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Si chiama semplicemente “Marley”, ed è stato girato da Kevin MacDonald, regista scozzese, Oscar nel 2000 per “Un giorno a settembre”, dedicato al massacro delle Olimpiadi di Monaco nel 1972, premiato a Hollywood come miglior documentario. Nel 2006 fu invece l’attore Forest Whitaker a conquistare la statuetta come miglior attore ne “L’ultimo Re di Scozia”, girato sempre da MacDonald.
Oggi nei cinema italiani l’evento unico del regista è appunto il documentario dedicato alla vita del “profeta” della musica e della libertà Bob Marley: un passaggio fulmineo sul grande schermo, per un film che è stato presentato allo scorso Festival di Berlino e che ha ricevuto decine e decine di critiche lusinghiere, dal “Guardian” al “New York Post”, dal Times al nostro “Corriere della Sera”.
Un documentario che non occulta nulla della stravagante vita del grande cantautore giamaicano, dall’origine africana al ghetto fino alla malattia che lo strappò alla vita nel 1981, a soli 36 anni. Un grande regalo, che suona un po’ come la data di un concerto nazionale, come quando Marley arrivò allo stadio di San Siro di Milano, il 27 giugno 1980, portando con sé una carovana di 100mila giovani in delirio. Per sapere dove-come-quando trovare le proiezioni di oggi il sito dedicato è www.marleyilfilm.it