo e proposti senza ulteriori confronti con il reale, che appaiono come luoghi dell’anima. Nelle mostre alle quali ha partecipato, ci propone piccoli sassi trasformati in totem, vetri rotti che paiono vele al vento, pietre levigate e sospese che perdono la loro fissità e galleggiano come pianeti insieme ad “ autentici galleggianti “, pur nell’apparente staticità, tutto in realtà pare suggerire un mondo altro. Un altrove che attinge il suo senso dal profondo. Nella calma apparente fermata dal suo obbiettivo, possono trovare spazio le nostre inquietudini e la nostra voglia di assoluto. Clara Bartolini
Il Cielo come “Stanza dell’Anima”
“L'esistenza è altrove.”
L'«altrove» che dà spazio e voce alla vera vita è il luogo dell'immaginazione sottratta «alla logica, alle norme di un'utilità «arbitraria», al giudizio espresso dallo spirito critico del soggetto. Consegnata all'assurdità immediata, alla sincerità irriflessa del pensiero parlato, si mostra, folgorante,capace di determinare nell'uomo «la scarica emotiva che dà realmente pregio alla sua vita».
Forse sarà un segno, ma una gran parte dell’arte contemporanea e in particolare molta della fotografia artistica guarda e fissa immagini tendenzialmente aperte su vasti scenari incontaminati e poveri di riferimenti, in cui l’uomo dialoga con se stesso all’affannosa ricerca di un’origine e di una prospettiva, pura e, soprattutto, semplice e comprensibile dall’animo umano. In questa ricerca la Natura meglio di qualunque altra cosa risponde alla richiesta di chiarezza che l’umanità vuole, chiarezza cercata e trovata nella più profonda semplicità, nell’essenzialità di ogni sua forma, nella capacità di sgombrare la mente dal superfluo della vita moderna per giungere al “cuore”, al sentimento, all’emozione che tutto muove e a cui tutto tende. In questa ottica la ricerca di Nicola Brindicci risulta una delle soluzioni, chiaramente sentita e riconoscibile. Il suo “altrove” ci porta nella giusta dimensione data dalla meditazione, dal silenzio e dalla essenzialità delle immagini e dei luoghi. Nelle sue composizioni sulla neve, piccoli aghi di pino formano ideogrammi dell’anima, segni di un linguaggio immaginario e comunicazione diretta alla riflessione ed alla riscoperta di sé. Esattamente come gli sconfinati cieli in cui si stagliano sagome e oggetti trasformati e trasfigurati in simboli di un Universo intimo e primordiale. Il cielo, la luna, le nuvole sono sempre state e sempre saranno INCANTO che tutto unisce e che tutto ingloba , rappresentando la nostra coscienza in una dimensione superiore a quella sensuale e terrena. In essi ci perdiamo e ci ritroviamo, luogo di una dimensione remota e inaccessibile all’uomo legato alle bassezze della terra, sede della parte eterea e interiore che tende all’alto, alla divinità stessa, alla purezza dell’anima. Il cielo quindi come “stanza dell’anima” in cui purificarsi e in cui cogliere quanto di immaginario e di essenziale c’è dentro e fuori di noi, in ogni creatura, anche insignificante come un pezzo di vetro o un sasso o un ramoscello, se posti sul giusto palcoscenico e nello scenario dell’universo intero. La capacità tecnica, la meticolosità di Brindicci nell’attendere le giuste luci, le perfette colorazioni, la linea prospettica, la costruzione dei piani, ci fanno comprendere quanto sia profonda la sua ricerca artistica , la sua voglia di saper “cogliere l’attimo” che meglio sappia esprimere ciò che vuole, ciò che cerca, ciò che comunica; in un rigore stilistico ed emotivo assoluto e profondo. Su queste basi ed in queste opere si trova l’Arte, in una tecnica, la fotografia, in cui non sempre è riscontrabile!
Francesca Mariotti
08
maggio 2008
Nicola Brindicci – Stanze dell’Anima
Dall'otto al 23 maggio 2008
fotografia
Location
GALLERIA DELL’UVA
Ferrara, Via De' Romei, 38, (Ferrara)
Ferrara, Via De' Romei, 38, (Ferrara)
Orario di apertura
orari di apertura del locale
Vernissage
8 Maggio 2008, ore 18.00
Autore
Curatore