Prendendo spunto dall’omonimo scritto di Virginia Woolf, la mostra è un’indagine sul tema della solitudine e sulla sua importanza nell’ambito creativo. La selezione privilegia grandi installazioni di alcuni tra i protagonisti della scena artistica internazionale tra cui Franz Ackermann, Marco Bagnoli, Jan Dibbets, Olafur Eliasson, Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Ettore Spalletti, Marijke Van Warmerdam. Conformemente alla storia del Museo, la mostra intende inoltre fornire un contesto ideale al concetto di “sala monografica” in base al quale è stata costruita una parte importante della collezione del Castello.