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Time after time
Takehito Koganezawa, Paolo Parisi, Wilfredo Prieto, secondo livelli differenti, riflettono e soprattutto “agiscono” sull’idea di tempo della pittura
Comunicato stampa
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Il Tempo, come scriveva Marguerite Yourcenar, è sì un “grande scultore” ma, per chi non studia filosofia teoretica, anche un gran rompiscatole.
Il Postmoderno ha pensato, per pura economia, di teorizzare la “fine del tempo”, ma l’arte sembra smentirlo continuamente con il suo time after time.
Così è forse più liberatorio adottare come punto di partenza una canzone di successo degli anni 80 e il suo relativo video: “Time after Time” di Cyndi Lauper. La canzone descrive, senza troppi rimpianti, una partenza e una separazione tra due amanti di cui ignoriamo –anche alla fine– i motivi. Questa partenza è rafforzata dal video in cui nei primi 30 secondi vediamo Cyndi Lauper che guarda alla televisione “un addio” mentre alla fine del video la stessa cantante mima con il linguaggio dei sordomuti il titolo della canzone.
Il titolo, “Time after Time”, e la struttura del video ci sembrano un'ottima introduzione ad una mostra di tre artisti, Takehito Koganezawa, Paolo Parisi, Wilfredo Prieto, che, secondo livelli differenti, riflettono e soprattutto “agiscono” sull’idea di tempo della pittura.
Il modello per eccellenza del modernismo è il monocromo. La storia del monocromo, nelle esperienze artistiche del 900, comincia con un addio; il famoso “addio alla pittura” celebrato da Aleksandr Rodcenko nel 1921 con il suo trittico monocromo alla mostra 5X5=25.
Un addio che negli anni si è caratterizzato concettualmente come una modalità della pittura (e dell'arte) in cui presenza, purezza, autoevidenza ottica ed empirica si ponevano come requisiti necessari e inalienabili.
Qualcuno ha anche affermato che il “monocromo”, raggiungendo il grado zero iconografico, è il trionfo del modernismo perché trasforma la pittura in puro oggetto. Un puro oggetto, tuttavia, senza tempo, senza il movimento del tempo.
A vario titolo, Takehito Koganezawa, Paolo Parisi, Wilfredo Prieto introducono nelle loro opere differenti livelli temporali; un processo, che generalizzando un po’, trasforma il tempo in un medium, in un veicolo (o per essere un po’ letterari in una “macchina del tempo”) che rende evanescente e fluttuante il senso dello spazio.
Tutto questo richiede un’attenzione particolare da parte dell’osservatore e un differente uso del “punto di vista”.
I disegni senza spazio o la video proiezione RGBY di Koganezava (il titolo sembra riferirsi sia al modello di colori ad uso digitale “RGB” che all’acronimo “RGBY” adoperato per una sorta di lampada, una one pixel camera, creata in Giappone nel 2005 per catturare e “ricreare” i colori) così come i “monocromi inversi” o i paesaggi argentati di Parisi testimoniano i differenti tempi e/o componenti coinvolti nella creazione di un’opera; un’opera in cui si deduce che “la pittura non è ancora giunta a riposo” (Helmut Friedel).
Le opere o le installazioni di Wilfredo Prieto, invece, richiedono che l’osservatore sia conscio di trovarsi in uno spazio o in un contesto artistico. Premessa questa vecchia pratica concettuale, Prieto concepisce l’opera come una (o “la”) forma di camouflage. L’artista diviene una sorta di archeologo che discretamente, e con molta attenzione, ci fa attraversare i diversi livelli visivi (e con essi i possibili e mai risolti, significati) di oggetti sottratti al nostro panorama visivo quotidiano.
Takehito Koganezawa (Tokio, 1974) vive e lavora a Berlino.
Mostre (selezione): Wohnmaschine, Berlin; Berlinische Galerie, Berlin; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; Museum of Modern Art, New Delhi, India; MOCA, Los Angeles; Daelim Contemporary Art Museum, Seoul, Korea; Neue Nationalgalerei, Berlin; Kunsthalle Wien; Stadtgalerie Kiel, Germany; Centro Andaluz de Arte Contemporaneo, Sevilla, Spain; ICA, London; Manifesta 4, Frankfurt am Main, Germay.
Paolo Parisi (Catania, 1965) vive e lavora a Firenze.
Mostre (selezione): Stadtische Galerie im Lenbachhaus/Kunstbau, Monaco; Museo Pecci, Prato; Galleria Civica Montevergini, Siracusa; Quarter Firenze; S.R.I.S.A. Firenze; Centro per l'arte contemporanea Palazzo Fichera, Catania; Galleria Galica, Milano; Palazzo Cavour, Torino; Museum of fine arts, Hanoi; Galleria Continua, San Gimignano.
Wilfredo Prieto (Cuba, 1978) vive e lavora tra La Habana e Barcellona.
Mostre (selezione): SMAK, Ghent, Belgium; Dia Art Foundation, New York; Kadist Art Foundation, Paris; McMaster Museum of Art, Hamilton, CDN; MUSAC, León, Spain; Centro de Arte Contemporáneo Wifredo Lam, La Habana; Pabellón Italo-Latinoamericano, 52 Biennale di Venezia, Italy; Frost Art Museum, Miami, USA; Palazzo delle Papesse, Siena, Italy; Irish Museum of Modern Art, Dublin; Museu de Arte Contemporánea de Goiás, Brasil.
27
novembre 2007
Time after time
Dal 27 novembre 2007 al 09 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
GALICA ARTECONTEMPORANEA
Milano, Viale Bligny, 41, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 41, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 10.00-13.00 / 15.00-19.00
sabato 14.00-19.00 o su appuntamento
Vernissage
27 Novembre 2007, dalle 18.30 alle 21.00
Autore
Curatore