Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
I nove volti della qualità. I nove vincitori del Premio Maestro Città di Milano 2007
Rassegna di ritratti in bianco e nero dei vincitori del Premio Maestro, l’iniziativa promossa dal Comune di Milano che conferisce un riconoscimento a quegli artigiani e piccoli imprenditori che meglio rappresentano l’eccellenza e la creatività produttiva del capoluogo meneghino.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“I NOVE VOLTI DELLA QUALITA’” è la rassegna di ritratti in bianco e nero dei vincitori del Premio Maestro, l’iniziativa promossa dal Comune di Milano che conferisce un riconoscimento a quegli artigiani e piccoli imprenditori che meglio rappresentano l’eccellenza e la creatività produttiva del capoluogo meneghino.
Già esposta alla Triennale di Milano ora è all’URBAN CENTER in Galleria Vittorio Emanuele a Milano fino alla fine dell’anno.
Prizzon, fotografo eclettico e attivo anche sul fronte delle fotografia di paesaggio – si ricordano i suoi recenti lavori dedicati all’hinterland di Milano -, sceglie, per questa serie di immagini, la strada del ritratto ambientato.
A differenza delle fotografie realizzate in studio, spesso eseguite utilizzando sfondi neutri che isolano la figura della persona fotografata, i soggetti del fotografo milanese vengono ritratti nel loro ambiente di lavoro, dove gli oggetti, i materiali, le situazioni della quotidianità lavorativa raccontano storie e qualità professionali.
Prizzon non sceglie però di descrivere eccessivamente gli ambienti, anzi stringe l’inquadratura sui visi evidenziando il più possibile, nella maggior parte delle immagini, lo sguardo.
Gli basta un oggetto, un particolare per indicare l’attività di una soggetto, riduce all’essenziale ciò che sta intorno per concentrare l’attenzione sulla PERSONA.
E’ attraverso questa operazione che i ritratti realizzati dal fotografo mostrano, dietro la superficie descrittiva, qualcos’altro; nelle sue immagini è possibile cogliere elementi che definiscono aspetti più legati al carattere psicologico delle persone fotografate, che davanti all’obiettivo giocano o si dispongono ad una ”messa in posa” studiata, programmata ma mai rigida o forzata.
L’impressione è che si sia sviluppata, nel corso delle sessioni di posa, quell’empatia necessaria a superare la naturale diffidenza che si instaura tra fotografo e soggetto, dove il primo tende spesso ad imporre il proprio metodo e stile di lavoro ed il secondo si irrigidisce nel timore di offrire un’immagine di sé troppo lontana da canoni estetici e sociali consolidati.
Ne risultano, così, ritratti dove i soggetti fotografati non sono piegati allo stile del fotografo, né tantomeno trasformati in stereotipi o in modelli di tipologie professionali -come spesso accade per questo genere di produzioni- ma si mostrano come persone che, grazie alla passione, alle doti creative e ad una spiccata personalità –leggibile negli sguardi e negli atteggiamenti proposti dalle immagini-, hanno conseguito nella propria attività mete e livelli di prima grandezza.
In questo senso si guardino, ad esempio, i ritratti di Raffaella Curiel, che esprime nella posa tutta l’eleganza e la raffinatezza necessarie al suo lavoro; di Gabriele De Vecchi, che rivela nel suo sguardo sorridente la carica di divertita creatività con cui realizza le sue opere; di Angelo Stoppani la cui espressione di compiacimento racchiude tutta la soddisfazione per un lavoro realizzato a “regola d’arte”.
Già esposta alla Triennale di Milano ora è all’URBAN CENTER in Galleria Vittorio Emanuele a Milano fino alla fine dell’anno.
Prizzon, fotografo eclettico e attivo anche sul fronte delle fotografia di paesaggio – si ricordano i suoi recenti lavori dedicati all’hinterland di Milano -, sceglie, per questa serie di immagini, la strada del ritratto ambientato.
A differenza delle fotografie realizzate in studio, spesso eseguite utilizzando sfondi neutri che isolano la figura della persona fotografata, i soggetti del fotografo milanese vengono ritratti nel loro ambiente di lavoro, dove gli oggetti, i materiali, le situazioni della quotidianità lavorativa raccontano storie e qualità professionali.
Prizzon non sceglie però di descrivere eccessivamente gli ambienti, anzi stringe l’inquadratura sui visi evidenziando il più possibile, nella maggior parte delle immagini, lo sguardo.
Gli basta un oggetto, un particolare per indicare l’attività di una soggetto, riduce all’essenziale ciò che sta intorno per concentrare l’attenzione sulla PERSONA.
E’ attraverso questa operazione che i ritratti realizzati dal fotografo mostrano, dietro la superficie descrittiva, qualcos’altro; nelle sue immagini è possibile cogliere elementi che definiscono aspetti più legati al carattere psicologico delle persone fotografate, che davanti all’obiettivo giocano o si dispongono ad una ”messa in posa” studiata, programmata ma mai rigida o forzata.
L’impressione è che si sia sviluppata, nel corso delle sessioni di posa, quell’empatia necessaria a superare la naturale diffidenza che si instaura tra fotografo e soggetto, dove il primo tende spesso ad imporre il proprio metodo e stile di lavoro ed il secondo si irrigidisce nel timore di offrire un’immagine di sé troppo lontana da canoni estetici e sociali consolidati.
Ne risultano, così, ritratti dove i soggetti fotografati non sono piegati allo stile del fotografo, né tantomeno trasformati in stereotipi o in modelli di tipologie professionali -come spesso accade per questo genere di produzioni- ma si mostrano come persone che, grazie alla passione, alle doti creative e ad una spiccata personalità –leggibile negli sguardi e negli atteggiamenti proposti dalle immagini-, hanno conseguito nella propria attività mete e livelli di prima grandezza.
In questo senso si guardino, ad esempio, i ritratti di Raffaella Curiel, che esprime nella posa tutta l’eleganza e la raffinatezza necessarie al suo lavoro; di Gabriele De Vecchi, che rivela nel suo sguardo sorridente la carica di divertita creatività con cui realizza le sue opere; di Angelo Stoppani la cui espressione di compiacimento racchiude tutta la soddisfazione per un lavoro realizzato a “regola d’arte”.
19
dicembre 2007
I nove volti della qualità. I nove vincitori del Premio Maestro Città di Milano 2007
Dal 19 dicembre 2007 al 30 gennaio 2008
fotografia
Location
URBAN CENTER
Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, 11, (Milano)
Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, 11, (Milano)
Vernissage
19 Dicembre 2007, ore 18
Ufficio stampa
CM COMUNICAZIONE
Autore