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Matthew Lauretti / Luigi De Giovanni
Due artisti appartenenti a generazioni molto diverse, ma entrambi contraddistinti della sperimentazione
Comunicato stampa
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Compie 10 anni la Giraldi Editore, un decennale costellato di successi con 350 autori tra i nomi più noti del panorama della scrittura in Italia come Giorgio Celli e Francesca Mazzucato. E proprio in occasione di questo anniversario così importante, Cristiano Giraldi apre ancora una volta gli spazi della sua Galleria 18 (via San Felice, 18), sabato 27 ottobre alle 19.00, per ospitare l’inaugurazione di una doppia personale: Matthew Lauretti e Luigi De Giovanni. Due artisti appartenenti a generazioni molto diverse, ma entrambi contraddistinti della sperimentazione.
Luce e materiali: questi gli elementi su cui si concentra l’opera di Matthew Lauretti, bolognese con origini newyorkwesi e artista noto per le sue immagini in continuo movimento, cangianti e raffinate. Una pittura misteriosa, in cui l’arte sembra recuperare il suo ancestrale ruolo sciamanico. È un eccellente creativo Matthew Lauretti, che si affida alle potenti facoltà immaginative dell’inconscio lasciando fluire un gesto pittorico libero e incondizionato. Un rapporto estasiante e non estetico con il soggetto rappresentato il suo, il medesimo che portò le cultura arcaiche alla nascita dell’arte. I Territori dipinti all’inizio del 2000, infatti, sono sperimentazioni di una tecnica ricca di rimandi rituali ispirati ai sandpaintings dei Navajo. Riferimenti naturalistici interpretati come elementi di una poetica animista sottolineata in titoli come “Where is the bird” e “What Field”. Dopo i Territori, le Teste, simili a totem: opere in cui il colore diventa un’esplosione fauve e il segno si fa ancora più espressionista. Una vera e propria alchimia pittorica in cui l’artista ha riprodotto anche effetti tridimensionali, giunta ad effetti spettacolari con “The Fable of…” del 2006. Alcune di queste opere saranno in mostra in Galleria, insieme a delle nuove ed originalissime creazioni realizzate con degli indumenti.
Leccese, allievo del maestro Avanessian, è un frenetico itinerario geografico quello di Luigi De Giovanni. Una parabola internazionale che lo ha visto protagonista nelle gallerie di tutto il mondo: da Roma a Madrid, fino a New York. Un mondo racchiuso tra colori e tele quello di De Giovanni, con un percorso del tutto peculiare iniziato sin dall’infanzia e proseguito, in gioventù, con le creazioni ribelli legate agli anni della contestazione studentesca. In quel periodo, dopo un diploma in Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Roma, De Giovanni dipinge i serragli del vivere: i palcoscenici dove scale e barricate parlano di rincorse al potere. Quindi inizia a delinearsi il suo percorso: una pittura drammatica ed espressionista con cui ritrae paesaggi realizzati nelle campagne e nudi. Il suo soggetto resta sempre la contraddizione della società e i turbamenti dell’essere, ma il suo amore per la ricerca lo conduce ad una sperimentazione continua tanto che, negli anni ’70 e ’80, inizia a dipingere con le tempere all’uovo che gli consentono un impatto molto forte e violento e, a partire dal 1988, prosegue con tecniche miste utilizzando materiali di scarto. A questo periodo risalgono le sue famose opere realizzate con i jeans, indumento simbolo della contestazione sociale.
Luce e materiali: questi gli elementi su cui si concentra l’opera di Matthew Lauretti, bolognese con origini newyorkwesi e artista noto per le sue immagini in continuo movimento, cangianti e raffinate. Una pittura misteriosa, in cui l’arte sembra recuperare il suo ancestrale ruolo sciamanico. È un eccellente creativo Matthew Lauretti, che si affida alle potenti facoltà immaginative dell’inconscio lasciando fluire un gesto pittorico libero e incondizionato. Un rapporto estasiante e non estetico con il soggetto rappresentato il suo, il medesimo che portò le cultura arcaiche alla nascita dell’arte. I Territori dipinti all’inizio del 2000, infatti, sono sperimentazioni di una tecnica ricca di rimandi rituali ispirati ai sandpaintings dei Navajo. Riferimenti naturalistici interpretati come elementi di una poetica animista sottolineata in titoli come “Where is the bird” e “What Field”. Dopo i Territori, le Teste, simili a totem: opere in cui il colore diventa un’esplosione fauve e il segno si fa ancora più espressionista. Una vera e propria alchimia pittorica in cui l’artista ha riprodotto anche effetti tridimensionali, giunta ad effetti spettacolari con “The Fable of…” del 2006. Alcune di queste opere saranno in mostra in Galleria, insieme a delle nuove ed originalissime creazioni realizzate con degli indumenti.
Leccese, allievo del maestro Avanessian, è un frenetico itinerario geografico quello di Luigi De Giovanni. Una parabola internazionale che lo ha visto protagonista nelle gallerie di tutto il mondo: da Roma a Madrid, fino a New York. Un mondo racchiuso tra colori e tele quello di De Giovanni, con un percorso del tutto peculiare iniziato sin dall’infanzia e proseguito, in gioventù, con le creazioni ribelli legate agli anni della contestazione studentesca. In quel periodo, dopo un diploma in Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Roma, De Giovanni dipinge i serragli del vivere: i palcoscenici dove scale e barricate parlano di rincorse al potere. Quindi inizia a delinearsi il suo percorso: una pittura drammatica ed espressionista con cui ritrae paesaggi realizzati nelle campagne e nudi. Il suo soggetto resta sempre la contraddizione della società e i turbamenti dell’essere, ma il suo amore per la ricerca lo conduce ad una sperimentazione continua tanto che, negli anni ’70 e ’80, inizia a dipingere con le tempere all’uovo che gli consentono un impatto molto forte e violento e, a partire dal 1988, prosegue con tecniche miste utilizzando materiali di scarto. A questo periodo risalgono le sue famose opere realizzate con i jeans, indumento simbolo della contestazione sociale.
27
ottobre 2007
Matthew Lauretti / Luigi De Giovanni
Dal 27 ottobre al 07 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE 18
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 18.30. Sabato dalle 15.30 alle 19.30
Vernissage
27 Ottobre 2007, ore 19
Ufficio stampa
PARKINMEDIA/STUDIO CALICETI
Autore
Curatore