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Alfredo Covino – Cara Moldova
Rappresentare la realtà, selezionare porzioni di mondo visibile, raccontare le vite degli altri, interessarsi al sociale, essere dentro gli accadimenti. Quello del reportage e’ un territorio impervio, ricco di insidie, spesso -sfruttato- in ambito fotografico in modo fuorviante.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si svolgerà dal 10 aprile al 2 maggio 2008, presso lo spazio espositivo della Biblioteca Rispoli di Roma, la mostra fotografica di Alfredo Covino, intitolata “Cara Moldova”. L’inaugurazione si svolgerà il 10 aprile, alle 17.30. L’evento, curato da Maurizio G. De Bonis, è organizzato con il contributo di EGP-Européenne de Gestion Privéè, nell’ambito di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma 2008.
Il percorso espositivo comprende 12 stampe a colori e rappresenta il risultato finale di un lavoro approfondito che Alfredo Covino ha effettuato in Moldova, nel tentativo di riportare, attraverso il suo sguardo, l’essenza reale di un paese e di un popolo di cui poco si sa in Italia. Quello realizzato da Covino non è tanto un foto-reportage di stampo classico quanto piuttosto un mosaico di appunti visivi che intende far emergere sentimenti, istanti privati, luoghi dell’anima che fanno parte del bagaglio umano di ogni cittadino moldavo immigrato nel nostro paese, il quale mantiene nella propria sfera interiore un forte contatto con il proprio mondo e le proprie tradizioni in un sacrosanto impulso di mantenimento dell’identità.
Con il suo lavoro sulla Moldova, Alfredo Covino ha vinto il Premio Yann Geffroy 2008 assegnato dall’Agenzia Grazia Neri.
Cara Moldova – Il Progetto
La famiglia Ciobanu ogni agosto torna in Moldova. La loro casa è a Floresti, a circa cento km dalla capitale Chişinău. Il viaggio in macchina da Roma è lungo, ma all’arrivo, la stanchezza lascia spazio alle emozioni. Floresti è una piccola città dove la maggioranza della popolazione sopravvive con i prodotti ricavati dalle loro coltivazioni. Qui Vitalie era insegnante in una scuola. Quando lui e Tania, sua moglie, decisero di costruire una famiglia, furono costretti a emigrare. Perché a Floresti lo stipendio di un professore non consente di vivere dignitosamente. Vitalie è partito da solo. È arrivato in Italia per trovarsi un lavoro, e soltanto dopo un anno sua moglie e i suoi figli hanno potuto raggiungerlo. In Italia si chiama burocraticamente “ricongiungimento familiare”. Per loro non sono altro che gli anni della separazione, i momenti più difficili di una vita già molto complicata.
Oggi Vitalie ha un buon lavoro. Tania, oltre ad accudire i figli, ha voluto proseguire gli studi per conseguire la laurea anche in Italia. In loro c’è una forte voglia di tornare nel proprio paese. Di tornare alle proprie radici. E come potrebbe essere altrimenti. Malgrado questo sia un piccolo Paese, forte è il senso di appartenenza alla propria terra che la maggior parte dei moldavi ha dentro di sé.
(Alfredo Covino)
Testo critico di Maurizio G. De Bonis, curatore della mostra, su CultFrame:
http://www.cultframe.com/26/32/6207/articolo_informazioni.asp
Alfredo Covino - Profilo
Alfredo Covino è nato nel 1973 a Roma, dove attualmente vive e lavora. Ha studiato fotografia all’Istituto Europeo del Design e in seguito si è specializzato con un master in Fotogiornalismo all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata.
Ha esposto le sue fotografie in alcune rassegne e manifestazioni organizzate dal Comune di Roma ed ha pubblicato lavori fotografici su giornali e riviste.
Ha realizzato reportage sul tema dell’identità di genere in Italia, sull’immigrazione, sull’esclusione sociale, sulla nuova povertà, sulle mutazioni dell’individuo e la sfera delle affettività. Ha lavorato in special modo sulle questioni dei cambiamenti soggettivi e del bisogno di affermare la propria identità, sulle affettività e sulle appartenenze culturali.
Ha vinto il premio Yann Geffroy 2008 assegnato dall’Agenzia Grazia Neri.
Il percorso espositivo comprende 12 stampe a colori e rappresenta il risultato finale di un lavoro approfondito che Alfredo Covino ha effettuato in Moldova, nel tentativo di riportare, attraverso il suo sguardo, l’essenza reale di un paese e di un popolo di cui poco si sa in Italia. Quello realizzato da Covino non è tanto un foto-reportage di stampo classico quanto piuttosto un mosaico di appunti visivi che intende far emergere sentimenti, istanti privati, luoghi dell’anima che fanno parte del bagaglio umano di ogni cittadino moldavo immigrato nel nostro paese, il quale mantiene nella propria sfera interiore un forte contatto con il proprio mondo e le proprie tradizioni in un sacrosanto impulso di mantenimento dell’identità.
Con il suo lavoro sulla Moldova, Alfredo Covino ha vinto il Premio Yann Geffroy 2008 assegnato dall’Agenzia Grazia Neri.
Cara Moldova – Il Progetto
La famiglia Ciobanu ogni agosto torna in Moldova. La loro casa è a Floresti, a circa cento km dalla capitale Chişinău. Il viaggio in macchina da Roma è lungo, ma all’arrivo, la stanchezza lascia spazio alle emozioni. Floresti è una piccola città dove la maggioranza della popolazione sopravvive con i prodotti ricavati dalle loro coltivazioni. Qui Vitalie era insegnante in una scuola. Quando lui e Tania, sua moglie, decisero di costruire una famiglia, furono costretti a emigrare. Perché a Floresti lo stipendio di un professore non consente di vivere dignitosamente. Vitalie è partito da solo. È arrivato in Italia per trovarsi un lavoro, e soltanto dopo un anno sua moglie e i suoi figli hanno potuto raggiungerlo. In Italia si chiama burocraticamente “ricongiungimento familiare”. Per loro non sono altro che gli anni della separazione, i momenti più difficili di una vita già molto complicata.
Oggi Vitalie ha un buon lavoro. Tania, oltre ad accudire i figli, ha voluto proseguire gli studi per conseguire la laurea anche in Italia. In loro c’è una forte voglia di tornare nel proprio paese. Di tornare alle proprie radici. E come potrebbe essere altrimenti. Malgrado questo sia un piccolo Paese, forte è il senso di appartenenza alla propria terra che la maggior parte dei moldavi ha dentro di sé.
(Alfredo Covino)
Testo critico di Maurizio G. De Bonis, curatore della mostra, su CultFrame:
http://www.cultframe.com/26/32/6207/articolo_informazioni.asp
Alfredo Covino - Profilo
Alfredo Covino è nato nel 1973 a Roma, dove attualmente vive e lavora. Ha studiato fotografia all’Istituto Europeo del Design e in seguito si è specializzato con un master in Fotogiornalismo all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata.
Ha esposto le sue fotografie in alcune rassegne e manifestazioni organizzate dal Comune di Roma ed ha pubblicato lavori fotografici su giornali e riviste.
Ha realizzato reportage sul tema dell’identità di genere in Italia, sull’immigrazione, sull’esclusione sociale, sulla nuova povertà, sulle mutazioni dell’individuo e la sfera delle affettività. Ha lavorato in special modo sulle questioni dei cambiamenti soggettivi e del bisogno di affermare la propria identità, sulle affettività e sulle appartenenze culturali.
Ha vinto il premio Yann Geffroy 2008 assegnato dall’Agenzia Grazia Neri.
10
aprile 2008
Alfredo Covino – Cara Moldova
Dal 10 aprile al 02 maggio 2008
fotografia
Location
BIBLIOTECA RISPOLI
Roma, Piazza Grazioli, 4, (Roma)
Roma, Piazza Grazioli, 4, (Roma)
Orario di apertura
Lun/Merc 9-22 ; Giov/Ven 9-19 ; Sab 9-13
Vernissage
10 Aprile 2008, ore 17.30
Autore
Curatore