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Zone d’ombra
Comunicato stampa
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“Le ombre non sono meno importanti della luce”
C. BRONTE, Jane Eire, 1847
“l'ombra che produce un corpo
opaco, nell'arrestare la luce, non è mai perfettamente oscura,
perché essa è illuminata dalla luce diffusa, e dalla luce riflessa
dai corpi vicini”
G.SELLA, Plico del fotografo, 1863
Durante un’intervistata, tempo fa, Bruna Solinas, gallerista di Artrè, disse: “La galleria ha assecondato il mio amore per l’arte in genere: propongo opere che hanno fatto epoca, (…), ma cerco di individuare giovani che posseggono talenti e di offrire loro uno spazio, una possibilità.” (L. CALEVO, Luglio 2005)
L’idea di far conoscere nuovi giovani artisti cresce insieme alla galleria, anzi ne diventa motivo portante; sotto questi auspici nasce Zone d’ombra collettiva che unisce quattro diverse realtà: tre giovani e promettenti fotografe, ognuna con un proprio stile ma legate, a livello tematico, da un doppio filo invisibile, la luce e l’ombra, e un’artista già affermata che diventa per loro modello ma anche allieva in un continuo scambio di esperienze.
L’esposizione si articola attraverso un importante corpus di opere, che l’allestimento dell’architetto Bruna Solinas esalta per profondità emozionale e filologica.
Al pianoterra visibile a tutti, o per meglio dire “alla luce”, le fotografie di Elisabetta Goggi, Manuela Genta e Diana Lapin.
Le loro fotografie, disposte al piano espositivo superiore, si caratterizzano per la freschezza e l’originalità di chi ha voglia di sperimentare e mettersi in gioco così come impone la loro giovane età; l’inesperienza (temporale non di competenze) non è un difetto ma diviene punto di forza e contrasto.
Al piano sottostante, “in ombra”, nello splendido e scenografico locale a volta e mattoni a vista Graziella Reggio autrice, nota a livello internazionale, per le sue istallazioni, sculture e fotografie tutte incentrate sul rapporto che lega il tempo alla materia e ai soggetti che interagiscono con essa .
In questa sorta di “cripta laica” il rapporto maestro – allievo viene nuovamente ribadito.
Graziella Reggio, decide di esporre laddove, pur meno visibile, si palesa la difficoltà che essa stessa ha avuto per emergere. Il luogo medesimo, ricco di antico fascino diviene insegnamento e simbolo, per le atre protagoniste della collettiva, della difficoltà di affermarsi ma anche dell’impegno e della volontà che questa artista ha impiegato per giungere sino a qui.
Il risultato può, pertanto, considerarsi, a buon diritto, per tematiche e allestimento, un perpetuo interscambio di idee, luoghi ed esperienze umane percepibile in ogni opera di ciascun artista della collettiva.
C. BRONTE, Jane Eire, 1847
“l'ombra che produce un corpo
opaco, nell'arrestare la luce, non è mai perfettamente oscura,
perché essa è illuminata dalla luce diffusa, e dalla luce riflessa
dai corpi vicini”
G.SELLA, Plico del fotografo, 1863
Durante un’intervistata, tempo fa, Bruna Solinas, gallerista di Artrè, disse: “La galleria ha assecondato il mio amore per l’arte in genere: propongo opere che hanno fatto epoca, (…), ma cerco di individuare giovani che posseggono talenti e di offrire loro uno spazio, una possibilità.” (L. CALEVO, Luglio 2005)
L’idea di far conoscere nuovi giovani artisti cresce insieme alla galleria, anzi ne diventa motivo portante; sotto questi auspici nasce Zone d’ombra collettiva che unisce quattro diverse realtà: tre giovani e promettenti fotografe, ognuna con un proprio stile ma legate, a livello tematico, da un doppio filo invisibile, la luce e l’ombra, e un’artista già affermata che diventa per loro modello ma anche allieva in un continuo scambio di esperienze.
L’esposizione si articola attraverso un importante corpus di opere, che l’allestimento dell’architetto Bruna Solinas esalta per profondità emozionale e filologica.
Al pianoterra visibile a tutti, o per meglio dire “alla luce”, le fotografie di Elisabetta Goggi, Manuela Genta e Diana Lapin.
Le loro fotografie, disposte al piano espositivo superiore, si caratterizzano per la freschezza e l’originalità di chi ha voglia di sperimentare e mettersi in gioco così come impone la loro giovane età; l’inesperienza (temporale non di competenze) non è un difetto ma diviene punto di forza e contrasto.
Al piano sottostante, “in ombra”, nello splendido e scenografico locale a volta e mattoni a vista Graziella Reggio autrice, nota a livello internazionale, per le sue istallazioni, sculture e fotografie tutte incentrate sul rapporto che lega il tempo alla materia e ai soggetti che interagiscono con essa .
In questa sorta di “cripta laica” il rapporto maestro – allievo viene nuovamente ribadito.
Graziella Reggio, decide di esporre laddove, pur meno visibile, si palesa la difficoltà che essa stessa ha avuto per emergere. Il luogo medesimo, ricco di antico fascino diviene insegnamento e simbolo, per le atre protagoniste della collettiva, della difficoltà di affermarsi ma anche dell’impegno e della volontà che questa artista ha impiegato per giungere sino a qui.
Il risultato può, pertanto, considerarsi, a buon diritto, per tematiche e allestimento, un perpetuo interscambio di idee, luoghi ed esperienze umane percepibile in ogni opera di ciascun artista della collettiva.
23
febbraio 2008
Zone d’ombra
Dal 23 febbraio al 23 aprile 2008
fotografia
Location
ARTREGALLERY
Genova, Vico Dei Garibaldi, 41/43r, (Genova)
Genova, Vico Dei Garibaldi, 41/43r, (Genova)
Orario di apertura
Martedì al Sabato 15.00 – 19.30
Vernissage
23 Febbraio 2008, ore 18
Autore