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Faïence. Cento anni del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza
Nell’occasione del suo centenario, la mostra intende rappresentare, attraverso la campionatura di 140 opere, l’identità di un museo originale quanto potentemente dotato come il Museo Internazionale della Ceramiche di Faenza, nato nel 1908 e istituito nel 1913 per volontà di Gaetano Ballardini che ne fu direttore fino al 1953. Storia di un museo unico, di una tradizione che da artigianato artistico si fa arte a tutti gli effetti, di un lavoro che da manuale si fa industriale
Comunicato stampa
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Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza presenta la mostra: “FAÏANCE. CENTO ANNI DEL MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE DI FAENZA” che si terrà a Roma nella affascinante cornice di Palazzo San Macuto sede delle Commissioni Parlamentari e della Biblioteca della Camera dei Deputati, la terza, per importanza, tra le biblioteche aperte al pubblico, dopo le biblioteche nazionali centrali di Roma e di Firenze.
Nell’occasione del suo centenario, la mostra intende rappresentare, attraverso la campionatura di 140 opere, l’identità di un museo originale quanto potentemente dotato come il Museo Internazionale della Ceramiche di Faenza, nato nel 1908 e istituito nel 1913 per volontà di Gaetano Ballardini che ne fu direttore fino al 1953. Storia di un museo unico, di una tradizione che da artigianato artistico si fa arte a tutti gli effetti, di un lavoro che da manuale si fa industriale: queste le coordinate della mostra aperta dal 2 aprile al 30 maggio 2008, all’interno della Sala del Refettorio e corridoio dei cataloghi della Biblioteca della Camera.
L’occasione offerta dal suo centenario nel 2008 non è ovviamente solo celebrativa. Basterebbe il suo carattere unico di grande museo mondiale dedicato alla ceramica, dall’antichità alla contemporaneità fra Occidente e Oriente per costituire materiale di per sé singolare.
Sarà invece una rievocazione della storia della sua origine e dei suoi progressivi arricchimenti fino all’oggi finalizzata alla valorizzazione della ceramica come linguaggio espressivo dell’arte di tutti i tempi e di tutti i popoli. Se fino al secolo XIX essa è stata produzione funzionale ad usi disparati, dal decorativo alla pompa, dall’arredo al sacro, dal Novecento si è fatto sempre più intenso il suo carattere di mezzo espressivo al pari di altre materie e materiali tradizionalmente connessi al fare artistico, e ciò con la tecnica e la tecnologia specifiche che le appartengono.
La mostra sarà quindi un viaggio che ripropone, attraverso la scelta di oggetti e opere di grandissima qualità, la produzione dell’arte della terra e del fuoco conosciuta come ceramica, ma declinata in formule specifiche a seconda della loro costituzione e del loro uso: maiolica, terraglia, porcellana, grès ecc.
Piccoli e grandi capolavori, dal Rinascimento ad oggi, attesteranno la vitalità della ceramica e degli artisti che l’hanno realizzata, nella catena produttiva del loro farsi come nelle aree manifatturiere di appartenenza, in primis quella faentina che ha dato il nome universalmente accolto a definire la maiolica: “faїance”.
Il palazzo di San Macuto, è stato recentemente destinato alle commissioni parlamentari. Il nome di Macuto proviene dal Santo al quale era stata dedicata la chiesa che si trova nella stessa piazzetta. La leggenda racconta che il nome del palazzo è quello di un monaco del Galles, che rifugiatosi nella città Gallo Romana di Aleithum, l'odierna Saint Malo, per sottrarsi alle persecuzioni dei Sassoni, vi aveva fondato un monastero, e poi, una volta divenuto abate era stato proclamato vescovo della popolazione.
Il palazzo, annesso alla chiesa, fu costruito nel 1607 dal conte Girolamo Gabrielli di Gubbio e nel 1729 fu concesso ai gesuiti che vi avevano trasferito gli alunni del seminario romano ed aperto un convitto per giovanetti di famiglie nobili.
Soppressa la Compagnia di Gesù, chiesa e palazzo furono acquistati dal monte di Pietà (1774) che cedette la prima alla Confraternita dei Curiali ed il Palazzo al cardinale Borromeo, che tuttora conserva il suo nome.
Nel 1849 fu insediato da Mazzini ed in seguito divenne il Ministero dei Lavori Pubblici.
Il palazzo ospita oggi il Collegio di San Roberto Bellarmino.
Nell’occasione del suo centenario, la mostra intende rappresentare, attraverso la campionatura di 140 opere, l’identità di un museo originale quanto potentemente dotato come il Museo Internazionale della Ceramiche di Faenza, nato nel 1908 e istituito nel 1913 per volontà di Gaetano Ballardini che ne fu direttore fino al 1953. Storia di un museo unico, di una tradizione che da artigianato artistico si fa arte a tutti gli effetti, di un lavoro che da manuale si fa industriale: queste le coordinate della mostra aperta dal 2 aprile al 30 maggio 2008, all’interno della Sala del Refettorio e corridoio dei cataloghi della Biblioteca della Camera.
L’occasione offerta dal suo centenario nel 2008 non è ovviamente solo celebrativa. Basterebbe il suo carattere unico di grande museo mondiale dedicato alla ceramica, dall’antichità alla contemporaneità fra Occidente e Oriente per costituire materiale di per sé singolare.
Sarà invece una rievocazione della storia della sua origine e dei suoi progressivi arricchimenti fino all’oggi finalizzata alla valorizzazione della ceramica come linguaggio espressivo dell’arte di tutti i tempi e di tutti i popoli. Se fino al secolo XIX essa è stata produzione funzionale ad usi disparati, dal decorativo alla pompa, dall’arredo al sacro, dal Novecento si è fatto sempre più intenso il suo carattere di mezzo espressivo al pari di altre materie e materiali tradizionalmente connessi al fare artistico, e ciò con la tecnica e la tecnologia specifiche che le appartengono.
La mostra sarà quindi un viaggio che ripropone, attraverso la scelta di oggetti e opere di grandissima qualità, la produzione dell’arte della terra e del fuoco conosciuta come ceramica, ma declinata in formule specifiche a seconda della loro costituzione e del loro uso: maiolica, terraglia, porcellana, grès ecc.
Piccoli e grandi capolavori, dal Rinascimento ad oggi, attesteranno la vitalità della ceramica e degli artisti che l’hanno realizzata, nella catena produttiva del loro farsi come nelle aree manifatturiere di appartenenza, in primis quella faentina che ha dato il nome universalmente accolto a definire la maiolica: “faїance”.
Il palazzo di San Macuto, è stato recentemente destinato alle commissioni parlamentari. Il nome di Macuto proviene dal Santo al quale era stata dedicata la chiesa che si trova nella stessa piazzetta. La leggenda racconta che il nome del palazzo è quello di un monaco del Galles, che rifugiatosi nella città Gallo Romana di Aleithum, l'odierna Saint Malo, per sottrarsi alle persecuzioni dei Sassoni, vi aveva fondato un monastero, e poi, una volta divenuto abate era stato proclamato vescovo della popolazione.
Il palazzo, annesso alla chiesa, fu costruito nel 1607 dal conte Girolamo Gabrielli di Gubbio e nel 1729 fu concesso ai gesuiti che vi avevano trasferito gli alunni del seminario romano ed aperto un convitto per giovanetti di famiglie nobili.
Soppressa la Compagnia di Gesù, chiesa e palazzo furono acquistati dal monte di Pietà (1774) che cedette la prima alla Confraternita dei Curiali ed il Palazzo al cardinale Borromeo, che tuttora conserva il suo nome.
Nel 1849 fu insediato da Mazzini ed in seguito divenne il Ministero dei Lavori Pubblici.
Il palazzo ospita oggi il Collegio di San Roberto Bellarmino.
01
aprile 2008
Faïence. Cento anni del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza
Dal primo aprile al 30 maggio 2008
arti decorative e industriali
Location
BIBLIOTECA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Roma, Via Del Seminario, 76, (Roma)
Roma, Via Del Seminario, 76, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18, sabato dalle 10 alle 12,30 domenica chiuso
Sito web
www.micfaenza.org
Ufficio stampa
ALEPH
Ufficio stampa
CIVITA GROUP