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Angelica Dragone – Olga & Olga
L’artista arricchisce accostando, più che fondendo, pittura e fotografia; ovvero distinguendo e lasciando in piena autonomia le due tecniche sino a renderle complementari
Comunicato stampa
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Angelica Dragone approda ad una fase di maturazione del suo itinerario artistico,
ricordando che titolava “Atto Primo” il
catalogo che documentava la sua produzione
datata 2002, a indicare l’avvio di un proprio, rinnovato percorso linguistico e procedurale.
In linea di continuità con la precedente, questa recente produzione è coerente con la rigorosa progettualità che l’è propria– chè l’ha di
attività. Di fatto lo amplia. Lo arricchisce accostando, più che fondendo, pittura e fotografia; ovvero distinguendo e lasciando in
piena autonomia le due tecniche sino a renderle complementari.» (cfr.: “Attoprimo”, catalogo della mostra -Brindisi, Libreria MC BOOKS Spazio
Arte Contemporanea, 8 febbraio - 9 marzo 2002- a cura di M. Guastella, Brindisi ). Una valutazione che mi pare sia ancor oggi da confermare. La tecnica di riproduzione serigrafica, sempre più largamente
impiegata, è assai importante per l’artista salentina, poiché il mezzo di copiatura le fornisce innanzitutto la gestione e il controllo delle immagini fotografiche, strumento principale delle sue composizioni, nonché la possibilità di tirare il colore prescelto nella trama del telaio, vederlo saturarsi nelle monocromie di fondo, diluirsi sino alle rasparenze, adattarsi a suggestive sequenze di bianco e nero, farsi pittura cioè. Pur tuttavia nella pratica manuale della fase esecutiva,
laddove elabora le finiture delle composizioni si lascia volentieri trasportare dal caso, da impulsi emotivi. Il segno stilistico che
distingue la selezione dei lavori in mostra, costruiti sui negativi, è commistione di neorealismo, in dimensione esistenziale, popismo e concettualismo, messi insieme a perseguire, dunque, modelli linguistici attuali. Domina su tutto la sua vocazione per la pittura, vero e
proprio luogo delle sue progettazioni. Cifre, immagini e cromatismi emergono, carichi di vita, provocati dalla sua energia creativa. Alla
domanda chi è “Olga” ossia il tema di questa sua tappa odierna, l’artista risponde con parole fuorvianti: «E’ una forestiera! Viene dall’
Estonia. Non si riesce a saper nulla di lei.» Su questo versante, perciò, l’autrice non ci
offre spunti interpretativi che aiutino a
cogliere la poetica della sua ricerca.
Invero a chi scrive “Olga e Olga” suggerisce principalmente una narrazione declinata al femminile, che per Angelica Dragone significa
personalissime riflessioni, l’alter ego a cui affida suggestioni e ispirazioni, preoccupazioni e ansie. Sensazioni inconfessate espresse sui quadri. A osservare ognuna delle sue composizioni, dalle visioni totali a quelle reiterate nel dettaglio, si può cogliere quanto attraverso l’immagine della donna, ora di Olga, pressoché impalpabile oppure inquietante, ora di un’altra anonima protagonista, si proietti qualcosa di privato, non immune da una vena malinconica, individuale e collettiva. Quasi fosse assorta sul frainteso processo emancipativo
della donna. Rappresentazioni di stati d’animo afflitti o spensierati, d’intonazioni espressive turbate o sorridenti, di posture meditative o eccentriche. Tutte insieme rappresentazioni del vivere in una sorta di solitudine, non condividendo quel prevalere contemporaneo del vanitoso “apparire” sul genuino “essere”.
Olga o chi per lei è una formula di cui si serve
Angelica Dragone per trattenere memoria visiva di ciò che la fa sentire “essere”: le sue trasformazioni interiori; i valori delle sue
esperienze umane; gli orientamenti della sua sfera affettiva; le relazioni sociali affrontate quotidianamente. Ogni opera, ogni Olga, ogni
soggetto muliebre che affiora in superficie si incastra, come tessera d’un mosaico, in svariati episodi, narrati con sospensione intimista, enigmatica, trasfigurati per immagini e cromie. Appendici di un racconto diaristico, significativo per il dato emozionale, che nel
loro valore di testimonianze, realistiche o
illusive, evocano qualcosa di segreto, a lei stessa prima di tutti e quindi quale confronto fuori dai quadri con il fruitore o in ogni modo con il mondo esterno.
MASSIMO GUASTELLA
ricordando che titolava “Atto Primo” il
catalogo che documentava la sua produzione
datata 2002, a indicare l’avvio di un proprio, rinnovato percorso linguistico e procedurale.
In linea di continuità con la precedente, questa recente produzione è coerente con la rigorosa progettualità che l’è propria– chè l’ha di
attività. Di fatto lo amplia. Lo arricchisce accostando, più che fondendo, pittura e fotografia; ovvero distinguendo e lasciando in
piena autonomia le due tecniche sino a renderle complementari.» (cfr.: “Attoprimo”, catalogo della mostra -Brindisi, Libreria MC BOOKS Spazio
Arte Contemporanea, 8 febbraio - 9 marzo 2002- a cura di M. Guastella, Brindisi ). Una valutazione che mi pare sia ancor oggi da confermare. La tecnica di riproduzione serigrafica, sempre più largamente
impiegata, è assai importante per l’artista salentina, poiché il mezzo di copiatura le fornisce innanzitutto la gestione e il controllo delle immagini fotografiche, strumento principale delle sue composizioni, nonché la possibilità di tirare il colore prescelto nella trama del telaio, vederlo saturarsi nelle monocromie di fondo, diluirsi sino alle rasparenze, adattarsi a suggestive sequenze di bianco e nero, farsi pittura cioè. Pur tuttavia nella pratica manuale della fase esecutiva,
laddove elabora le finiture delle composizioni si lascia volentieri trasportare dal caso, da impulsi emotivi. Il segno stilistico che
distingue la selezione dei lavori in mostra, costruiti sui negativi, è commistione di neorealismo, in dimensione esistenziale, popismo e concettualismo, messi insieme a perseguire, dunque, modelli linguistici attuali. Domina su tutto la sua vocazione per la pittura, vero e
proprio luogo delle sue progettazioni. Cifre, immagini e cromatismi emergono, carichi di vita, provocati dalla sua energia creativa. Alla
domanda chi è “Olga” ossia il tema di questa sua tappa odierna, l’artista risponde con parole fuorvianti: «E’ una forestiera! Viene dall’
Estonia. Non si riesce a saper nulla di lei.» Su questo versante, perciò, l’autrice non ci
offre spunti interpretativi che aiutino a
cogliere la poetica della sua ricerca.
Invero a chi scrive “Olga e Olga” suggerisce principalmente una narrazione declinata al femminile, che per Angelica Dragone significa
personalissime riflessioni, l’alter ego a cui affida suggestioni e ispirazioni, preoccupazioni e ansie. Sensazioni inconfessate espresse sui quadri. A osservare ognuna delle sue composizioni, dalle visioni totali a quelle reiterate nel dettaglio, si può cogliere quanto attraverso l’immagine della donna, ora di Olga, pressoché impalpabile oppure inquietante, ora di un’altra anonima protagonista, si proietti qualcosa di privato, non immune da una vena malinconica, individuale e collettiva. Quasi fosse assorta sul frainteso processo emancipativo
della donna. Rappresentazioni di stati d’animo afflitti o spensierati, d’intonazioni espressive turbate o sorridenti, di posture meditative o eccentriche. Tutte insieme rappresentazioni del vivere in una sorta di solitudine, non condividendo quel prevalere contemporaneo del vanitoso “apparire” sul genuino “essere”.
Olga o chi per lei è una formula di cui si serve
Angelica Dragone per trattenere memoria visiva di ciò che la fa sentire “essere”: le sue trasformazioni interiori; i valori delle sue
esperienze umane; gli orientamenti della sua sfera affettiva; le relazioni sociali affrontate quotidianamente. Ogni opera, ogni Olga, ogni
soggetto muliebre che affiora in superficie si incastra, come tessera d’un mosaico, in svariati episodi, narrati con sospensione intimista, enigmatica, trasfigurati per immagini e cromie. Appendici di un racconto diaristico, significativo per il dato emozionale, che nel
loro valore di testimonianze, realistiche o
illusive, evocano qualcosa di segreto, a lei stessa prima di tutti e quindi quale confronto fuori dai quadri con il fruitore o in ogni modo con il mondo esterno.
MASSIMO GUASTELLA
02
dicembre 2007
Angelica Dragone – Olga & Olga
Dal 02 dicembre 2007 al 06 gennaio 2008
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
PALAZZO MICHELI – GORGONI
Galatina, Via Umberto I, 33, (Lecce)
Galatina, Via Umberto I, 33, (Lecce)
Vernissage
2 Dicembre 2007, ore 19
Autore