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Gian Luigi Braggio – Installazioni
La mostra raccoglie alcuni lavori eseguiti tra il 2006 e il 2008caratterizzati da un forte lirismo e dall’uso di materiali non convenzionali quali cartone e pvc, in grado di stimolare la riflessione ed offrirenumerosi spunti critici
Comunicato stampa
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La mostra raccoglie alcuni lavori eseguiti tra il 2006 e il 2008caratterizzati da un forte lirismo e dall'uso di materiali non convenzionali quali cartone e pvc, in grado di stimolare la riflessione ed offrirenumerosi spunti critici. Presenza costante nei miei lavori è quello che io chiamo codice, un sorta di filo spinato riconoscibile come prodotto della tecnologia moderna ma anche, grazie alla finzione operata dall'arte, un segno leggero e innocuo, che dopo il primo impatto pare frutto di una germinazione spontanea, organica, vegetale, più che opera dell'uomo. Un codice cifrato, forse il codice genetico della natura umana: irriducibile e contraddittoria, carnale e spirituale, e, nonostante l’evidenza brutale della realtà, di infinita bellezza.In "Panta rei" l'installazione si compone di una struttura apparentemente precaria, in legno e cartone, quasi fosse costituita da singole unitàricomponibili, elementi di un linguaggio formale capace all'occorrenza di ricreare quel luogo particolare, quello dell'arte, in cui è possibile portare lo sguardo oltre l'apparenza. Un codice (le strutture filiformi appese) consente la visione: l'immagine di una Venere che potrebbe essere tratta da un dipinto antico, o comunque senza tempo (in realtà appositamente creata). Essa si presenta scomposta in cinque porzioni verticali anch'esse appese, soggette alla instabilità dell'eterno fluire delle cose per effetto dei diversi gradi di rotazione che di volta in volta esse possono assumere, e la pongono in stretta relazione con lo spazio circostante, impedendole di essere colta nella sua interezza. Mentre le categorie umane sembrano ricondurre inevitabilmente alla dialettica degli opposti, l'essere simanifesta non nell'unicità metafisica ma nel suo accadere, e si comunica attraverso il dialogo e l'interpretazione.Quando costruii il primo modulo, un mezzo cubo in vetro sinteticocontenente circa cinque metri di codice in cartone, volevo ironicamente fingere, in materiale povero, la presenza di un prezioso oggettoborghese. "Binomio" invece è una composizione modulare costruita da due sequenze verticali, simili ma non speculari. Dalle molteplici valenze simboliche, interpreta i temi del codice e del doppio."Soffio rosso" cerca metaforicamente di dar forma al vuoto, lasciando alla luce il compito di definire i valori formali e chiaroscurali. In "Ego"l’intimità è nuda, invisibile. Un involucro vuoto è quanto resta diun’armatura appena spogliata. Il codice è momentaneamente riposto, come fosse un utensile misterioso pronto all’occorrenza per essereadoperato di nuovo.
"Congegno meccanico" è una macchina capace di trazione, voluta per sottolineare il necessario legame di un linguaggio, nel caso specificol’arte, col suo territorio. La forma, vagamente ispirata ad un albero motore, allude al legame di Torino con l’industria automobilistica. Vuole anche richiamarsi all'antica vocazione tecnica e costruttiva dell'arte,oramai perduta. Anche "Ingranaggio" è da interpretarsi in tal senso. Rimanda lontanamente al Brunelleschi, grande ingegnere e costruttore di orologi oltre che scultore e architetto. Parte di un meccanismosconosciuto, momentaneamente sottratto alla sua presunta funzione, si presenta solenne e misurato, eterno e monumentale. Il codice anche in questo caso diventa parte della funzionalità del meccanismo, ma èpresenza discreta, soltanto disegnata. A completare il trittico a tema è "Marmitta", dove questa volta il codice sembra essere rimasto impresso sulla superficie per via dell'ipotetico passaggio di calore al suo interno.“Icaro moderno” è l'ultima opera eseguita in ordine cronologico. Ilmateriale questa volta è pvc trasparente, graffiato accuratamente concarta abrasiva per dargli consistenza, fisicità. Rappresenta un aereo eseguito utilizzando in parte la tecnica dell'origami, una tradizione per diverse ragioni affascinante che ha la particolarità di riuscire a tradurre in modo semplice e diretto un progetto in modello. Anche qui ricorre il tema del doppio, della mezza unità. Sono infatti due mezzi aeroplani uniti al centro solo parzialmente, dove stilla qualche frammento di codice rosso. Il mito notoriamente presenta una duplice interpretazione: da un lato Icaro diventa simbolo del coraggio, dell'aspirazione alla conoscenza e alla ricerca, del desiderio di libertà, dall'altro costituisce un perentorio monito poiché, se è vero che l'uomo con la sua intelligenza è capace di superare ogni ostacolo, deve guardarsi dall'orgoglio in grado di distruggererapidamente ciò che essa ha appena creato.Completano la mostra tre lavori grafici frutto di manipolazione fotografica digitale con un intervento a pastello.Tra le mostre recenti:2003-2004: Exporsi, Human Organic Thirst e Humus, Spazio Culturale S. Chiara (Vercelli) a cura di Elisabetta Della Valle2005: Prospettiva Neo, presso le sale del Museo Città di Collegno (To) a curadell’Associazione Culturale Paradigma (Torino)2006: Forma sensibile, a cura di Domenico Papa, presso il Machè di Torino e la Galleria Metrò di Caserta; Biennale dei Giovani Artisti, Circolo Parasio, (Imperia); Premio Novara 2006, Salone Arengo del Broletto (Novara); Abitare il confine, Fortezza di Fenestrelle (Torino) a cura di Domenico Papa.2007: Alètheia, mostra personale al circolo Pueblo di Torino; Premio Addamiano, presso le scuole elementari di Nova Milanese; II Biennale GenovArte 2007,Palazzo Stella (Genova); Artika, Fonderie creative, Moncalieri (To); Dàimon 2, a cura dell’Ass. Paradigma, Museo Città di Collegno (To).
"Congegno meccanico" è una macchina capace di trazione, voluta per sottolineare il necessario legame di un linguaggio, nel caso specificol’arte, col suo territorio. La forma, vagamente ispirata ad un albero motore, allude al legame di Torino con l’industria automobilistica. Vuole anche richiamarsi all'antica vocazione tecnica e costruttiva dell'arte,oramai perduta. Anche "Ingranaggio" è da interpretarsi in tal senso. Rimanda lontanamente al Brunelleschi, grande ingegnere e costruttore di orologi oltre che scultore e architetto. Parte di un meccanismosconosciuto, momentaneamente sottratto alla sua presunta funzione, si presenta solenne e misurato, eterno e monumentale. Il codice anche in questo caso diventa parte della funzionalità del meccanismo, ma èpresenza discreta, soltanto disegnata. A completare il trittico a tema è "Marmitta", dove questa volta il codice sembra essere rimasto impresso sulla superficie per via dell'ipotetico passaggio di calore al suo interno.“Icaro moderno” è l'ultima opera eseguita in ordine cronologico. Ilmateriale questa volta è pvc trasparente, graffiato accuratamente concarta abrasiva per dargli consistenza, fisicità. Rappresenta un aereo eseguito utilizzando in parte la tecnica dell'origami, una tradizione per diverse ragioni affascinante che ha la particolarità di riuscire a tradurre in modo semplice e diretto un progetto in modello. Anche qui ricorre il tema del doppio, della mezza unità. Sono infatti due mezzi aeroplani uniti al centro solo parzialmente, dove stilla qualche frammento di codice rosso. Il mito notoriamente presenta una duplice interpretazione: da un lato Icaro diventa simbolo del coraggio, dell'aspirazione alla conoscenza e alla ricerca, del desiderio di libertà, dall'altro costituisce un perentorio monito poiché, se è vero che l'uomo con la sua intelligenza è capace di superare ogni ostacolo, deve guardarsi dall'orgoglio in grado di distruggererapidamente ciò che essa ha appena creato.Completano la mostra tre lavori grafici frutto di manipolazione fotografica digitale con un intervento a pastello.Tra le mostre recenti:2003-2004: Exporsi, Human Organic Thirst e Humus, Spazio Culturale S. Chiara (Vercelli) a cura di Elisabetta Della Valle2005: Prospettiva Neo, presso le sale del Museo Città di Collegno (To) a curadell’Associazione Culturale Paradigma (Torino)2006: Forma sensibile, a cura di Domenico Papa, presso il Machè di Torino e la Galleria Metrò di Caserta; Biennale dei Giovani Artisti, Circolo Parasio, (Imperia); Premio Novara 2006, Salone Arengo del Broletto (Novara); Abitare il confine, Fortezza di Fenestrelle (Torino) a cura di Domenico Papa.2007: Alètheia, mostra personale al circolo Pueblo di Torino; Premio Addamiano, presso le scuole elementari di Nova Milanese; II Biennale GenovArte 2007,Palazzo Stella (Genova); Artika, Fonderie creative, Moncalieri (To); Dàimon 2, a cura dell’Ass. Paradigma, Museo Città di Collegno (To).
25
marzo 2008
Gian Luigi Braggio – Installazioni
Dal 25 marzo al 10 aprile 2008
arte contemporanea
Location
CAFFE’ CHINESE ART GALLERY
Torino, Via Santa Chiara, 8/b, (Torino)
Torino, Via Santa Chiara, 8/b, (Torino)
Autore