15 giugno 2012

fino al 30.VI.2012 Alessandro Caligaris Torino, Paolo Tonin

 
Ricostruire e rappresentare le macerie della nostra società. Che siano esse materiali, umane o culturali. In una narrazione che si sviluppa per paesaggi, personaggi e idoli e attraverso un linguaggio critico -

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Contrapponendosi e criticando la tendenza alla mercificazione della cultura e delle idee stesse, Alessandro Caligaris (Torino, 1981) descrive alcuni dei prodotti della crisi sociale generalizzata – il “folclore urbano” –  avvicinandosi all’idea dell’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani secondo cui la riscoperta del mondo popolare è una nuova maniera per mantenere tale mondo nella sua subalternità e per negarne, in forme diverse, la cultura. 
La narrazione di questo giovane artista piemontese si sviluppa nella descrizione di paesaggi, personaggi e idoli, in cui vengono restaurati, reinterpretati, ridisegnati e proposti, attraverso un linguaggio critico, alcuni aspetti e contraddizioni dei nostri giorni rappresentati dalla precarietà, dai residui, dalle rovine. Tecnicamente tale processo corrisponde a diverse fasi di lavorazione: per ricreare questa distruzione, l’artista si adopera in un lavoro di costruzione e sovrapposizione complesso; inizialmente realizza un primo schizzo a china, matita, acquerello, oppure riprende manualmente foto di luoghi o di persone. Segue poi una seconda fase in cui l’immagine viene filtrata con tecniche digitali, strutturata mediante il collage e poi stampata a plotter. L’ultima fase è quella in cui l’artista interviene sulla stampa con penne a china, penne a sfera o pennarelli. Anche i supporti di cui si avvale, sono i più «popolari strumenti da scrivania».
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Una riflessione profonda sulla difficoltà dell’impatto con la realtà e una critica ai processi di descrizione e rappresentazione che contraddistinguono direttamente l’arte. A cominciare la narrazione di Alessandro Caligaris sono cinque icone e un trittico (Anonymous Idols) in cui compaiono svariati idoli, tutti disegnati sulle figure classiche della Madonna con Bambino, a cui l’artista ha cambiato il volto e aggiunto diversi simboli religiosi di svariati culti. L’idolo è qui inteso come l’espressione religiosa a cui ci si appoggia nei momenti di sgomento, paura, difficoltà: in una parola, di crisi. La religione è messa in questione, spersonalizzata e ridisegnata, vista come espressione popolare che cambia volti, perde la sua specificità ideologica ridotta a puro culto e idolatria. Come gli idoli, anche i due paesaggi e i personaggi che proseguono la narrazione dell’artista, sembrano esseri e ambientazioni apocalittiche, surreali, simboli di macerie e rovine in un mondo lontano. Si tratta invece di luoghi e personaggi molto popolari (tra cui le rovine dell’attacco dell’11 settembre, Mickey Mouse, la Signora Ceppo di Twin Peaks, il Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi) e di elementi come la guerra, la distruzione, la povertà, la solitudine, i disordini sociali, alimentari e psicologici, che viviamo o che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente: un invito a guardarli, considerarli e studiarli veramente.
sara de paoli
mostra visitata il 29 maggio 2012 
dal 25 maggio al 30 giugno 2012
Alessandro Caligaris – Idoli & Rovine
Paolo Tonin Arte Contemporanea
Via San Tommaso 6, Palazzo della Chiesa di Roddi (10122) Torino
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-19; sabato su appuntamento
Info: tel. +3901119710514 – info@toningallery.com – www.toningallery.com

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