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Alexander Wolff – Tutto accade una prima volta
La tentazione di chiamare Alexander Wolff un “bersaglio mobile” è forte.Ma sarebbe fuorviante,perché implicherebbe un qualche tipo di intelligenza speciosa o atteggiamento difensivo come se reagisse in opposizione a,quando le scelte che fa sembrano piuttosto essere governate da una sincera curiosità
Comunicato stampa
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Testo critico a cura di Chris Sharp
La tentazione di chiamare Alexander Wolff un "bersaglio mobile" è forte. Ma sarebbe fuorviante, perché implicherebbe un qualche tipo di intelligenza speciosa, o atteggiamento difensivo come se reagisse in opposizione a, quando le scelte che fa sembrano piuttosto essere governate da una sincera e durevole curiosità.
Lavorando principalmente su lettighe e muri, Alexander Wolff utilizza una moltitudine di tecniche che recentemente includono cucire e intrecciare assieme tela e stoffe varie, o attaccare tra loro quadrati modulari di tessuto tramite bottoni in griglia e altre formazioni. Alcuni di questi tessuti sono tinti in scale monocromatiche, altri sono candeggiati, o scampoli, o sembrano essere ritagli dal suo studio. Anche pittura muraria, collage, acquerello e quadri da mercato delle pulci riciclati (ridipinti) sono apparsi fra i suoi modi di creare immagini, così come astrazioni ad acrilici e olio, alternando patterns e altri motivi. La sua "tavolozza" è recentemente stata in gran parte un affare terroso, au natural, letteralmente, poiché a volte egli usa sporcizia nelle sue pitture murarie, e in termini di calore e tono totali, dettati non tanto dal gusto personale ma dai materiali che l'artista usa.
Diversamente da una grande quantità di quadri, non c'è niente di veramente feticista in ciò che fa, i suoi lavori seducono molto meno di quanto intelligentemente si facciano amici. Si manifestano francamente in pieghe di pensiero operate, che emergono dai materiali, un non-prezioso ma delicato senso di oggettività e sistemi articolati visivamente che egli permette a sé stesso di violare. Nonostante lavori in una tradizione concettuale Alexander Wolff non è esattamente un "pittore concettuale", poiché il lavoro non è guidato esclusivamente da idee. Si riserva il diritto di essere particolare quanto vuole, lavorando in un modo lineare che non solo incorpora, ma dipende da esperimenti, errori e fallimenti per procedere fluidamente, piuttosto che in modo intermittente (dev'essere detto che Alexander Wolff è anche conosciuto per la sua collaborazione a progetti più puramente concettuali, ben distanti dalla pittura, e inoltre per le sue sculture e anche co-pubblicare una rivista d'arte, in modo mutevole quanto - se non più - il suo dipingere).
Evitando il grandioso récits di pittura, la sua pratica pittorica potrebbe essere meglio descritta come un'accumulazione di eterogenee note a piè di pagina di un corpo principale di lavori (quadri) che non esisteranno mai. Dunque, più del suo lavoro si vede - piuttosto che districare come la maggior parte delle pratiche "pluralistiche" - più diventa ricco e coerente. Cruciale nel suo metodo di lavoro è la costante espansione dei suoi stessi parametri e, se si volesse chiamarlo costante, sarebbe attraverso il suo impegno a cambiare in caso la sua curiosità lo richiedesse - come fa molto spesso.
La tentazione di chiamare Alexander Wolff un "bersaglio mobile" è forte. Ma sarebbe fuorviante, perché implicherebbe un qualche tipo di intelligenza speciosa, o atteggiamento difensivo come se reagisse in opposizione a, quando le scelte che fa sembrano piuttosto essere governate da una sincera e durevole curiosità.
Lavorando principalmente su lettighe e muri, Alexander Wolff utilizza una moltitudine di tecniche che recentemente includono cucire e intrecciare assieme tela e stoffe varie, o attaccare tra loro quadrati modulari di tessuto tramite bottoni in griglia e altre formazioni. Alcuni di questi tessuti sono tinti in scale monocromatiche, altri sono candeggiati, o scampoli, o sembrano essere ritagli dal suo studio. Anche pittura muraria, collage, acquerello e quadri da mercato delle pulci riciclati (ridipinti) sono apparsi fra i suoi modi di creare immagini, così come astrazioni ad acrilici e olio, alternando patterns e altri motivi. La sua "tavolozza" è recentemente stata in gran parte un affare terroso, au natural, letteralmente, poiché a volte egli usa sporcizia nelle sue pitture murarie, e in termini di calore e tono totali, dettati non tanto dal gusto personale ma dai materiali che l'artista usa.
Diversamente da una grande quantità di quadri, non c'è niente di veramente feticista in ciò che fa, i suoi lavori seducono molto meno di quanto intelligentemente si facciano amici. Si manifestano francamente in pieghe di pensiero operate, che emergono dai materiali, un non-prezioso ma delicato senso di oggettività e sistemi articolati visivamente che egli permette a sé stesso di violare. Nonostante lavori in una tradizione concettuale Alexander Wolff non è esattamente un "pittore concettuale", poiché il lavoro non è guidato esclusivamente da idee. Si riserva il diritto di essere particolare quanto vuole, lavorando in un modo lineare che non solo incorpora, ma dipende da esperimenti, errori e fallimenti per procedere fluidamente, piuttosto che in modo intermittente (dev'essere detto che Alexander Wolff è anche conosciuto per la sua collaborazione a progetti più puramente concettuali, ben distanti dalla pittura, e inoltre per le sue sculture e anche co-pubblicare una rivista d'arte, in modo mutevole quanto - se non più - il suo dipingere).
Evitando il grandioso récits di pittura, la sua pratica pittorica potrebbe essere meglio descritta come un'accumulazione di eterogenee note a piè di pagina di un corpo principale di lavori (quadri) che non esisteranno mai. Dunque, più del suo lavoro si vede - piuttosto che districare come la maggior parte delle pratiche "pluralistiche" - più diventa ricco e coerente. Cruciale nel suo metodo di lavoro è la costante espansione dei suoi stessi parametri e, se si volesse chiamarlo costante, sarebbe attraverso il suo impegno a cambiare in caso la sua curiosità lo richiedesse - come fa molto spesso.
16
febbraio 2008
Alexander Wolff – Tutto accade una prima volta
Dal 16 febbraio al 24 aprile 2008
arte contemporanea
Location
FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART
Lecco, Piazza Alessandro Manzoni, 2, (Lecco)
Lecco, Piazza Alessandro Manzoni, 2, (Lecco)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15.00 - 19.30 sabato ore 10.30 - 19.30
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18.30
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