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Pietro Melecchi / Claudio Rojatti – Forme del tempo
Questo evento è l’incontro di due artisti che nonostante la differenza cronologica hanno molto in comune. Melecchi , le sue superfici e la sua “materia”, ben si amalgamano con le plastiche forme dei bronzi di Rojatti. Un “passaggio” trasversale capace di unire mirabilmente mani ed epoche diverse
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Pietro Melecchi (1902-1996) rappresenta un passaggio molto interessante nel corso dell’arte italiana del ‘900: è uno di quegli artisti che ha contribuito attraverso le sue opere a far conoscere uno dei lati più interessanti della sperimentazione artistica di cinquant’anni fa.
Dagli anni ‘40 in poi infatti, ha segnato nella pittura passaggi interessantissimi: le sue nature morte, i suoi fiori e i suoi astratti, lo collocano di diritto fra i maestri indiscussi di quel periodo. Il suo torto semmai è stato quello di coltivare poco certi circuiti che anche allora erano garanzia di successo, e pur tuttavia ci arriva un commento di OSCAR KOKOSCKA del 1949 e un intenso carteggio con GIORGIO MORANDI, suo amico di sempre.
Questo solo per considerare la stima di alcuni grandi personaggi che aiuta a completare la grande personalità di Melecchi.
E’ un dovere allora da parte nostra, riprendere il filo di un discorso per impedire che un ingiusto oblio abbia il sopravvento ed è un grande piacere notare che la qualità di cinquant’anni fa, oggi vive di una luce dirompente e assoluta.
Claudio Rojatti è uno scultore che ci arriva direttamente da quella massa enorme di personaggi che hanno preferito il lavoro oscuro e schivo alla vetrina lucente di forme pubblicitarie di qualche tipo.
Non che un artista debba munirsi di patenti e timbri particolari, ma è stato particolarmente emozionante scoprire tra le pieghe di un “uomo” le stigmate della genialità.
I suoi bronzi sono infatti arte a tutto tondo e ci rimandano la memoria di grandi maestri del passato: da Rodin a Giacometti infatti i passaggi sono molteplici e riconosciamo più di un collegamento.
Le sue sculture hanno la plasticità e la leggerezza che solo una personalità estremamente sensibile sa trasferire e le sue forme sono pure, semplici ma proprio per questo terribilmente complesse nella loro interpretazione.
E’ il destino dei grandi, di chi ti vuole colpire con la leggerezza della piuma facendoti sentire il senso della spada.
Per questo riteniamo di iscrivere Claudio Rojatti in un Olimpo di assoluto prestigio, ne ha titolo e sebbene non sia un ragazzo lo aspettiamo nello sviluppo della sua arte.
Dagli anni ‘40 in poi infatti, ha segnato nella pittura passaggi interessantissimi: le sue nature morte, i suoi fiori e i suoi astratti, lo collocano di diritto fra i maestri indiscussi di quel periodo. Il suo torto semmai è stato quello di coltivare poco certi circuiti che anche allora erano garanzia di successo, e pur tuttavia ci arriva un commento di OSCAR KOKOSCKA del 1949 e un intenso carteggio con GIORGIO MORANDI, suo amico di sempre.
Questo solo per considerare la stima di alcuni grandi personaggi che aiuta a completare la grande personalità di Melecchi.
E’ un dovere allora da parte nostra, riprendere il filo di un discorso per impedire che un ingiusto oblio abbia il sopravvento ed è un grande piacere notare che la qualità di cinquant’anni fa, oggi vive di una luce dirompente e assoluta.
Claudio Rojatti è uno scultore che ci arriva direttamente da quella massa enorme di personaggi che hanno preferito il lavoro oscuro e schivo alla vetrina lucente di forme pubblicitarie di qualche tipo.
Non che un artista debba munirsi di patenti e timbri particolari, ma è stato particolarmente emozionante scoprire tra le pieghe di un “uomo” le stigmate della genialità.
I suoi bronzi sono infatti arte a tutto tondo e ci rimandano la memoria di grandi maestri del passato: da Rodin a Giacometti infatti i passaggi sono molteplici e riconosciamo più di un collegamento.
Le sue sculture hanno la plasticità e la leggerezza che solo una personalità estremamente sensibile sa trasferire e le sue forme sono pure, semplici ma proprio per questo terribilmente complesse nella loro interpretazione.
E’ il destino dei grandi, di chi ti vuole colpire con la leggerezza della piuma facendoti sentire il senso della spada.
Per questo riteniamo di iscrivere Claudio Rojatti in un Olimpo di assoluto prestigio, ne ha titolo e sebbene non sia un ragazzo lo aspettiamo nello sviluppo della sua arte.
14
marzo 2008
Pietro Melecchi / Claudio Rojatti – Forme del tempo
Dal 14 marzo al 14 aprile 2008
arte contemporanea
Location
ÈSTILE BOOKSTORE
Roma, Via Chiana, 15, (Roma)
Roma, Via Chiana, 15, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 9,30-13,30 e 15,30-19,30
Vernissage
14 Marzo 2008, ore 18,00
Autore
Curatore