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Francesco Ghenzer – Svestizione
Una divinità totemica con il suo monosguardo-video in movimento domina lo spazio circostante dove strati di sè si sono staccati, circondandola, appesi come fogli disegnati alle pareti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Spazio Punctum è lieto di presentare “Svestizione” mostra personale dello scultore Francesco Ghenzer.
Le pareti dello spazio verranno coperte da disegni di vari formati su iuta che rappresentano per l’artista vari strati di se stesso, una registrazione dei propri moti interni, una sequenza interiore dalle linee decise, veloci e impulsive. Questi frammenti avvolgono una scultura che domina solenne la scena. La figura è bianca, fragile, secca, oscillante, essenziale nel corpo e macrocefala. La grande testa è preponderante rispetto tutti gli altri organi del corpo, che sottili, quasi inesistenti, divengono sostegni funzionali ad una mente onnivora. I piedini a punta sorreggono la figura con equilibrio instabile, la pongono in situazioni precarie; il rischio di caduta è costante ma non avviene mai. Nella grande testa si apre un immagine video di un occhio, gigante, ipersensibile, unico come quello dei Ciclopi, centrale come il terzo occhio. E’ proprio lo sguardo che si rivolge instancabilmente non solo all’esterno ma verso di sé che permette alla figura di non cadere mai; la fragilità dell’organo diviene strumento di forza e salvezza.
Gli strati disegnati che avvolgono questo nucleo come abiti ingombranti potranno essere portati via dal pubblico in una singolare cerimonia di “svestizione”. I disegni sono infatti un dono che l’artista fa’ al suo pubblico. Prenderli equivale a rivivere una tappa di creazione dell’opera, a metterne a nudo l’essenza. La “svestizione” avrà luogo il 20 Marzo. Il pubblico è invitato a partecipare.
***
SVESTIZIONE
Opera sola di Francesco Ghenzer
Se Francesco Ghenzer lavorasse con la pietra, dopo l’estrazione della sua opera lascerebbe probabilmente tutto attorno i frammenti e le polveri di scarto che ne contengonol’impronta, poiche separare il contenuto dal suo contenitore può essere un gesto di rottura con il suo bel carico di sofferenza.
Ma Francesco Ghenzer lavora con il ferro e le opere che concepisce sono anch’esse imprigionate non meno profondamente nella propria materia. Sono celate in strati di sogni inquieti e di urticanti pensieri che trovano espressione, talora con urgenza talora con più calma , su un infinità di fogli.
Innumerevoli pezzi di tela che documentano in modo più o meno riconoscibile la lenta e faticosa manovra di avvicinamento dell’ artista alla sua opera.
Sono frammenti che avvolgono come abiti pesanti la scultura di Ghenzer la quale, giunta al suo compimento, sembra scollarseli di dosso facendoli schizzare ovunque, come in una frettolosa presa di distanza dalla propria stessa progettualità.
Alla fine l’ Opera campeggia nuda e solenne al centro della scena.
Il visitatore può avere l’ impressione di muoversi nella virtuale zona di confine tra l opera e le sue scorie potendosi appropriare di esse liberamente e senza costi.
I disegni di Ghenzer sono infatti un dono che l’ artista fa al suo pubblico. Prenderli equivale a rivivere una tappa della creazione dell’opera. Equivale a percorrere un tratto significativo di una complicata mappa. Ma equivale soprattutto a denudarla.
In una singolare cerimonia di vestizione tutti possono portare via un pezzo della materia che tratteneva che tratteneva la solitaria scultura di Francesco Ghenzer.
Un happening artistico che vede saldati assieme (per usare un termine che appartiene al metodo di lavoro dell’artista) ideazione, progettualità, pubblico, autore e opera.
Possedere quest’ ultima toccherà a uno solo.
E’ la legge dell’ Arte.
Le pareti dello spazio verranno coperte da disegni di vari formati su iuta che rappresentano per l’artista vari strati di se stesso, una registrazione dei propri moti interni, una sequenza interiore dalle linee decise, veloci e impulsive. Questi frammenti avvolgono una scultura che domina solenne la scena. La figura è bianca, fragile, secca, oscillante, essenziale nel corpo e macrocefala. La grande testa è preponderante rispetto tutti gli altri organi del corpo, che sottili, quasi inesistenti, divengono sostegni funzionali ad una mente onnivora. I piedini a punta sorreggono la figura con equilibrio instabile, la pongono in situazioni precarie; il rischio di caduta è costante ma non avviene mai. Nella grande testa si apre un immagine video di un occhio, gigante, ipersensibile, unico come quello dei Ciclopi, centrale come il terzo occhio. E’ proprio lo sguardo che si rivolge instancabilmente non solo all’esterno ma verso di sé che permette alla figura di non cadere mai; la fragilità dell’organo diviene strumento di forza e salvezza.
Gli strati disegnati che avvolgono questo nucleo come abiti ingombranti potranno essere portati via dal pubblico in una singolare cerimonia di “svestizione”. I disegni sono infatti un dono che l’artista fa’ al suo pubblico. Prenderli equivale a rivivere una tappa di creazione dell’opera, a metterne a nudo l’essenza. La “svestizione” avrà luogo il 20 Marzo. Il pubblico è invitato a partecipare.
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SVESTIZIONE
Opera sola di Francesco Ghenzer
Se Francesco Ghenzer lavorasse con la pietra, dopo l’estrazione della sua opera lascerebbe probabilmente tutto attorno i frammenti e le polveri di scarto che ne contengonol’impronta, poiche separare il contenuto dal suo contenitore può essere un gesto di rottura con il suo bel carico di sofferenza.
Ma Francesco Ghenzer lavora con il ferro e le opere che concepisce sono anch’esse imprigionate non meno profondamente nella propria materia. Sono celate in strati di sogni inquieti e di urticanti pensieri che trovano espressione, talora con urgenza talora con più calma , su un infinità di fogli.
Innumerevoli pezzi di tela che documentano in modo più o meno riconoscibile la lenta e faticosa manovra di avvicinamento dell’ artista alla sua opera.
Sono frammenti che avvolgono come abiti pesanti la scultura di Ghenzer la quale, giunta al suo compimento, sembra scollarseli di dosso facendoli schizzare ovunque, come in una frettolosa presa di distanza dalla propria stessa progettualità.
Alla fine l’ Opera campeggia nuda e solenne al centro della scena.
Il visitatore può avere l’ impressione di muoversi nella virtuale zona di confine tra l opera e le sue scorie potendosi appropriare di esse liberamente e senza costi.
I disegni di Ghenzer sono infatti un dono che l’ artista fa al suo pubblico. Prenderli equivale a rivivere una tappa della creazione dell’opera. Equivale a percorrere un tratto significativo di una complicata mappa. Ma equivale soprattutto a denudarla.
In una singolare cerimonia di vestizione tutti possono portare via un pezzo della materia che tratteneva che tratteneva la solitaria scultura di Francesco Ghenzer.
Un happening artistico che vede saldati assieme (per usare un termine che appartiene al metodo di lavoro dell’artista) ideazione, progettualità, pubblico, autore e opera.
Possedere quest’ ultima toccherà a uno solo.
E’ la legge dell’ Arte.
22
febbraio 2008
Francesco Ghenzer – Svestizione
Dal 22 febbraio al 20 marzo 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO PUNCTUM
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 2, (ROMA)
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 2, (ROMA)
Orario di apertura
da martedi a sabato dalle 16.00 alle 20.00
Vernissage
22 Febbraio 2008, ore 19
Autore