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Giuseppe Garibaldi. Sulle tracce di un mito al Museo del Risorgimento
Una straordinaria mostra per celebrare il bicentenario della nascita dell’eroe dei Due Mondi, il condottiero delle battaglie in difesa della libertà dei popoli
Comunicato stampa
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Una straordinaria mostra per celebrare il bicentenario della nascita dell’eroe dei Due Mondi, il condottiero delle battaglie in difesa della libertà dei popoli. Giuseppe Garibaldi. Sulle tracce di un mito è la suggestiva esposizione, risultato di un'approfondita e minuziosa ricerca sulla documentazione e sulle collezioni garibaldine, che inaugura il 14 dicembre al Museo del Risorgimento di Milano. Illustra il percorso biografico di Garibaldi, dall’infanzia all’ultima impresa militare in aiuto della Repubblica francese contro la Prussia, attraverso gli episodi più salienti della storia nazionale e gli aspetti meno noti di un personaggio amato e discusso. Naturalmente, non manca la figura della coraggiosa Anita, la donna che l’ha seguito nella sua vita avventurosa.
L'evento rientra nelle importanti iniziative dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano promosse dall'assessore Vittorio Sgarbi.
La mostra è ideata e curata dal direttore delle Civiche Raccolte Storiche Roberto Guerri e il conservatore Lucia Romaniello con Maura Bertoli e Paola Zatti, e si avvale della consulenza storica di Franco Della Peruta, Mino Milani e Alfonso Scirocco.
Il suggestivo percorso si snoda in 14 sale, ciascuna dedicata a un avvenimento particolare della vita di Garibaldi. A narrare le sue gesta sono un gruppo cospicuo di opere delle più varie tipologie. Numerosi dipinti, alcuni dei quali inediti; sculture in marmo e bronzo che ritraggono illustri personaggi come Foscolo (i cui Sepolcri il giovane Garibaldi conosceva a memoria); incisioni, litografie e disegni; documenti storici riguardanti Garibaldi, come la fede di battesimo, il diploma di capitano di lungo corso, il decreto di nomina a comandante dei Cacciatori delle Alpi firmato da Cavour, commoventi lettere ad Anita, libri, fotografie, carte geografiche terrestri e marine; rari oggetti meticolosamente raccolti come la bandiera nera della Legione italiana di Montevideo, costituita il 9 luglio 1846, su cui spicca il Vesuvio (la bandiera era nera perché “nessun altro colore se non il nero deve essere la divisa di chiunque abbia un cuore che si commuove al cospetto delle miserie d’Italia, come il Vesuvio incessantemente arde, così arde nei petti degli italiani il sacro fuoco della libertà”), il poncho a righe indossato in Sudamerica e la famosa camicia rossa, armi, abiti, uniformi di soldati, marinai e carabinieri; cimeli massonici e la ricostruzione di una saletta ottocentesca con arredi ispirati al mito garibaldino, poltrone con il ritratto di Garibaldi e di altri protagonisti risorgimentali, assieme a cimeli, “le reliquie“ dell’eroe, come il calco della mano, la papalina, la bibbia. Suggestiva la ricreazione dello studio di Mazzini, laboratorio ideale per le sue idee politiche.
Il periodo dell'iniziazione giovanile di Garibaldi al credo mazziniano della Giovine Italia è testimoniato dall’opera pittorica di Italo Nunes Vais Giuseppe Garibaldi a Taganrog, una rara fonte che ci racconta l'incontro fra Garibaldi e il mazziniano Giovan Battista Cuneo. Mentre un magnifico dipinto di Andrea Appiani Junior, La cospiratrice evoca il clima romantico e cospirativo dei patrioti nel periodo della restaurazione austriaca.
Il pubblico è coinvolto in un percorso originale, ricco di fascino ed emozioni grazie anche ad alcuni interventi multimediali di carattere tecnologico e scenografico.
Il visitatore è subito accolto da imponenti personaggi raffigurati su pannelli, che rappresentano i protagonisti del Risorgimento italiano: Garibaldi, Anita, Carlo Pisacane, Vittorio Emanuele, Giuseppe Mazzini, Cavour, Cristina di Belgioioso, Luciano Manara, Carlo Cattaneo e Pio IX . Queste figure vengono illuminate e, grazie ad una serie di effetti speciali, dialogano tra loro in un'installazione realizzata dallo Studio Associato Base2.
La sezione dedicata alla Repubblica Romana è una delle più importanti dell’epopea garibaldina. Prendendo spunto da un allestimento realizzato per il Rijskmuseum di Amsterdam, il Museo del Risorgimento ha utilizzato alcuni quadri per creare spettacolari effetti di animazione: i personaggi di alcune tele, infatti, prendono vita attraverso suoni, luci e azioni. Tra questi, I bersaglieri lombardi e i lancieri della morte trasportano Luciano Manara gravemente ferito a villa Spada di Filippo Vittori (1850), un grande dipinto che ritrae gli ultimi istanti del coraggioso patriota in una toccante deposizione laica.
Al tema del mare, attrazione fatale del Generale, è dedicata un'installazione con una proiezione delle onde durante le ore del giorno e della notte, a ripercorrere le emozioni del generale durante il lungo periodo marinaro.
Segue quindi la parte dedicata ai viaggi di Garibaldi nel Mediterraneo, alle sue letture sui testi di Saint-Simon, al giuramento della Giovine Italia e della Giovine Europa, al fallito moto dei Savoia del 1834 e all'esilio in Sud America. In questa sezione si possono ammirare interessanti oggetti quali armi, selle, sciabole, fasce e sciarpe massoniche; le mani di Gerolamo Induno e Gaetano Gallino hanno realizzato due dolci e rari ritratti di Anita.
Alla figura di Anita viene dedicata un’intima stanza che ne ricorda il momento più tragico della sua esistenza durante la fuga dalla sfortunata Repubblica romana. La sua figura viene celebrata attraverso il mirabile dipinto di Pietro Bouvier del 1864, Garibaldi e il maggiore Leggiero trasportano Anita morente, un autentico abito della donna qui esposto in una delle sue rarissime occasioni e prestato dal Museo di San Marino, chiuso dal 1959.
La seconda guerra d’indipendenza con la liberazione della Lombardia nel '59 vide Garibaldi protagonista in Valtellina come generale dei Cacciatori delle Alpi , documentato in due dipinti e nelle uniformi indossate da questo corpo di volontari. Grande rilievo è riservato a uno dei più noti e mitici avvenimenti del Risorgimento: la celeberrima spedizione dei Mille. Gerolamo Induno ha ritratto L'imbarco dei Mille da Quarto in un dipinto di eccezionale bellezza, anch’esso animato come l’opera di Vittori, e reso ancora più vivo dall'installazione di grande impatto dello Studio Caputo che riproduce i volti dei protagonisti di questa storica impresa. Due monumentali busti recuperati da Villa Belgioioso rievocano l'incontro avvenuto a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II: le due figure pronunceranno le battute del loro dialogo, così come la memoria storica le ha tramandate.
La presenza di Garibaldi a Milano viene ricordata per l’inaugurazione della Società patriottica militare del Tiro a segno nel 1862, cimelio esposto in mostra, così come il dipinto di De Albertis racconta lo storico incontro fra il generale e Alessandro Manzoni nello stesso anno.
Il percorso termina con le grandi battaglie di Bezzecca, Mentana e Digione; l'episodio di Digione ha dato vita a un'intensa rappresentazione: nel 1871 Sebastiano De Albertis ritrae il Generale a cavallo nell’ultima battaglia militare su un terreno innevato e ghiacciato; ancora una volta, pur subendo gli affanni dell'età, ci appare come un condottiero vittorioso .
Roberto Guerri, direttore delle Raccolte Storiche commenta: "il nostro intento principale è quello di promuovere le ricche collezioni sul tema risorgimentale e garibaldino possedute a vario titolo dalle Raccolte Storiche, alcune non viste ma di sicuro interesse per il pubblico. Questa mostra offre così la possibilità di approfondire le gesta di Garibaldi e far conoscere ai cittadini un grande patrimonio storico ".
Basti pensare che alcuni dipinti in mostra hanno subito interessanti vicissitudini: rimasti a Palazzo Reale fino al 1940, erano stati poi affidati alla Certosa di Pavia perché non andassero distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Questi quadri, mai esposti per più di mezzo secolo, sono stati infine recuperati nel 2004 dalle raccolte Storiche. Si tratta, ad esempio, delle spettacolari tele riproducenti la Battaglia di Novara di Luigi Norfini (1859) e La battaglia di San Martino di Vincenzo Giacomelli (1861).
Per tutta la durata della mostra saranno organizzate diverse iniziative come serate a tema, visite guidate, letture, incontri e visite nei luoghi dove vissero i personaggi dell'epoca.
Molto vivace anche l'attività didattica con conferenze, proiezioni digitali, visite nelle vie del centro storico di Milano dove abitarono i più celebri patrioti e dove si svolsero alcuni eventi capitali dell'epopea risorgimentale a Milano.
L'evento rientra nelle importanti iniziative dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano promosse dall'assessore Vittorio Sgarbi.
La mostra è ideata e curata dal direttore delle Civiche Raccolte Storiche Roberto Guerri e il conservatore Lucia Romaniello con Maura Bertoli e Paola Zatti, e si avvale della consulenza storica di Franco Della Peruta, Mino Milani e Alfonso Scirocco.
Il suggestivo percorso si snoda in 14 sale, ciascuna dedicata a un avvenimento particolare della vita di Garibaldi. A narrare le sue gesta sono un gruppo cospicuo di opere delle più varie tipologie. Numerosi dipinti, alcuni dei quali inediti; sculture in marmo e bronzo che ritraggono illustri personaggi come Foscolo (i cui Sepolcri il giovane Garibaldi conosceva a memoria); incisioni, litografie e disegni; documenti storici riguardanti Garibaldi, come la fede di battesimo, il diploma di capitano di lungo corso, il decreto di nomina a comandante dei Cacciatori delle Alpi firmato da Cavour, commoventi lettere ad Anita, libri, fotografie, carte geografiche terrestri e marine; rari oggetti meticolosamente raccolti come la bandiera nera della Legione italiana di Montevideo, costituita il 9 luglio 1846, su cui spicca il Vesuvio (la bandiera era nera perché “nessun altro colore se non il nero deve essere la divisa di chiunque abbia un cuore che si commuove al cospetto delle miserie d’Italia, come il Vesuvio incessantemente arde, così arde nei petti degli italiani il sacro fuoco della libertà”), il poncho a righe indossato in Sudamerica e la famosa camicia rossa, armi, abiti, uniformi di soldati, marinai e carabinieri; cimeli massonici e la ricostruzione di una saletta ottocentesca con arredi ispirati al mito garibaldino, poltrone con il ritratto di Garibaldi e di altri protagonisti risorgimentali, assieme a cimeli, “le reliquie“ dell’eroe, come il calco della mano, la papalina, la bibbia. Suggestiva la ricreazione dello studio di Mazzini, laboratorio ideale per le sue idee politiche.
Il periodo dell'iniziazione giovanile di Garibaldi al credo mazziniano della Giovine Italia è testimoniato dall’opera pittorica di Italo Nunes Vais Giuseppe Garibaldi a Taganrog, una rara fonte che ci racconta l'incontro fra Garibaldi e il mazziniano Giovan Battista Cuneo. Mentre un magnifico dipinto di Andrea Appiani Junior, La cospiratrice evoca il clima romantico e cospirativo dei patrioti nel periodo della restaurazione austriaca.
Il pubblico è coinvolto in un percorso originale, ricco di fascino ed emozioni grazie anche ad alcuni interventi multimediali di carattere tecnologico e scenografico.
Il visitatore è subito accolto da imponenti personaggi raffigurati su pannelli, che rappresentano i protagonisti del Risorgimento italiano: Garibaldi, Anita, Carlo Pisacane, Vittorio Emanuele, Giuseppe Mazzini, Cavour, Cristina di Belgioioso, Luciano Manara, Carlo Cattaneo e Pio IX . Queste figure vengono illuminate e, grazie ad una serie di effetti speciali, dialogano tra loro in un'installazione realizzata dallo Studio Associato Base2.
La sezione dedicata alla Repubblica Romana è una delle più importanti dell’epopea garibaldina. Prendendo spunto da un allestimento realizzato per il Rijskmuseum di Amsterdam, il Museo del Risorgimento ha utilizzato alcuni quadri per creare spettacolari effetti di animazione: i personaggi di alcune tele, infatti, prendono vita attraverso suoni, luci e azioni. Tra questi, I bersaglieri lombardi e i lancieri della morte trasportano Luciano Manara gravemente ferito a villa Spada di Filippo Vittori (1850), un grande dipinto che ritrae gli ultimi istanti del coraggioso patriota in una toccante deposizione laica.
Al tema del mare, attrazione fatale del Generale, è dedicata un'installazione con una proiezione delle onde durante le ore del giorno e della notte, a ripercorrere le emozioni del generale durante il lungo periodo marinaro.
Segue quindi la parte dedicata ai viaggi di Garibaldi nel Mediterraneo, alle sue letture sui testi di Saint-Simon, al giuramento della Giovine Italia e della Giovine Europa, al fallito moto dei Savoia del 1834 e all'esilio in Sud America. In questa sezione si possono ammirare interessanti oggetti quali armi, selle, sciabole, fasce e sciarpe massoniche; le mani di Gerolamo Induno e Gaetano Gallino hanno realizzato due dolci e rari ritratti di Anita.
Alla figura di Anita viene dedicata un’intima stanza che ne ricorda il momento più tragico della sua esistenza durante la fuga dalla sfortunata Repubblica romana. La sua figura viene celebrata attraverso il mirabile dipinto di Pietro Bouvier del 1864, Garibaldi e il maggiore Leggiero trasportano Anita morente, un autentico abito della donna qui esposto in una delle sue rarissime occasioni e prestato dal Museo di San Marino, chiuso dal 1959.
La seconda guerra d’indipendenza con la liberazione della Lombardia nel '59 vide Garibaldi protagonista in Valtellina come generale dei Cacciatori delle Alpi , documentato in due dipinti e nelle uniformi indossate da questo corpo di volontari. Grande rilievo è riservato a uno dei più noti e mitici avvenimenti del Risorgimento: la celeberrima spedizione dei Mille. Gerolamo Induno ha ritratto L'imbarco dei Mille da Quarto in un dipinto di eccezionale bellezza, anch’esso animato come l’opera di Vittori, e reso ancora più vivo dall'installazione di grande impatto dello Studio Caputo che riproduce i volti dei protagonisti di questa storica impresa. Due monumentali busti recuperati da Villa Belgioioso rievocano l'incontro avvenuto a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II: le due figure pronunceranno le battute del loro dialogo, così come la memoria storica le ha tramandate.
La presenza di Garibaldi a Milano viene ricordata per l’inaugurazione della Società patriottica militare del Tiro a segno nel 1862, cimelio esposto in mostra, così come il dipinto di De Albertis racconta lo storico incontro fra il generale e Alessandro Manzoni nello stesso anno.
Il percorso termina con le grandi battaglie di Bezzecca, Mentana e Digione; l'episodio di Digione ha dato vita a un'intensa rappresentazione: nel 1871 Sebastiano De Albertis ritrae il Generale a cavallo nell’ultima battaglia militare su un terreno innevato e ghiacciato; ancora una volta, pur subendo gli affanni dell'età, ci appare come un condottiero vittorioso .
Roberto Guerri, direttore delle Raccolte Storiche commenta: "il nostro intento principale è quello di promuovere le ricche collezioni sul tema risorgimentale e garibaldino possedute a vario titolo dalle Raccolte Storiche, alcune non viste ma di sicuro interesse per il pubblico. Questa mostra offre così la possibilità di approfondire le gesta di Garibaldi e far conoscere ai cittadini un grande patrimonio storico ".
Basti pensare che alcuni dipinti in mostra hanno subito interessanti vicissitudini: rimasti a Palazzo Reale fino al 1940, erano stati poi affidati alla Certosa di Pavia perché non andassero distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Questi quadri, mai esposti per più di mezzo secolo, sono stati infine recuperati nel 2004 dalle raccolte Storiche. Si tratta, ad esempio, delle spettacolari tele riproducenti la Battaglia di Novara di Luigi Norfini (1859) e La battaglia di San Martino di Vincenzo Giacomelli (1861).
Per tutta la durata della mostra saranno organizzate diverse iniziative come serate a tema, visite guidate, letture, incontri e visite nei luoghi dove vissero i personaggi dell'epoca.
Molto vivace anche l'attività didattica con conferenze, proiezioni digitali, visite nelle vie del centro storico di Milano dove abitarono i più celebri patrioti e dove si svolsero alcuni eventi capitali dell'epopea risorgimentale a Milano.
14
dicembre 2007
Giuseppe Garibaldi. Sulle tracce di un mito al Museo del Risorgimento
Dal 14 dicembre 2007 al 27 aprile 2008
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO DEL RISORGIMENTO – PALAZZO MORIGGIA
Milano, Via Borgonuovo, 23, (Milano)
Milano, Via Borgonuovo, 23, (Milano)
Biglietti
2 euro, ridotto 1 euro
Orario di apertura
da martedì a domenica h. 9 - 13 / 14 - 17.30. Lunedì chiuso
Vernissage
14 Dicembre 2007, ore 18
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Curatore