Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Immagini e parole in gioco
La curatrice della mostra Giusi Diana presenta dieci artisti di diverse generazioni, tutti siciliani, i quali “pur nell’assoluta autonomia delle singole personalità, condividono da diversi anni un percorso strutturato intorno alla pittura-scrittura-scultura oggi più che mai passibile di nuovi sviluppi e interpretazioni”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Immagini e parole in gioco” è il titolo dato alla mostra che La Scuderia di Bologna in Piazza Verdi, 4 ospiterà dal 24 gennaio all'8 febbraio 2008.
Le immagini tendono a diventare parola e le parole si trasformano in immagine per superare antichi steccati fra i linguaggi. La curatrice della mostra Giusi Diana presenta dieci artisti di diverse generazioni, tutti siciliani, i quali "pur nell'assoluta autonomia delle singole personalità, condividono da diversi anni un percorso strutturato intorno alla pittura-scrittura-scultura oggi più che mai passibile di nuovi sviluppi e interpretazioni.”
Gli artisti, Calogero Barba, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Franco Politano, Giuseppina Riggi, Salvatore Salamone, Franco Spena, Giusto Sucato, Agostino Tulumello, Andrea Vizzini, esprimono con le opere presenti in mostra una maniera originale di intendere la realtà dell'arte, combinando un insieme variegato di forme, colori e materiali di recupero.
Calogero Barba presenta l'opera “Spallata monolaterale”, dove l'elemento autobiografico entra a far parte di un gioco ironico e semi-serio di trasposizioni visivo-verbali.
Lillo Giuliana dedica a Francesco Carbone un vero e proprio tributo con un'opera in marmo bianco di Carrara. L'artista presenta una scultura in cui l'elemento iconico, le stelle scolpite nel marmo, si fa unico potente vettore di senso, significante e significato allo stesso tempo.
Michele Lambo in questa occasione realizza l'opera “Omeomerìe”. Un multicolore alveare di piccoli favi di carta stampata, circonda e protegge il nucleo centrale della composizione: un deposito di lettere nere che giacciono in disordine, ricche di potenzialità espressive. Una sorta di luogo archetipico e mentale della potenza generatrice della parola, messo in relazione con l'operosità brulicante della Natura.
Franco Politano propone “La notte delle lingue taglienti”, un'opera dall'arguta efficacia che pone l'attenzione nei confronti dell'oggetto, giocando ancora una volta con il linguaggio. Non un titolo calembour, questa volta, ma un titolo evocativo, dalla forte fascinazione narrativa.
Giuseppina Riggi presenta “scritture di Sensi”, una tela stratificata da eleganti segni e tracce calligrafiche, di risonanze scritturali vicine all'estetica orientale.
Una riflessione la sua sul rapporto tra parola e immagine che si fa più intimista e soggettiva, in cui la scrittura si visualizza attraverso il riverbero luminoso della griglia di segni.
Salvatore Salamone espone “Il disco di Demetra”, un oggetto totemico dalla forte valenza sacrale. Il mito di Demetra (ambientato proprio in Sicilia) dea greca dell'agricoltura e delle messi viene riproposto attraverso questo disco di argilla che ricorda il disco solare, da cui non a caso si irradiano spighe di grano-raggi di sole.
Franco Spena con l'opera “Sguardi” fa ricorso al riciclo di parole, immagini e oggetti (riciclo verbo-visivo-oggettuale). Caratterizza l'opera una sorta di riproposizione in chiave postmoderna della poetica dell'objet trouvè duchampiano, che si vena di contestazioni Pop sulla società dei consumi.
Giusto Sucato dentro la poetica antropologica e del recupero dei materiali di scarto presenta in questa mostra bolognese un recente e divertente lavoro sui pesci-lattina, opere che nascono a partire da materiali poveri e quotidiani come le latte alimentari usate proprio per la conservazione del pesce in scatola; ne risulta una straordinaria assonanza poetica e visiva tra l'uso del materiale di scarto e l'immagine iconografica.
Agostino Tulumello espone un'opera dal titolo “Scotch Time”, dove il nastro adesivo di plastica blu dall'aspetto di liscio satin si dispone in morbide onde. Qua e là tra le sue volute fanno capolino tonde, sinuose lettere B in voluttuosi caratteri tipografici.
Andrea Vizzini presenta un'opera di pittura dal titolo “Stele”. L'artista sente l'esigenza della rappresentazione che si fa luce all'interno di uno spazio cavo tridimensionale e metafisico.
Le immagini tendono a diventare parola e le parole si trasformano in immagine per superare antichi steccati fra i linguaggi. La curatrice della mostra Giusi Diana presenta dieci artisti di diverse generazioni, tutti siciliani, i quali "pur nell'assoluta autonomia delle singole personalità, condividono da diversi anni un percorso strutturato intorno alla pittura-scrittura-scultura oggi più che mai passibile di nuovi sviluppi e interpretazioni.”
Gli artisti, Calogero Barba, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Franco Politano, Giuseppina Riggi, Salvatore Salamone, Franco Spena, Giusto Sucato, Agostino Tulumello, Andrea Vizzini, esprimono con le opere presenti in mostra una maniera originale di intendere la realtà dell'arte, combinando un insieme variegato di forme, colori e materiali di recupero.
Calogero Barba presenta l'opera “Spallata monolaterale”, dove l'elemento autobiografico entra a far parte di un gioco ironico e semi-serio di trasposizioni visivo-verbali.
Lillo Giuliana dedica a Francesco Carbone un vero e proprio tributo con un'opera in marmo bianco di Carrara. L'artista presenta una scultura in cui l'elemento iconico, le stelle scolpite nel marmo, si fa unico potente vettore di senso, significante e significato allo stesso tempo.
Michele Lambo in questa occasione realizza l'opera “Omeomerìe”. Un multicolore alveare di piccoli favi di carta stampata, circonda e protegge il nucleo centrale della composizione: un deposito di lettere nere che giacciono in disordine, ricche di potenzialità espressive. Una sorta di luogo archetipico e mentale della potenza generatrice della parola, messo in relazione con l'operosità brulicante della Natura.
Franco Politano propone “La notte delle lingue taglienti”, un'opera dall'arguta efficacia che pone l'attenzione nei confronti dell'oggetto, giocando ancora una volta con il linguaggio. Non un titolo calembour, questa volta, ma un titolo evocativo, dalla forte fascinazione narrativa.
Giuseppina Riggi presenta “scritture di Sensi”, una tela stratificata da eleganti segni e tracce calligrafiche, di risonanze scritturali vicine all'estetica orientale.
Una riflessione la sua sul rapporto tra parola e immagine che si fa più intimista e soggettiva, in cui la scrittura si visualizza attraverso il riverbero luminoso della griglia di segni.
Salvatore Salamone espone “Il disco di Demetra”, un oggetto totemico dalla forte valenza sacrale. Il mito di Demetra (ambientato proprio in Sicilia) dea greca dell'agricoltura e delle messi viene riproposto attraverso questo disco di argilla che ricorda il disco solare, da cui non a caso si irradiano spighe di grano-raggi di sole.
Franco Spena con l'opera “Sguardi” fa ricorso al riciclo di parole, immagini e oggetti (riciclo verbo-visivo-oggettuale). Caratterizza l'opera una sorta di riproposizione in chiave postmoderna della poetica dell'objet trouvè duchampiano, che si vena di contestazioni Pop sulla società dei consumi.
Giusto Sucato dentro la poetica antropologica e del recupero dei materiali di scarto presenta in questa mostra bolognese un recente e divertente lavoro sui pesci-lattina, opere che nascono a partire da materiali poveri e quotidiani come le latte alimentari usate proprio per la conservazione del pesce in scatola; ne risulta una straordinaria assonanza poetica e visiva tra l'uso del materiale di scarto e l'immagine iconografica.
Agostino Tulumello espone un'opera dal titolo “Scotch Time”, dove il nastro adesivo di plastica blu dall'aspetto di liscio satin si dispone in morbide onde. Qua e là tra le sue volute fanno capolino tonde, sinuose lettere B in voluttuosi caratteri tipografici.
Andrea Vizzini presenta un'opera di pittura dal titolo “Stele”. L'artista sente l'esigenza della rappresentazione che si fa luce all'interno di uno spazio cavo tridimensionale e metafisico.
24
gennaio 2008
Immagini e parole in gioco
Dal 24 gennaio all'otto febbraio 2008
arte contemporanea
Location
LA SCUDERIA
Bologna, Piazza Giuseppe Verdi, 2, (Bologna)
Bologna, Piazza Giuseppe Verdi, 2, (Bologna)
Orario di apertura
dalle ore 09.00 alla ore 23.00
Autore
Curatore