Si inaugura giovedì 22 novembre presso la Galleria Gianni Tagliento, ore 18.30, piazza Borromini 76, Torino la mostra di Tiziana Pellerano ed Emiliano Alfieri. Isole è il titolo di questa mostra che unisce i quadri di Tiziana Pellerano, tutti giocati sull'uso materico del colore, e le sculture di Emiliano Alfieri condizionate dai quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco. Isole evoca anche l'incontro di personalità diverse ma pronte per nuovi approdi.

Fino al 7 dicembre, la mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00.


Tiziana Pellerano vive e lavora a Torino. Dopo essersi diplomata al 1° liceo artistico di Torino e laureata in Storia e critica del cinema alla Facoltà di Lettere di Torino, lavora come regista presso il Centro di produzione Rai di Torino.


Definisco la mia pittura astratto informale. Utilizzo come fondo il nero, sul quale la luce e l’immagine viene ricercata attraverso una commistione di colori, terre, pigmenti naturali, stucco e collage, che giunge ad un risultato materico.

Più che imporre un’immagine definita e riconoscibile nel reale, cerco di offrire all’osservatore un percorso che, attraverso le emozioni dei colori e del gesto pittorico, si propone come meta finale la “semplice” ricerca.

Consegno all’osservatore la libertà di tracciare la mappa del proprio personale percorso; non a caso, nel mio lavoro, ricorre la suggestione di mappe geografiche che non riproducono nessun territorio reale. Non definisco i limiti fisici dei miei lavori che possono continuare oltre l’inesistente cornice, per fluire dall’uno all’altro. Muovendomi tra una serie di dicotomiche opposizioni, bianco-nero, interno-esterno, definito-indefinito, reale-astratto, ordine geometrico-caos primigenio, cerco di giungere all’effetto conclusivo di un personale controllo delle contrastanti forze materico-cromatiche create.

T.P.


Mostre Personali e Collettive


1997 mostra “New Abstrac 2” presso la galleria Overstudio di Torino

1997 vince il 3° premio della XV edizione Premi Firenze, Palazzo Vecchio, Firenze.

1998 partecipa alla 3° tappa della mostra itinerante “Andata e Ritorno”

Torino -Foggia-Bologna

1999 collettiva “Terre scoperte” presso la casa di Porta Ferrata di Avigliana

2000 personale presso la galleria Sofonisba Anguissola di Torino

2000 partecipa alla nuova tappa della mostra “Andata e ritorno” presso la galleria Il Graffio di Bologna

2003 personale presso la Sala Paschetto del Centro culturale Valdese di Torre Pellice

2005 rassegna internazionale “Segni” organizzata da Il Cenacolo di Felice Casorati in Campidoglio di Torino

2006 collettiva “Incontri” presso il Dado di Torino

2006 collettiva presso lo Sspazio Culturale Alberghina di Torino

2006 partecipa alla mostra “Trasgressioni” dell’Accademia Riviera dei Fiori G.Balbo di Bordighera

2007 partecipa alla nuova edizione dell rassegna internazionale “Segni” Torino


2007 collettiva PopCornIce di piazza Borromini, Torino

2007 personale presso lo studio Laboratorio di Anna Virando, Torino

2007 simposio Ungheria

2007 simposio Carloforte



Emiliano Alfieri, è nato ad Asti nel maggio del 1974.

Scenografo, apprende le tecniche pittoriche e scultoree per poi proseguire la sua ricerca artistica attraverso registri differenti, passando dalla pittura alla scultura alla fotografia e alla ripresa cinematografica. Un background culturale ricercato e raffinatamente presente in ogni suo lavoro.

Sviluppa sin da piccolo una propensione all’arte attraverso un linguaggio apparentemente silenzioso. Per lui comunicare mediante la creazione di un’immagine con colori e materie plastiche è forse ancor più importante della parola stessa. Come l’arte silenziosa e inquieta di un bimbo che disegna triangoli sapendo che sono aeroplani.

Nel suo lavoro ricorrono immagini che carpiscono il senso della quotidianità del nostro correre, congelate e rese prive della loro reale consistenza.

Il dubbio che si cela sulle superfici delle sue opere è quello del nostro più profondo inconscio. Unisce il visibile con quello meno osservabile. Nei tagli della sua espressione, dilata il tempo e lo spazio come fossero “isole scoperte” nella mente soffocata dalla vita stessa. Li rimpasta a suo piacimento con ironie taglienti fino a riproporne uno solo, complicatamente semplice e al tempo stesso paradossale.