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Luke Andrews
Lo sguardo di questo giovane pittore americano non coglie le atmosfere che ci hanno regalato artisti nordici di tradizione meneghina impastati di brume, di fervore popolare o di sobria eleganza borghese. In queste tele non ci sono le case di ringhiera o i cortili stucchevoli
Comunicato stampa
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La lista dei pittori che hanno ritratto Milano nel tempo è lunga; altrettanto dicasi di cineasti, cantautori, romanzieri e non ultimi i poeti, italiani e stranieri, come ho avuto modo di documentare ampiamente nei miei due recenti volumi Poeti per Milano –una città in versi- (2002) e Milano in versi –una città e i suoi poeti- (2006).
Luke Andrews è per ora l’ultimo dei suoi cantori proveniente di là dell’Oceano, a continuare la tradizione di innamoramento e di fascinazione di altri artisti che lo hanno proceduto.
Lo sguardo di questo giovane pittore americano non coglie le atmosfere che ci hanno regalato artisti nordici di tradizione meneghina impastati di brume, di fervore popolare o di sobria eleganza borghese. In queste tele non ci sono le case di ringhiera o i cortili stucchevoli; gli scorci romantici o la razionalità illuministica: per tutto ciò ci vuole quella fusione calda con la materia e con la storia che solo le radici e il tempo sono in grado di resuscitare. E tuttavia c’è, in queste visioni rese fantastiche dal modo sghembo di raffigurarle, dalla fantasmagoria caleidoscopica della tavolozza, dal trionfo esagerato delle mille luci che squillano come frammenti fiabeschi di una città ideale sognata, un’aura di attraente beatitudine che ci riconcilia con le icone più rappresentativamente note, e direi quasi abusate della nostra città, che ci obbliga a guardarle sotto un aspetto nuovo in grado di restituirci un incontro che forse il nostro occhio aveva perduto.
E’ un effetto salutare sulla memoria visiva che si riconcilia con frammenti di città che parevano sterilizzati.
Andrews ci obbliga a riconsiderarli partendo dalla sua prospettiva pittorica e dai suoi impasti cromatici accesamente fauve, liricamente vangoghiani.
Ed è un altro cielo lombardo che prende vita, un’altra Milano che resuscita; come avviene ogni volta che lo sguardo puro di un artista si posa sul corpo inerte delle cose.
Attraverso una serie di tele realizzate nel corso del 2007, Luke Andrews, pittore americano della Florida, ma con alle spalle lunghi soggiorni nella nostra città, ci regala una carrellata suggestiva e poetica di alcuni dei luoghi e dei simboli più riconoscibili e amati di Milano, colti attraverso il suo sguardo disincantato e partecipe e mediante una personale tavolozza che li rende vivacemente insoliti e fiabeschi. Una Milano che vi stupirà.
Luke Andrews è per ora l’ultimo dei suoi cantori proveniente di là dell’Oceano, a continuare la tradizione di innamoramento e di fascinazione di altri artisti che lo hanno proceduto.
Lo sguardo di questo giovane pittore americano non coglie le atmosfere che ci hanno regalato artisti nordici di tradizione meneghina impastati di brume, di fervore popolare o di sobria eleganza borghese. In queste tele non ci sono le case di ringhiera o i cortili stucchevoli; gli scorci romantici o la razionalità illuministica: per tutto ciò ci vuole quella fusione calda con la materia e con la storia che solo le radici e il tempo sono in grado di resuscitare. E tuttavia c’è, in queste visioni rese fantastiche dal modo sghembo di raffigurarle, dalla fantasmagoria caleidoscopica della tavolozza, dal trionfo esagerato delle mille luci che squillano come frammenti fiabeschi di una città ideale sognata, un’aura di attraente beatitudine che ci riconcilia con le icone più rappresentativamente note, e direi quasi abusate della nostra città, che ci obbliga a guardarle sotto un aspetto nuovo in grado di restituirci un incontro che forse il nostro occhio aveva perduto.
E’ un effetto salutare sulla memoria visiva che si riconcilia con frammenti di città che parevano sterilizzati.
Andrews ci obbliga a riconsiderarli partendo dalla sua prospettiva pittorica e dai suoi impasti cromatici accesamente fauve, liricamente vangoghiani.
Ed è un altro cielo lombardo che prende vita, un’altra Milano che resuscita; come avviene ogni volta che lo sguardo puro di un artista si posa sul corpo inerte delle cose.
Attraverso una serie di tele realizzate nel corso del 2007, Luke Andrews, pittore americano della Florida, ma con alle spalle lunghi soggiorni nella nostra città, ci regala una carrellata suggestiva e poetica di alcuni dei luoghi e dei simboli più riconoscibili e amati di Milano, colti attraverso il suo sguardo disincantato e partecipe e mediante una personale tavolozza che li rende vivacemente insoliti e fiabeschi. Una Milano che vi stupirà.
26
novembre 2007
Luke Andrews
Dal 26 novembre al primo dicembre 2007
giovane arte
Location
GALLERIA CIOVASSO
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 34, (Milano)
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 34, (Milano)
Orario di apertura
Lunedi 15.30-19.30. Martedi-Sabato 10.30-13.00/15.30-19.30
Vernissage
26 Novembre 2007, ore 18
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