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Roberto Rebecchi – Sculture, dipinti, incisioni
Comunicato stampa
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o b e r t o R e b e c c h i
un pensiero critico a dieci anni dalla sua scomparsa
di Laura Gavioli
C’è un capitolo dell’arte del ’900 italiano che aspetta ancora di essere approfondito e che potrebbe rivelare, alla fine di una seria ed attenta ricerca, non poche sorprese. Mi riferisco a un’900 italiano “minore” perché riguardante personalità dell’arte a margine dei grandi avvenimenti e degli artisti più importanti del secolo; ma forse possiamo definirle personalità “di ambito provinciale o regionale” per indicare una collocazione geografica che, in un paese come il nostro, ha sempre un certo valore. Per essere ancora più esplicita, il mio riferimento è rivolto ad un ambito geografico-culturale preciso, quello che si può definire della cultura padana . L’area spaziale va da Torino alle lagune venete dove la grande vallata è compresa, a nord, entro le prime digressioni descritte dalle Alpi e, a sud, dalla dorsale degli Appennini. Le radici di questa cultura sono remote e profonde e possiamo ammirarne i segni ancora oggi nelle belle facciate delle antiche cattedrali di Modena o di Ferrara, dove la sculture di Viligelmo e di Nicolao datano al XI e XII secolo. Lo stesso Nicolao, a rimarcare il valore storico delle coordinate appena tracciate, opera anche all’estremità occidentale della Valle Padana, alla Sagra di San Michele (presso Susa) e a Verona, nella chiesa di San Zeno e nella cattedrale: particolare questo che non può sfuggire all’osservatore attento delle opere di scultura di Roberto Rebecchi, che andiamo a presentare, per la profonda adesione dell’artista ad uno stile scabro e puro, così partecipe dell’arte dei grandi maestri primitivi. E ancora dobbiamo osservare, per quanto riguarda Rebecchi, così come per una lunga serie di artisti nati nelle terre lungo il Po, che una comune matrice di estrazione che potrei definire, in senso generale, “agraria e popolare” li tiene legati alla terra, sia di fatto nella plastica della terracotta e della terra cruda, quando lavorano la scultura, che nei colori delle terre dalle numerose varianti e dalle profonde tonalità, quando dipingono.
A questa natura del Po, ai suoi paesaggi, anche alle aspre conseguenze degli eventi eccezionali causati dalle sue acque spesso limacciose, è legata una speciale predisposizione dei suoi artisti ad inseguire il fantastico, nelle sue diverse declinazioni, fino a quella estrema del surreale. La definizione di una matrice comune al loro sentire e che fa riferimento alle ampie distese di una campagna fertile che fiancheggia lo scorrere del Po non deve essere intesa in senso didascalico, come se si trattasse di un’autentica e scontata origine contadina, ma al contrario e con più forza, possiamo affermare che essi appartengono originariamente ad una cultura padana che ha radici profonde nella tradizione artistica, letteraria, musicale, anche cinematografica, e quindi storica e politica.
………..
Roberto Rebecchi, scultore, pittore ed incisore, necessita di un completo approfondimento: il lavoro deve essere portato nella traccia della sua formazione, rispetto ai valori propri originari, e anche in relazione alla cultura italiana degli anni Trenta, nelle accademie, nelle mostre e nei concorsi. La sua opera, come la sua personalità, dovrebbe essere ordinata e considerata con molta attenzione seguendo quella linfa naturale che si afferma sempre nelle sue opere migliori sprigionando una inaspettata forza ed una straordinaria sintesi di elementi arcaici e di ansia di modernità. Questo piccolo, modesto contributo, a dieci anni dalla sua scomparsa, oltre che un omaggio doveroso all’uomo e all’artista, vuole essere un auspicio alle mostre future.
note tratte dal catalogo
Roberto Rebecchi, sculture dipinti incisioni,
Collana La Boa - giugno 2007
Roberto Rebecchi (1911 - 1997) nato nel modenese e intrapresi inizialmente gli studi all’Accademia Cignaroli di Verona, Rebecchi si trasferisce in seguito all’Accademia di Belle Arti di Venezia e poi a quella di Bologna. Si diploma in scultura con Ercole Drei e frequenta i corsi di incisione di Giorgio Morandi; inoltre segue le lezioni di Storia dell’Arte di Roberto Longhi. Nel 1934 espone alla Bevilacqua La Masa, nel 1942 è presente alla Biennale di Venezia, nella sezione medaglie. Dal 1945 l’artista è impegnato nell’insegnamento poi nella direzione scolastica all’Istituto d’Arte di Castelmassa di Rovigo e poi all’Istituto Statale d’Arte Nani di Verona. Si trasferisce a Sermide. Tra il 1955 e il 1959 realizza una serie di bassorilievi in creta, in seguito fusi in bronzo, per essere esposti nella mostra Il Po tenutasi a Sermide nel 1981. Questi sono tra le rare opere plastiche dedicate al Polesine, il quale costituirà d’altronde il tema centrale di tutta l’attività dello scultore Rebecchi. Sue opere si trovano a Venezia, nella Basilica di San Marco, a Roma, presso la Presidenza del Consiglio, a Brescia e a Sermide in edifici pubblici, inoltre presso collezioni private in Italia e all’estero.
Breve profilo biografico tratto dal catalogo
a cura di
Elisa Rebecchi Zille
un pensiero critico a dieci anni dalla sua scomparsa
di Laura Gavioli
C’è un capitolo dell’arte del ’900 italiano che aspetta ancora di essere approfondito e che potrebbe rivelare, alla fine di una seria ed attenta ricerca, non poche sorprese. Mi riferisco a un’900 italiano “minore” perché riguardante personalità dell’arte a margine dei grandi avvenimenti e degli artisti più importanti del secolo; ma forse possiamo definirle personalità “di ambito provinciale o regionale” per indicare una collocazione geografica che, in un paese come il nostro, ha sempre un certo valore. Per essere ancora più esplicita, il mio riferimento è rivolto ad un ambito geografico-culturale preciso, quello che si può definire della cultura padana . L’area spaziale va da Torino alle lagune venete dove la grande vallata è compresa, a nord, entro le prime digressioni descritte dalle Alpi e, a sud, dalla dorsale degli Appennini. Le radici di questa cultura sono remote e profonde e possiamo ammirarne i segni ancora oggi nelle belle facciate delle antiche cattedrali di Modena o di Ferrara, dove la sculture di Viligelmo e di Nicolao datano al XI e XII secolo. Lo stesso Nicolao, a rimarcare il valore storico delle coordinate appena tracciate, opera anche all’estremità occidentale della Valle Padana, alla Sagra di San Michele (presso Susa) e a Verona, nella chiesa di San Zeno e nella cattedrale: particolare questo che non può sfuggire all’osservatore attento delle opere di scultura di Roberto Rebecchi, che andiamo a presentare, per la profonda adesione dell’artista ad uno stile scabro e puro, così partecipe dell’arte dei grandi maestri primitivi. E ancora dobbiamo osservare, per quanto riguarda Rebecchi, così come per una lunga serie di artisti nati nelle terre lungo il Po, che una comune matrice di estrazione che potrei definire, in senso generale, “agraria e popolare” li tiene legati alla terra, sia di fatto nella plastica della terracotta e della terra cruda, quando lavorano la scultura, che nei colori delle terre dalle numerose varianti e dalle profonde tonalità, quando dipingono.
A questa natura del Po, ai suoi paesaggi, anche alle aspre conseguenze degli eventi eccezionali causati dalle sue acque spesso limacciose, è legata una speciale predisposizione dei suoi artisti ad inseguire il fantastico, nelle sue diverse declinazioni, fino a quella estrema del surreale. La definizione di una matrice comune al loro sentire e che fa riferimento alle ampie distese di una campagna fertile che fiancheggia lo scorrere del Po non deve essere intesa in senso didascalico, come se si trattasse di un’autentica e scontata origine contadina, ma al contrario e con più forza, possiamo affermare che essi appartengono originariamente ad una cultura padana che ha radici profonde nella tradizione artistica, letteraria, musicale, anche cinematografica, e quindi storica e politica.
………..
Roberto Rebecchi, scultore, pittore ed incisore, necessita di un completo approfondimento: il lavoro deve essere portato nella traccia della sua formazione, rispetto ai valori propri originari, e anche in relazione alla cultura italiana degli anni Trenta, nelle accademie, nelle mostre e nei concorsi. La sua opera, come la sua personalità, dovrebbe essere ordinata e considerata con molta attenzione seguendo quella linfa naturale che si afferma sempre nelle sue opere migliori sprigionando una inaspettata forza ed una straordinaria sintesi di elementi arcaici e di ansia di modernità. Questo piccolo, modesto contributo, a dieci anni dalla sua scomparsa, oltre che un omaggio doveroso all’uomo e all’artista, vuole essere un auspicio alle mostre future.
note tratte dal catalogo
Roberto Rebecchi, sculture dipinti incisioni,
Collana La Boa - giugno 2007
Roberto Rebecchi (1911 - 1997) nato nel modenese e intrapresi inizialmente gli studi all’Accademia Cignaroli di Verona, Rebecchi si trasferisce in seguito all’Accademia di Belle Arti di Venezia e poi a quella di Bologna. Si diploma in scultura con Ercole Drei e frequenta i corsi di incisione di Giorgio Morandi; inoltre segue le lezioni di Storia dell’Arte di Roberto Longhi. Nel 1934 espone alla Bevilacqua La Masa, nel 1942 è presente alla Biennale di Venezia, nella sezione medaglie. Dal 1945 l’artista è impegnato nell’insegnamento poi nella direzione scolastica all’Istituto d’Arte di Castelmassa di Rovigo e poi all’Istituto Statale d’Arte Nani di Verona. Si trasferisce a Sermide. Tra il 1955 e il 1959 realizza una serie di bassorilievi in creta, in seguito fusi in bronzo, per essere esposti nella mostra Il Po tenutasi a Sermide nel 1981. Questi sono tra le rare opere plastiche dedicate al Polesine, il quale costituirà d’altronde il tema centrale di tutta l’attività dello scultore Rebecchi. Sue opere si trovano a Venezia, nella Basilica di San Marco, a Roma, presso la Presidenza del Consiglio, a Brescia e a Sermide in edifici pubblici, inoltre presso collezioni private in Italia e all’estero.
Breve profilo biografico tratto dal catalogo
a cura di
Elisa Rebecchi Zille
06
ottobre 2007
Roberto Rebecchi – Sculture, dipinti, incisioni
Dal 06 ottobre al 25 novembre 2007
arte contemporanea
Location
CA’ CORNERA
Porto Viro, Località Ca' Cornera, 3, (Rovigo)
Porto Viro, Località Ca' Cornera, 3, (Rovigo)
Orario di apertura
dalle 10,00 alle 19,00 escluso il lunedì
Autore
Curatore