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GunéGunaikós. Visione di donna
Guidati dal tema ma assolutamente liberi nell’espressione artistica, gli artisti hanno creato una galleria di ritratti non di donna, ma della donna, singolo individuo diverso dalla altre donne così come diversi sono gli artisti che partecipano a questa collettiva
Comunicato stampa
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Donne per immagini di uomini
La Galleria Bongiovanni si ripresenta al pubblico con un’altra mostra di grande novità e di forte impatto: GunéGuniakós - visioni di donna. Donne, quindi, ma non per un’occasione né per una celebrazione: non è la Festa della donna, non è la Festa della mamma, perché qui non si vuole parlare né della donna impegnata né dell’angelo del focolare; qui, non si celebra, non si commemora e soprattutto non si parla. Qui si guarda la donna.
GunéGuniakós (donna, della donna) è un titolo dal richiamo classico per una mostra fortemente contemporanea che ci introduce subito nell’argomento e nelle intenzioni del messaggio che la curatrice; Raimonda Z. Bongiovanni vuole trasmettere insieme agli artisti.
Un’idea che muove da visioni di ancestrale contemporaneità. E proprio dalla donna greca, in quanto ancestrale, partiamo, senza nessuna ambizione di volere fare un trattato critico, semplicemente guardandola: lei che, e pensiamo alle tragedie in particolare, è una donna completa e dotata di grande carattere, capace di fare delle scelte anche tremende,– come Medea che ammazza i figli – di dimostrare un carattere e una forza senza pari – come Clitemnestra contro Agamennone -, di atti di pietà sovraumani – come l’amore di Antigone per il fratello. Sono simboli molto profondi di emozioni e sentimenti a tutto tondo: gioie, felicità e amore, odio, dolore e tristezza, passione, sacrificio. Nella tragedia greca la figura della donna è centrale, che siano protagoniste, co-protagoniste o comprimarie la loro presenza è importantissima, spesso fondamentale a volte risolutiva, come Elettra, a volte causa scatenante, come Elena. Sono madri, sono mogli, sono compagne, sono guerriere, sono autonome e autodeterminate, sono vanitose e sciocche, intelligenti e astute, compassionevoli e spietate, sono pudiche e provocanti. Guarda un po’, proprio come noi, donne del XXI secolo d.C.
Tutti uomini sono al contrario gli artisti a cui è stato proposto questo tema e che hanno realizzato opere originali, appositamente create per questa occasione. Uomini che vedono le donne per immagini. Anche i tragediografi erano tutti uomini, in Grecia, 2.500 anni fa. Uomini che vedevano le donne per poesia.
E qui sta il gioco.
Come moderni tragediografi gli artisti presenti nella mostra GunéGuniakós tracciano le loro immagini di donne attraverso sia il loro stile pittorico che la loro poetica. Guidati dal tema ma assolutamente liberi nell’espressione artistica, gli artisti hanno creato una galleria di ritratti non di donna, ma della donna, singolo individuo diverso dalla altre donne così come diversi sono gli artisti che partecipano a questa collettiva. Ognuno di loro ha osservato, ha guardato, ha pensato, ha immaginato, ha progettato e ci ha rimandato un’immagine.
Cominciamo una rapida carrellata tra gli artisti in mostra con una novità assoluta presentata proprio in questa occasione: l’ingresso in galleria di Claudio di Carlo, Marco Manzella, Gianluca Stumpo.
Il primo, già noto da tempo, è connotato dallo straordinario spaesamento tra donne-top model e ambientazioni di totale contrasto come macelli e incidenti stradali; il secondo, anch’esso già attivo da più di 20 anni, ci squaderna la sua donna all’interno di un enigmatico, sospeso cromatismo geometrico; il terzo giovanissimo artista, fresco di Accademia, ci presenta la sua opera con un’icona particolare come la madonna della metropolitana.
E poi ecco gli artisti nei quali la Galleria Bongiovanni ha creduto e crede fermamente come nuove proposte per il panorama artistico italiano; Vincenzo Baldini, con la sua dura e forte materia, i suoi colori essenziali, il suo linguaggio diretto; l’esplosiva, ironica vitalità di Lele de Bonis alla ricerca di una spazialità estrema; la claustrofobica e drammatica poetica di Marco Distefano con i suoi ritratti di “maschere” reali: E ancora Grelo, ormai affermatissimo, ci graffia quasi fisicamente con le sue tavole stratificate di significati; Filippo Negroni “alchimista” dei materiali che pone sempre la donna al centro della sua opera; Marco Rindori con il suo realismo a-contemporaneo di grande leggibilità visiva ma di profondo significato interpretativo.
E chiudiamo con tre tra i notissimi protagonisti legati alla Galleria da anni: Dino Buffagni surreale nella suo immobile oggettivo realismo, il suo spazio simmetrico che ci insinua però il dubbio nascosto; Luigi Petracchi, notissimo artista a 360°, con una forza simbolica e una capacità sperimentativa di rara efficacia; Leonardo Santoli con le sue “dimensioni” senza spazio e senza tempo che davvero parlano di miti e leggende che vengono da lontano, “sgravati” però di quell’onere archetipico e portatori di futuro.
Lo staff, infine, è tutto di donne – Le Bongiovanni per la galleria, ComunicaMente per la comunicazione -, donna è la curatrice, donna sono io che scrivo. Donne protagoniste, uomini che descrivono: il gioco inizia.
Simona Pinelli, Aprile 2008
La Galleria Bongiovanni si ripresenta al pubblico con un’altra mostra di grande novità e di forte impatto: GunéGuniakós - visioni di donna. Donne, quindi, ma non per un’occasione né per una celebrazione: non è la Festa della donna, non è la Festa della mamma, perché qui non si vuole parlare né della donna impegnata né dell’angelo del focolare; qui, non si celebra, non si commemora e soprattutto non si parla. Qui si guarda la donna.
GunéGuniakós (donna, della donna) è un titolo dal richiamo classico per una mostra fortemente contemporanea che ci introduce subito nell’argomento e nelle intenzioni del messaggio che la curatrice; Raimonda Z. Bongiovanni vuole trasmettere insieme agli artisti.
Un’idea che muove da visioni di ancestrale contemporaneità. E proprio dalla donna greca, in quanto ancestrale, partiamo, senza nessuna ambizione di volere fare un trattato critico, semplicemente guardandola: lei che, e pensiamo alle tragedie in particolare, è una donna completa e dotata di grande carattere, capace di fare delle scelte anche tremende,– come Medea che ammazza i figli – di dimostrare un carattere e una forza senza pari – come Clitemnestra contro Agamennone -, di atti di pietà sovraumani – come l’amore di Antigone per il fratello. Sono simboli molto profondi di emozioni e sentimenti a tutto tondo: gioie, felicità e amore, odio, dolore e tristezza, passione, sacrificio. Nella tragedia greca la figura della donna è centrale, che siano protagoniste, co-protagoniste o comprimarie la loro presenza è importantissima, spesso fondamentale a volte risolutiva, come Elettra, a volte causa scatenante, come Elena. Sono madri, sono mogli, sono compagne, sono guerriere, sono autonome e autodeterminate, sono vanitose e sciocche, intelligenti e astute, compassionevoli e spietate, sono pudiche e provocanti. Guarda un po’, proprio come noi, donne del XXI secolo d.C.
Tutti uomini sono al contrario gli artisti a cui è stato proposto questo tema e che hanno realizzato opere originali, appositamente create per questa occasione. Uomini che vedono le donne per immagini. Anche i tragediografi erano tutti uomini, in Grecia, 2.500 anni fa. Uomini che vedevano le donne per poesia.
E qui sta il gioco.
Come moderni tragediografi gli artisti presenti nella mostra GunéGuniakós tracciano le loro immagini di donne attraverso sia il loro stile pittorico che la loro poetica. Guidati dal tema ma assolutamente liberi nell’espressione artistica, gli artisti hanno creato una galleria di ritratti non di donna, ma della donna, singolo individuo diverso dalla altre donne così come diversi sono gli artisti che partecipano a questa collettiva. Ognuno di loro ha osservato, ha guardato, ha pensato, ha immaginato, ha progettato e ci ha rimandato un’immagine.
Cominciamo una rapida carrellata tra gli artisti in mostra con una novità assoluta presentata proprio in questa occasione: l’ingresso in galleria di Claudio di Carlo, Marco Manzella, Gianluca Stumpo.
Il primo, già noto da tempo, è connotato dallo straordinario spaesamento tra donne-top model e ambientazioni di totale contrasto come macelli e incidenti stradali; il secondo, anch’esso già attivo da più di 20 anni, ci squaderna la sua donna all’interno di un enigmatico, sospeso cromatismo geometrico; il terzo giovanissimo artista, fresco di Accademia, ci presenta la sua opera con un’icona particolare come la madonna della metropolitana.
E poi ecco gli artisti nei quali la Galleria Bongiovanni ha creduto e crede fermamente come nuove proposte per il panorama artistico italiano; Vincenzo Baldini, con la sua dura e forte materia, i suoi colori essenziali, il suo linguaggio diretto; l’esplosiva, ironica vitalità di Lele de Bonis alla ricerca di una spazialità estrema; la claustrofobica e drammatica poetica di Marco Distefano con i suoi ritratti di “maschere” reali: E ancora Grelo, ormai affermatissimo, ci graffia quasi fisicamente con le sue tavole stratificate di significati; Filippo Negroni “alchimista” dei materiali che pone sempre la donna al centro della sua opera; Marco Rindori con il suo realismo a-contemporaneo di grande leggibilità visiva ma di profondo significato interpretativo.
E chiudiamo con tre tra i notissimi protagonisti legati alla Galleria da anni: Dino Buffagni surreale nella suo immobile oggettivo realismo, il suo spazio simmetrico che ci insinua però il dubbio nascosto; Luigi Petracchi, notissimo artista a 360°, con una forza simbolica e una capacità sperimentativa di rara efficacia; Leonardo Santoli con le sue “dimensioni” senza spazio e senza tempo che davvero parlano di miti e leggende che vengono da lontano, “sgravati” però di quell’onere archetipico e portatori di futuro.
Lo staff, infine, è tutto di donne – Le Bongiovanni per la galleria, ComunicaMente per la comunicazione -, donna è la curatrice, donna sono io che scrivo. Donne protagoniste, uomini che descrivono: il gioco inizia.
Simona Pinelli, Aprile 2008
19
aprile 2008
GunéGunaikós. Visione di donna
Dal 19 aprile al 19 maggio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA BONGIOVANNI
Bologna, Galleria Giovanni Acquaderni, 3cd, (Bologna)
Bologna, Galleria Giovanni Acquaderni, 3cd, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13/16.30-19.30; domenica chiuso
Vernissage
19 Aprile 2008, ore 18
Ufficio stampa
COMUNICAMENTE
Autore
Curatore