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Francesco La Monaca – Tra erudita plasticità e tattile sintesi compositiva
In mostra opere dell’artista italiano, francese d’adozione: oltre 38 sculture e diverse pitture (molte inedite)
Comunicato stampa
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La suggestiva cornice della Rocca Sforzesca di Soncino si presta per quest’occasione ad ospitare Francis La Monaca, un artista che fu importantissimo nel campo della ritrattistica scultorea e pittorica della Belle Époque, noto in tutto il mondo e a pieno titolo annoverato tra i maestri che hanno partecipato ad importantissime avanguardie storiche, quali quella della scultura impressionista e dei fauvisti.
Singolare è il percorso sviluppato da Francesco La Monaca nel campo della Storia dell’ Arte, parallelamente al fenomeno stilistico del suo amico, il celebratissimo Rembrandt Bugatti.
Le opere qui proposte saranno sia edite che inedite, provenienti da collezione privata ed enti pubblici. Uno dei più completi viaggi retrospettivi mai messi insieme in questi anni dopo l’ ultima grande mostra, in ordine di tempo, tenutasi a cura di Rossana Bossaglia nel 1992 a Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
E’ il 1903 quando Francesco la Monaca sbarcò a Parigi dalla natìa Catanzaro. E’ un momento ricco di fermenti artistici quello che si dipana sotto il cielo di Parigi: il cubismo di Picasso è appena stato inaugurato, i fauves di Henry Matisse e Albert Marquet sono alle porte e Francesco La Monaca viene accolto, assieme a Modigliani, Chagall, Kisling e Picasso nel Bateau Lavoir di Guillaume Apollinaire e Marie Laurencin.
La Monaca vive come imbianchino e cameriere, sbarcando il lunario in qualche modo, ma sono anni bohémiens, quindi segue un iter comune a molti artisti che in Parigi cercano conferma e ispirazione per la loro vena artistica.
Vediamo alcuni di questi risultati nel ‘Ritratto di Donna ‘ del 1904 ( inedito ) dove l’ influsso matissiano risulta evidentissimo, come anche in alcuni bronzi coevi ( ‘Prigione’, detto anche ‘L’Ultimo Sforzo’ ad esempio) dove il modellato risulta nervoso, come sgrezzato in abbozzo, avvicinandosi allo stile selvaggio che Marquet rese celebre, dando anche la definizione della cifra stilistica dei fauves, detti ironicamente ‘chez Donatello?’
La Monaca, figlio della terra calabrese, nasce nel 1882 in una Catanzaro povera, ma tuttavia celebre sul suolo europeo per la finissima manifattura della seta e dei damaschi: e la madre stessa di Francesco è filatrice.
Il giovane cresce in un ambiente assai modesto, come molti coetanei dopo la scuola si arruola nell’ esercito per giungere poi a Napoli nel famoso cenacolo degli artisti morelliani, dove dominava incontrastato il genio della scultura: Vincenzo Gemito.
A Parigi, porta con sé il bagaglio culturale assorbito nell’ Accademia di Belle Arti di Napoli, e dimostra subito di saper cogliere il nuovo gusto francese: crea motivi decorativi per edifici e negozi, finché nel 1909 arriva l’opportunità di esporre al Salon des Artistes Français con l’ opera ‘ La Povertà’.
Nel 1914 espone ‘L’Ultimo Sforzo’, e nello stesso anno l’ ex regina di Napoli Sofia gli affida la committenza di creare piccole sculture per i più osannati esponenti del mitico Balletto Russo di Sergej Diaghilev.
Le opere dovevano andare in omaggio agli czar in occasione delle nozze d’ argento dell’ Imperial Coppia del Palazzo d’ Inverno.
Purtroppo lo scoppio della guerra, costringe La Monaca ad interrompere il lavoro. Di queste sculture, non rimane che l’Effige della ballerina Karsavina’.
Nel 1915 si reca a Londra, dove vorrebbe aprire un atelier, ma si trova senza fondi.
Nel 1916, ritornato a Parigi, inizia una collaborazione con ‘ L’ Illustration’ come corrispondente di guerra, firmando i suoi disegni con lo pseudonimo ‘ Lémoine’.
Nel 1918, alla fine della Guerra, ordina una mostra personale alla Galleria ‘ Marigny’ di Parigi; e comincia ad esporre con successo al riaperto Salon Des Artistes Français.
Nel 1920 realizza il “Bacio al Morente’ (qui esposto)
Nel 1921 la fama di La Monaca è ormai consolidata. In Francia lo conoscono con il nome di Francis.
Nel 1921 si ha anche il suo primo viaggio negli Stati Uniti e nel 1922 il ritorno a Londra, dove alla Fine Art Gallery si ha un suo vernissage di grandissimo successo, tale da essere ripetuto al palazzo di Eastbourne. In sede di mostra vengono esposti ritratti di personaggi eccellenti come l’Arcivescovo di Canterbury, il romanziere George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, lo scrittore Riger Haggard, la “Duse inglese”: Sybil Thorndike, il Nobel per la medicina Sir Donald Ross.
Il trionfo delle due rassegne consacrerà La Monaca definitivamente come il maggiore ritrattista del suo tempo, come sottolineerà anche il quotidiano ‘ Paris Soir’ nella prima pagina a firma Paul Réboux.
Nel 1930 esegue il ritratto ad olio di Milly Cardona, ‘Signora in Pelliccia’, moglie del celebre pittore Giovanni Boldini.
Nel 1932 parte per Londra con Milly Cardona, intanto divenuta vedova Boldini, che La Monaca sposerà poi il 4 febbraio.
Il matrimonio con Milly permetterà a La Monaca di realizzare i ritratti del gotha dell’epoca, avendo accesso ai salotti più prestigiosi e nominati, anche grazie alla fama di Boldini tra gli stessi.
Nello stesso anno, tornato a Parigi, realizza il bellissimo ritratto, esposto in questa sede, dell’ Ambasciatore d’ Italia Garda in uniforme militare.
Nel 1933, dopo aver eseguito i ritratti delle personalità diplomatiche più importanti, si incontra col teorico del surrealismo André Bréton e col compositore e pianista Alfred Cortot.
E’ l’anno in cui esegue il ritratto di Pio XI, custodito presso i Musei Vaticani ed una inedita variante della maschera in gesso qui esposta.
Realizza anche il bozzetto per il monumento a Blasco Ibanez, e nello stesso anno modella anche la celebre scultura dedicata a Madame Wellington Koo, moglie dell’ Ambasciatore di Cina a Parigi, che qui abbiamo il piacere di ammirare in mostra Gli vengonoaffidate in questi anni diverse committenze per l’esecuzione dei ritratti di eminenti personalità religiose tra cui: Monsignor Merio, direttore della Sainte-Enfance (1932), il busto del cardinale Maglione- Nunzio apostolico della Santa Sede a Parigi(1933), il busto del Cardinale Verdier- Arcivescovo di Parigi(1934). Nel 1934 comincia a lavorare sul monumento tombale a Leonardo Da Vinci, destinato al castello di Amboise, che terminerà nel 1936.
Nel 1936 viene espresso dall’ Associazione della Stampa Latina d’ Europa e d’America il desiderio del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosvelt di essere ritratto da La Monaca.
A New York gli vengono tributate accoglienze trionfali e onori di Stato, mentre tutta la stampa mondiale sottolineerà l’ eccezionalità dell’ evento.
Nel 1937, La Monaca esegue la sua ultima opera: il ritratto di Miss Katherine Vincent. Dopodichè, i coniugi si ammalano di broncopolmonite virale.
Francis muore nella notte fra il 4 e il 5 febbraio, proprio la mattina prima di recarsi alla Casa Bianca per ritrarre il Presidente.
Da ogni parte del mondo giungono sentiti cordogli per la scomparsa dell’ artista, che nel funerale di Parigi riceverà onori di Stato, come solo per Braque erano stati riservati, accompagnato da un’ interminabile folla di cittadini, ma anche di artisti, letterati, uomini politici, fino alla sua sepoltura. .
Singolare è il percorso sviluppato da Francesco La Monaca nel campo della Storia dell’ Arte, parallelamente al fenomeno stilistico del suo amico, il celebratissimo Rembrandt Bugatti.
Le opere qui proposte saranno sia edite che inedite, provenienti da collezione privata ed enti pubblici. Uno dei più completi viaggi retrospettivi mai messi insieme in questi anni dopo l’ ultima grande mostra, in ordine di tempo, tenutasi a cura di Rossana Bossaglia nel 1992 a Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
E’ il 1903 quando Francesco la Monaca sbarcò a Parigi dalla natìa Catanzaro. E’ un momento ricco di fermenti artistici quello che si dipana sotto il cielo di Parigi: il cubismo di Picasso è appena stato inaugurato, i fauves di Henry Matisse e Albert Marquet sono alle porte e Francesco La Monaca viene accolto, assieme a Modigliani, Chagall, Kisling e Picasso nel Bateau Lavoir di Guillaume Apollinaire e Marie Laurencin.
La Monaca vive come imbianchino e cameriere, sbarcando il lunario in qualche modo, ma sono anni bohémiens, quindi segue un iter comune a molti artisti che in Parigi cercano conferma e ispirazione per la loro vena artistica.
Vediamo alcuni di questi risultati nel ‘Ritratto di Donna ‘ del 1904 ( inedito ) dove l’ influsso matissiano risulta evidentissimo, come anche in alcuni bronzi coevi ( ‘Prigione’, detto anche ‘L’Ultimo Sforzo’ ad esempio) dove il modellato risulta nervoso, come sgrezzato in abbozzo, avvicinandosi allo stile selvaggio che Marquet rese celebre, dando anche la definizione della cifra stilistica dei fauves, detti ironicamente ‘chez Donatello?’
La Monaca, figlio della terra calabrese, nasce nel 1882 in una Catanzaro povera, ma tuttavia celebre sul suolo europeo per la finissima manifattura della seta e dei damaschi: e la madre stessa di Francesco è filatrice.
Il giovane cresce in un ambiente assai modesto, come molti coetanei dopo la scuola si arruola nell’ esercito per giungere poi a Napoli nel famoso cenacolo degli artisti morelliani, dove dominava incontrastato il genio della scultura: Vincenzo Gemito.
A Parigi, porta con sé il bagaglio culturale assorbito nell’ Accademia di Belle Arti di Napoli, e dimostra subito di saper cogliere il nuovo gusto francese: crea motivi decorativi per edifici e negozi, finché nel 1909 arriva l’opportunità di esporre al Salon des Artistes Français con l’ opera ‘ La Povertà’.
Nel 1914 espone ‘L’Ultimo Sforzo’, e nello stesso anno l’ ex regina di Napoli Sofia gli affida la committenza di creare piccole sculture per i più osannati esponenti del mitico Balletto Russo di Sergej Diaghilev.
Le opere dovevano andare in omaggio agli czar in occasione delle nozze d’ argento dell’ Imperial Coppia del Palazzo d’ Inverno.
Purtroppo lo scoppio della guerra, costringe La Monaca ad interrompere il lavoro. Di queste sculture, non rimane che l’Effige della ballerina Karsavina’.
Nel 1915 si reca a Londra, dove vorrebbe aprire un atelier, ma si trova senza fondi.
Nel 1916, ritornato a Parigi, inizia una collaborazione con ‘ L’ Illustration’ come corrispondente di guerra, firmando i suoi disegni con lo pseudonimo ‘ Lémoine’.
Nel 1918, alla fine della Guerra, ordina una mostra personale alla Galleria ‘ Marigny’ di Parigi; e comincia ad esporre con successo al riaperto Salon Des Artistes Français.
Nel 1920 realizza il “Bacio al Morente’ (qui esposto)
Nel 1921 la fama di La Monaca è ormai consolidata. In Francia lo conoscono con il nome di Francis.
Nel 1921 si ha anche il suo primo viaggio negli Stati Uniti e nel 1922 il ritorno a Londra, dove alla Fine Art Gallery si ha un suo vernissage di grandissimo successo, tale da essere ripetuto al palazzo di Eastbourne. In sede di mostra vengono esposti ritratti di personaggi eccellenti come l’Arcivescovo di Canterbury, il romanziere George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, lo scrittore Riger Haggard, la “Duse inglese”: Sybil Thorndike, il Nobel per la medicina Sir Donald Ross.
Il trionfo delle due rassegne consacrerà La Monaca definitivamente come il maggiore ritrattista del suo tempo, come sottolineerà anche il quotidiano ‘ Paris Soir’ nella prima pagina a firma Paul Réboux.
Nel 1930 esegue il ritratto ad olio di Milly Cardona, ‘Signora in Pelliccia’, moglie del celebre pittore Giovanni Boldini.
Nel 1932 parte per Londra con Milly Cardona, intanto divenuta vedova Boldini, che La Monaca sposerà poi il 4 febbraio.
Il matrimonio con Milly permetterà a La Monaca di realizzare i ritratti del gotha dell’epoca, avendo accesso ai salotti più prestigiosi e nominati, anche grazie alla fama di Boldini tra gli stessi.
Nello stesso anno, tornato a Parigi, realizza il bellissimo ritratto, esposto in questa sede, dell’ Ambasciatore d’ Italia Garda in uniforme militare.
Nel 1933, dopo aver eseguito i ritratti delle personalità diplomatiche più importanti, si incontra col teorico del surrealismo André Bréton e col compositore e pianista Alfred Cortot.
E’ l’anno in cui esegue il ritratto di Pio XI, custodito presso i Musei Vaticani ed una inedita variante della maschera in gesso qui esposta.
Realizza anche il bozzetto per il monumento a Blasco Ibanez, e nello stesso anno modella anche la celebre scultura dedicata a Madame Wellington Koo, moglie dell’ Ambasciatore di Cina a Parigi, che qui abbiamo il piacere di ammirare in mostra Gli vengonoaffidate in questi anni diverse committenze per l’esecuzione dei ritratti di eminenti personalità religiose tra cui: Monsignor Merio, direttore della Sainte-Enfance (1932), il busto del cardinale Maglione- Nunzio apostolico della Santa Sede a Parigi(1933), il busto del Cardinale Verdier- Arcivescovo di Parigi(1934). Nel 1934 comincia a lavorare sul monumento tombale a Leonardo Da Vinci, destinato al castello di Amboise, che terminerà nel 1936.
Nel 1936 viene espresso dall’ Associazione della Stampa Latina d’ Europa e d’America il desiderio del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosvelt di essere ritratto da La Monaca.
A New York gli vengono tributate accoglienze trionfali e onori di Stato, mentre tutta la stampa mondiale sottolineerà l’ eccezionalità dell’ evento.
Nel 1937, La Monaca esegue la sua ultima opera: il ritratto di Miss Katherine Vincent. Dopodichè, i coniugi si ammalano di broncopolmonite virale.
Francis muore nella notte fra il 4 e il 5 febbraio, proprio la mattina prima di recarsi alla Casa Bianca per ritrarre il Presidente.
Da ogni parte del mondo giungono sentiti cordogli per la scomparsa dell’ artista, che nel funerale di Parigi riceverà onori di Stato, come solo per Braque erano stati riservati, accompagnato da un’ interminabile folla di cittadini, ma anche di artisti, letterati, uomini politici, fino alla sua sepoltura. .
19
aprile 2008
Francesco La Monaca – Tra erudita plasticità e tattile sintesi compositiva
Dal 19 aprile al 04 maggio 2008
arte contemporanea
Location
ROCCA SFORZESCA
Soncino, Via Castello, (Cremona)
Soncino, Via Castello, (Cremona)
Vernissage
19 Aprile 2008, ore 17
Autore
Curatore