I Magazzini Criminali presentano Sangue Colore, personale dell’artista Davide Baroni che propone venti nuovi dipinti inediti e serie di opere del progetto No Form.
Venti inediti, ossia 10 x 2, dieci dittici: le immagini-non immagini si sciolgono e riproducono da una tela all'altra, grazie ai percorsi, all'espansione, al raggrumarsi di quel sangue-colore che dà titolo alla mostra, e ne contiene l'esplosiva ragione che l’Autore stesso descrive come “l'impressione tangibile e provvisoria che tutto ciò che provo a rappresentare sia l'estensione del mio ego, che si amplifica nell'atto creativo: tutto diventa carne pittorica da masticare sulla tela, da infradiciare le mie mani di sangue-colore”.
Il progetto No Form, e dal 2006 e ancora in fieri. Il titolo in questo caso sta a indicare l´Assenza, in primo luogo delle figure inghiottite dal colore che le annienta e in secondo luogo, della dimensione del supporto pittorico, che non segue più uno standard e una tipologia ben definiti. Ogni immagine, seppur legata visivamente alle altre, se ne differenzia e al contempo ne trae la sua verità.

Davide Baroni nato nel 1974 vive e lavora tra Casalgrande e Milano. Tra le principali esposizioni da segnalare la personale al Teatro delle Erbe di Milano e alla Biblioteca di Cassano d’Adda (Milano) e le collettive al Politecnico di Ancona e alla Permanente di Milano.

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critica
SANGUE COLORE
Testo critico di

Isabella Fogliani e Mila Bongiovì




Il lavoro di Davide Baroni dà voce ai nostri frammenti più intimi attingendo dall´esperienza di sé, dall´osservazione attenta del linguaggio del corpo.

Ogni immagine, seppur legata visivamente alle altre, costituisce un´autorappresentazione che trova la sua ragione di esistere in una verità semplice e sconvolgente, quella di ritrarre l´artista nei suoi mutamenti, quasi che fosse un medium inconsapevole, che assembla ricordi onirici.

Nella sua opera pensieri inespressi prendono forma, in involucri mutilati che smascherano e denunciano le angosce, le paure, le tensioni del vivere quotidiano.

Ciò che scaturisce è qualche cosa di euritmico, una danza di forme fragili ed alterate, un girotondo al quale siamo invitati ad entrare.

Isabella Fogliani e Mila Bongiovì