“Io credo in una nuova arte viva al servizio di una nuova arte del vivere: in un’ars viva al servizio di una nuova, più umana ars vivendi, della quale, come preludio del compimento, fa parte anche l’ars moriendi. E io sono convinto che anche oggi l’arte, l’opera d’arte può essere un grande simbolo:
- un simbolo che a noi uomini, in mezzo a tutte le difficoltà e contraddizioni, può ricordare la grande eredità del passato, il futuro ancora da conquistare, il senso, il valore, la dignità del nostro vivere nell’hic et nunc;
- un simbolo, che può destare la nostra passione per la libertà e la veracità, la nostra fame di giustizia e amore, il nostro desiderio di comunione, di riconciliazione e di pace;
- un simbolo che può forse farci persino intuire qualcosa di ciò che ci “concerne incondizionatamente”: il mistero, inconcepibilmente grande e ancora nascosto, in noi e attorno a noi – quindi, nel cuore del sensibile, il fondamento – senso soprasensibile dell’intera nostra realtà.” (da “Arte e problema del senso” di Hans Kung).