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Vivaldimania. Una storia torinese
Nucleo centrale della mostra sono i manoscritti vivaldiani delle due raccolte, in gran parte autografi, che l’iniziativa degli studiosi e musicisti Luigi Torri e Alberto Gentili e la generosità di due mecenati, Roberto Foà e Filippo Giordano, assicurarono all’Istituto torinese
Comunicato stampa
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Dimenticata una prima volta pochi anni prima della morte del compositore – quando a Venezia “tutto deve essere moda” e la musica dell’anno prima non fa più cassetta - , ignorata dagli studiosi coevi, poco apprezzata nei secoli successivi, fino ai primi del Novecento, la musica di Vivaldi rinasce ancora una volta a Torino grazie alla mostra a Palazzo Bricherasio.
Organizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e curata da Susan Orlando e Franca Porticelli, la mostra – che aprirà il 23 aprile nelle sale storiche di Palazzo Bricherasio - intende illustrare la produzione musicale manoscritta del celebre compositore veneziano Antonio Vivaldi conservata nelle raccolte Mauro Foà e Renzo Giordano della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (27 volumi che contengono circa 450 composizioni), oggetto di studi e ricerche da parte di musicologi di tutto il mondo, ma ancora poco nota al grande pubblico.
Nucleo centrale della mostra sono i manoscritti vivaldiani delle due raccolte, in gran parte autografi, che l’iniziativa degli studiosi e musicisti Luigi Torri e Alberto Gentili e la generosità di due mecenati, Roberto Foà e Filippo Giordano, assicurarono all’Istituto torinese.
La scelta dei curatori è stata quella di presentare al pubblico una ventina di manoscritti selezionati tra quelli da cui emerge chiaramente la metodologia di lavoro di Vivaldi: le correzioni e i ripensamenti, i geniali arrangiamenti, le superbe scritture policorali, le sottigliezze delle strumentazioni, la stessa grafia, a volte furiosa, a volte matura e ben ordinata.
Alle partiture musicali conservate nelle due Raccolte Foà e Giordano si affiancherà materiale atto ad integrare la testimonianza da essi recata: ritratti del compositore e di altre persone collegate alla sua figura, riproduzioni di documenti, e di luoghi.
Il percorso della mostra si snoda per tappe scandite dalle sale espositive, raccontando l'ambiente veneziano del tempo, la vita e la musica di Vivaldi, la storia delle acquisizioni delle due raccolte, la “riscoperta” di Vivaldi nella contemporanea discografia. Postazioni informatiche permettono l'ascolto della musica scritta nei volumi esposti e lo sfoglio virtuale dei manoscritti.
Inoltre la concomitanza di VIVALDIMANIA e CANALETTO E BELLOTTO.L’arte della veduta (nelle sale espositive di Palazzo Bricherasio dal 14 marzo al 15 giugno 2008) offrirà al visitatore un’evocazione della Venezia dei primi del ‘700, dalla pittura alla musica.
LE RACCOLTE DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA DI TORINO
I manoscritti delle donazioni Foà e Giordano hanno un’importanza enorme per gli studiosi della musica di Antonio Vivaldi: da loro infatti inizia la vera e propria riscoperta vivaldiana. La quantità e la varietà delle musiche presenti trasformano il Prete rosso da “sonador di violino” – ovvero da uno specialista alla Corelli – in un compositore “universale” paragonabile a Haendel; contengono le sole fonti disponibili delle serenate e le partiture di 18 drammi per musica, quando gli altri fondi complessivamente ne conservano una sola.
I manoscritti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino sono collocati nella Raccolta Mauro Foà, pervenuta alla Biblioteca nel 1927, e nella Raccolta Renzo Giordano, pervenuta alla Biblioteca nel 1930.
Nell’autunno del 1926 al direttore della Biblioteca, dott. Luigi Torri, pervenne la richiesta da parte del priore del Collegio salesiano S. Carlo di Borgo San Martino nel Monferrato di effettuare una perizia su un fondo di manoscritti ed edizioni musicali giunta al Collegio nel 1922 per lascito testamentario e che all'epoca si intendeva vendere per far fronte ad impellenti riparazioni architettoniche. Torri si rivolse per la perizia tecnica all’amico Alberto Gentili, docente di Storia della musica presso l’Università di Torino ed esperto di musiche sei-settecentesche. Poiché dall’analisi di tali documenti risultò la presenza nel fondo in questione di manoscritti vivaldiani, il Torri chiese aiuto al Gentili al fine di trovare un acquirente disposto poi a donare la preziosa collezione libraria alla Biblioteca.
Fu Roberto Foà, un agente di cambio torinese, a comprare il fondo per offrirlo in dono alla Biblioteca in memoria del proprio figlio Mauro, da poco e prematuramente scomparso.
Poiché dagli studi preliminari risultò evidente che il fondo appena acquisito non poteva essere che una parte di una raccolta libraria più ampia divisa in epoca imprecisata, vennero avviate immediate ricerche per rintracciare la provenienza del lascito. Si risalì così alla famiglia Durazzo quale detentrice originaria dei manoscritti.
Il marchese Faustino Curlo, bibliotecario alla Nazionale di Torino, prese contatti con il marchese genovese Giuseppe Maria Durazzo, riconosciuto come proprietario della parte mancante del fondo, che accettò di vendere. Questa volta fu l’industriale tessile torinese Filippo Giordano a compiere il generoso gesto di acquistare il fondo per farne dono alla Biblioteca in memoria del figlio Renzo, anch'esso prematuramente scomparso.
Si veniva così a ricostruire presso la Biblioteca Nazionale di Torino l’originaria raccolta della famiglia Durazzo, contenente 27 tomi delle opere di Vivaldi, 16 tomi delle intavolature tedesche per organo, 10 tomi di composizioni di Alessandro Stradella, oltre a numerosi volumi, manoscritti e a stampa, di fondamentale importanza per gli studi di storia della musica.
LA VIVALDI EDITION
UN PROGETTO DISCOGRAFICO RIVOLUZIONARIO
Grazie alle felici intuizioni e alle iniziative dell’eminente musicologo Alberto Basso, presidente dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, nasce un progetto, unico nella produzione discografica classica per portata e importanza: la Vivaldi Edition.
Nell’anno 2000 è stata avviata una co-produzione tra la casa discografica parigina Naïve e l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, il cui scopo è quello di registrare le 450 composizioni di Vivaldi conservate a Torino. Quello che a prima vista può sembrare un progetto con scopi eruditi ha in realtà provocato una rinnovata passione per Vivaldi. Con una forza esplosiva Vivaldi è apparso sulla scena musicale come compositore non solamente di musica strumentale ma anche di musica vocale e teatrale dalla profonda intensità. Sono stati prodotti ad oggi ben 22 CD e altri 75 completeranno questo progetto che si snoda lungo un arco temporale di 15 anni.
Organizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e curata da Susan Orlando e Franca Porticelli, la mostra – che aprirà il 23 aprile nelle sale storiche di Palazzo Bricherasio - intende illustrare la produzione musicale manoscritta del celebre compositore veneziano Antonio Vivaldi conservata nelle raccolte Mauro Foà e Renzo Giordano della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (27 volumi che contengono circa 450 composizioni), oggetto di studi e ricerche da parte di musicologi di tutto il mondo, ma ancora poco nota al grande pubblico.
Nucleo centrale della mostra sono i manoscritti vivaldiani delle due raccolte, in gran parte autografi, che l’iniziativa degli studiosi e musicisti Luigi Torri e Alberto Gentili e la generosità di due mecenati, Roberto Foà e Filippo Giordano, assicurarono all’Istituto torinese.
La scelta dei curatori è stata quella di presentare al pubblico una ventina di manoscritti selezionati tra quelli da cui emerge chiaramente la metodologia di lavoro di Vivaldi: le correzioni e i ripensamenti, i geniali arrangiamenti, le superbe scritture policorali, le sottigliezze delle strumentazioni, la stessa grafia, a volte furiosa, a volte matura e ben ordinata.
Alle partiture musicali conservate nelle due Raccolte Foà e Giordano si affiancherà materiale atto ad integrare la testimonianza da essi recata: ritratti del compositore e di altre persone collegate alla sua figura, riproduzioni di documenti, e di luoghi.
Il percorso della mostra si snoda per tappe scandite dalle sale espositive, raccontando l'ambiente veneziano del tempo, la vita e la musica di Vivaldi, la storia delle acquisizioni delle due raccolte, la “riscoperta” di Vivaldi nella contemporanea discografia. Postazioni informatiche permettono l'ascolto della musica scritta nei volumi esposti e lo sfoglio virtuale dei manoscritti.
Inoltre la concomitanza di VIVALDIMANIA e CANALETTO E BELLOTTO.L’arte della veduta (nelle sale espositive di Palazzo Bricherasio dal 14 marzo al 15 giugno 2008) offrirà al visitatore un’evocazione della Venezia dei primi del ‘700, dalla pittura alla musica.
LE RACCOLTE DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA DI TORINO
I manoscritti delle donazioni Foà e Giordano hanno un’importanza enorme per gli studiosi della musica di Antonio Vivaldi: da loro infatti inizia la vera e propria riscoperta vivaldiana. La quantità e la varietà delle musiche presenti trasformano il Prete rosso da “sonador di violino” – ovvero da uno specialista alla Corelli – in un compositore “universale” paragonabile a Haendel; contengono le sole fonti disponibili delle serenate e le partiture di 18 drammi per musica, quando gli altri fondi complessivamente ne conservano una sola.
I manoscritti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino sono collocati nella Raccolta Mauro Foà, pervenuta alla Biblioteca nel 1927, e nella Raccolta Renzo Giordano, pervenuta alla Biblioteca nel 1930.
Nell’autunno del 1926 al direttore della Biblioteca, dott. Luigi Torri, pervenne la richiesta da parte del priore del Collegio salesiano S. Carlo di Borgo San Martino nel Monferrato di effettuare una perizia su un fondo di manoscritti ed edizioni musicali giunta al Collegio nel 1922 per lascito testamentario e che all'epoca si intendeva vendere per far fronte ad impellenti riparazioni architettoniche. Torri si rivolse per la perizia tecnica all’amico Alberto Gentili, docente di Storia della musica presso l’Università di Torino ed esperto di musiche sei-settecentesche. Poiché dall’analisi di tali documenti risultò la presenza nel fondo in questione di manoscritti vivaldiani, il Torri chiese aiuto al Gentili al fine di trovare un acquirente disposto poi a donare la preziosa collezione libraria alla Biblioteca.
Fu Roberto Foà, un agente di cambio torinese, a comprare il fondo per offrirlo in dono alla Biblioteca in memoria del proprio figlio Mauro, da poco e prematuramente scomparso.
Poiché dagli studi preliminari risultò evidente che il fondo appena acquisito non poteva essere che una parte di una raccolta libraria più ampia divisa in epoca imprecisata, vennero avviate immediate ricerche per rintracciare la provenienza del lascito. Si risalì così alla famiglia Durazzo quale detentrice originaria dei manoscritti.
Il marchese Faustino Curlo, bibliotecario alla Nazionale di Torino, prese contatti con il marchese genovese Giuseppe Maria Durazzo, riconosciuto come proprietario della parte mancante del fondo, che accettò di vendere. Questa volta fu l’industriale tessile torinese Filippo Giordano a compiere il generoso gesto di acquistare il fondo per farne dono alla Biblioteca in memoria del figlio Renzo, anch'esso prematuramente scomparso.
Si veniva così a ricostruire presso la Biblioteca Nazionale di Torino l’originaria raccolta della famiglia Durazzo, contenente 27 tomi delle opere di Vivaldi, 16 tomi delle intavolature tedesche per organo, 10 tomi di composizioni di Alessandro Stradella, oltre a numerosi volumi, manoscritti e a stampa, di fondamentale importanza per gli studi di storia della musica.
LA VIVALDI EDITION
UN PROGETTO DISCOGRAFICO RIVOLUZIONARIO
Grazie alle felici intuizioni e alle iniziative dell’eminente musicologo Alberto Basso, presidente dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, nasce un progetto, unico nella produzione discografica classica per portata e importanza: la Vivaldi Edition.
Nell’anno 2000 è stata avviata una co-produzione tra la casa discografica parigina Naïve e l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, il cui scopo è quello di registrare le 450 composizioni di Vivaldi conservate a Torino. Quello che a prima vista può sembrare un progetto con scopi eruditi ha in realtà provocato una rinnovata passione per Vivaldi. Con una forza esplosiva Vivaldi è apparso sulla scena musicale come compositore non solamente di musica strumentale ma anche di musica vocale e teatrale dalla profonda intensità. Sono stati prodotti ad oggi ben 22 CD e altri 75 completeranno questo progetto che si snoda lungo un arco temporale di 15 anni.
22
aprile 2008
Vivaldimania. Una storia torinese
Dal 22 aprile all'otto giugno 2008
Location
PALAZZO BRICHERASIO
Torino, Via Giuseppe Luigi Lagrange, 20, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Luigi Lagrange, 20, (Torino)
Biglietti
Intero: € 2
Ridotto: € 1
Orario di apertura
Lunedì: 14.30– 19.30. Da martedì a domenica: 9.30– 19.30. Giovedì e sabato: apertura serale fino alle 22.30
Vernissage
22 Aprile 2008, ore 18.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Curatore