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Jorge Gonzalez Perrin – Perrin a Venezia
In mostra disegni, inchiostri e dipinti, molti dei quali legati alla tematica dell’acqua ma non solo. In occasione dell’inaugurazione verrà proiettato, nella suggestiva cornice del campo del Ghetto Nuovo, il video “La metafora dell’Acqua”.
Comunicato stampa
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Inaugura il 17 aprile la personale dell’artista argentino Jorge González Perrin. Nato nel 1954 a Punta Alta (Buenos Aires) ha studiato pittura, litografia e disegno ed è stato vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Gran Premio d’Onore del Salone Nazionale dei Disegni (Argentina). Insegna presso l’Associazione Amici del Museo Nazionale di Belle Arti e tiene dei corsi di pittura e di specializzazione in Arteterapia presso l’IUNA (Istituto Universitario National de l’Arte).
In mostra disegni, inchiostri e dipinti. Come analogia della stessa materia, con le sue perdite e le sue cristallizzazioni, l’opera che ci offre Jorge González Perrin si presenta inizialmente come l’esigenza di un’immersione profonda nel primo caos, quel magma che gli antenàti non distinguevano dal cosmo e dal quale ogni forma è possibile, tutti gli spazi e tutti i tempi perdono la misura e nel quale ogni singolo limite, frontiera o margine vengono sottomessi al movimento, all’annullamento ed al fallimento.
Ma questo è solo l’inizio, perché evitando deliberatamente i modi ufficiali dei ricorsi artistici e dell’eccesso, l’artista va a coinvolgere anche l’osservatore in un compito più umile: circoscrivere, segnalare e trattenersi un momento fra le pieghe, i reflussi e le sedimentazioni di questa materia per “vedere” la sostanza volatile dell’immagine. Quindi, non è l’ordine ciò che Perrin oppone al caos, ma una poetica e un’etica: quella degli sguardi attenti a questa liquefazione implacabile delle figure e dei miti umani, a questo divenire che fa di noi la nostra condizione storica e mortale, ma che è anche un’esaltazione dei piccoli istanti dell’abbraccio e della felicità.
In occasione dell’inaugurazione verrà proiettato, nella suggestiva cornice del campo del Ghetto Nuovo, il video “La metafora dell’Acqua”. La peculiarità di queste opere fa sì che esse possano essere ingrandite assumendo un formato che inevitabilmente modifica la loro dimensione estetica, andando così a creare nuove suggestioni e coinvolgendo il linguaggio stesso, che acquista una risonanza diversa, capace di suggerire altre letture.
La stessa tematica dell’acqua, che si associa facilmente a Venezia, città acquatica per eccellenza, si presta a innumerevoli interpretazioni: acqua come materia prima, come simbolo di fertilità e sorgente di vita; acqua considerata come “bene dell’umanità” o oggetto da contendere e causa di conflitti in diversi luoghi del pianeta. L’artista è già stato protagonista di numerose iniziative ed esposizioni dedicate alla tematica dell’acqua, in collaborazione con l’UNESCO ed altre organizzazioni sensibili alle problematiche odierne relative a questo tema; ad esse si aggiungono le personali realizzate in Argentina e in Francia (Castello di Tours, Montrésor) e la pubblicazione nel 2005 del libro “La metafora dell’acqua” a cura di Josè Maria D’Errico.
In mostra disegni, inchiostri e dipinti. Come analogia della stessa materia, con le sue perdite e le sue cristallizzazioni, l’opera che ci offre Jorge González Perrin si presenta inizialmente come l’esigenza di un’immersione profonda nel primo caos, quel magma che gli antenàti non distinguevano dal cosmo e dal quale ogni forma è possibile, tutti gli spazi e tutti i tempi perdono la misura e nel quale ogni singolo limite, frontiera o margine vengono sottomessi al movimento, all’annullamento ed al fallimento.
Ma questo è solo l’inizio, perché evitando deliberatamente i modi ufficiali dei ricorsi artistici e dell’eccesso, l’artista va a coinvolgere anche l’osservatore in un compito più umile: circoscrivere, segnalare e trattenersi un momento fra le pieghe, i reflussi e le sedimentazioni di questa materia per “vedere” la sostanza volatile dell’immagine. Quindi, non è l’ordine ciò che Perrin oppone al caos, ma una poetica e un’etica: quella degli sguardi attenti a questa liquefazione implacabile delle figure e dei miti umani, a questo divenire che fa di noi la nostra condizione storica e mortale, ma che è anche un’esaltazione dei piccoli istanti dell’abbraccio e della felicità.
In occasione dell’inaugurazione verrà proiettato, nella suggestiva cornice del campo del Ghetto Nuovo, il video “La metafora dell’Acqua”. La peculiarità di queste opere fa sì che esse possano essere ingrandite assumendo un formato che inevitabilmente modifica la loro dimensione estetica, andando così a creare nuove suggestioni e coinvolgendo il linguaggio stesso, che acquista una risonanza diversa, capace di suggerire altre letture.
La stessa tematica dell’acqua, che si associa facilmente a Venezia, città acquatica per eccellenza, si presta a innumerevoli interpretazioni: acqua come materia prima, come simbolo di fertilità e sorgente di vita; acqua considerata come “bene dell’umanità” o oggetto da contendere e causa di conflitti in diversi luoghi del pianeta. L’artista è già stato protagonista di numerose iniziative ed esposizioni dedicate alla tematica dell’acqua, in collaborazione con l’UNESCO ed altre organizzazioni sensibili alle problematiche odierne relative a questo tema; ad esse si aggiungono le personali realizzate in Argentina e in Francia (Castello di Tours, Montrésor) e la pubblicazione nel 2005 del libro “La metafora dell’acqua” a cura di Josè Maria D’Errico.
17
aprile 2008
Jorge Gonzalez Perrin – Perrin a Venezia
Dal 17 aprile al 02 maggio 2008
arte contemporanea
Location
CALCAGNO ART STUDIO
Venezia, Campo del Ghetto, 2918, (Venezia)
Venezia, Campo del Ghetto, 2918, (Venezia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-13 15-18
sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
17 Aprile 2008, 18.00
Autore
Curatore