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Mario Vespasiani – Holy Wood Endless. Dalla tela al film e ritorno
la mostra presenta in un percorso rigoroso, quattro grandi opere in dialogo con le proiezioni di spezzoni di un film muto del 1928, una pellicola in bianco e nero nella quale il regista Camillo Perazzoli ha individuato un network con le opere imponenti ed enigmatiche tele di Mario Vespasiani.
Comunicato stampa
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Il film di riferimento per Holy Wood Endless è:
La passione di Giovanna d'Arco - Regia di Carl Thedor Dreyer - 1928
La mostra intitolata "Holy Wood Endless, dalla tela al film e ritorno" che sarà inaugurata giovedi 25 ottobre presso la Galleria Visconti di Bari è il sequel della grande mostra Holy Wood in corso a Guastalla, presenta in un percorso rigoroso, quattro grandi opere in dialogo con le proiezioni di spezzoni di un film muto del 1928, una pellicola in bianco e nero nella quale il regista Camillo Perazzoli ha individuato un network con le opere imponenti ed enigmatiche tele di Mario Vespasiani.
In un periodo dove il video suscita grande interesse sono sempre più gli artisti che si avvicinano alla regia, sia pure con risultati raramente convincenti è da sottolineare il tentativo di estendere a vari linguaggi il proprio pensiero. Invece Mario Vespasiani prende le distanze dalla telecamera e rimanendo ben saldo sul territorio della pittura che gli appartiene, offre un collegamento indiretto tra le diverse espressioni dei suoi ritratti a quelle dei primi piani del film, apparentemente opposte ma straordinariamente corrispondenti alle tensioni visionarie di Dreyer.
Nelle quattro tele, mai esposte prima, come nel'intero ciclo pittorico si affronta il tema " della luce" tra reale e divino. Nelle opere dentro una pittura spigliata l'autore ha voluto raccontare le espressioni estreme di chi si è lasciato trasportare da una volontà superiore. L'artista ha fatto interpretare ai suoi modelli le gesta gloriose ma ancora oggi avvolte nel mito dei principali santi cattolici. Seguendo il personale codice di identificazione, senza riferirsi troppo a quello tramandato dall'iconografia dal Medioevo ad oggi, sposta l'attenzione a quel lato intimo e quotidiano che vuole la santità alla portata di tutti (provocatorio è il titolo riferito ad Hollywood "tempio delle divinità" nel nostro tempo). Vespasiani con un volto per ogni opera, fonde nel tema della Passione dei Santi Cattolici quello dell'espiazione e della redenzione dell'uomo contemporaneo, dove perfino l'artista stesso nel momento della creazione si eleva ad "associato di Dio". Un ciclo di opere che si serve delle sofferenze umane, delle torsioni e dei lamenti per parlare di emozione, di riscatto e di speranza, anche dove il dolore sembra prevaricare. Nell'intero ciclo gravita una duplice entità: Dio e uomo, carne e spirito, in un repertorio di corpi esibiti senza ritegno, segnati dal tempo e dal sangue, dentro il magma incandescente della pittura. Scrive in catalogo Luca Beatrice:..."i ritratti di Vespasiani sono close up di grande formato per i quali ha chiesto ai suoi modelli di interpretare, calandosi il più possibile nella suggestione proposta, in uno specifico momento della vita di un Santo o di un martire che sentivano in qualche modo loro affine. Intime e misteriose, colorate e aggressive, le tele di Vespasiani non svelano nulla sull’identità raffigurata, solo la didascalia, il titolo dell’opera, rivelerà di chi si tratta. L’artista non inserisce nei quadri alcun elemento legato all’iconografia tradizionale, ma solo una serie di sottili collegamenti celati tra le espressioni dei volti, nel peso della carne, nell’attaccamento alla vita, nell coraggio di essere protagonisti, nelle sofferenze necessarie per accedere a Dio. Le opere di Vespasiani diventano così testimonianza di una devozione riconducibile, non al simbolo, all’icona, ma alla passione, ai sentimenti comuni. Come le pale d’altare, le tele sono state concepite per essere contemplate indirizzando lo sguardo leggermente verso l’alto, verso il cielo, verso il Supremo"....
Sarà disponibile il catalogo con i testi del Sottosegretario di Stato On. Elena Montecchi e gli scritti di Luca Beatrice, Massimo Papetti, Luca Berto, Mara Bi ed un'intervista di Camillo Perazzoli.
La passione di Giovanna d'Arco - Regia di Carl Thedor Dreyer - 1928
La mostra intitolata "Holy Wood Endless, dalla tela al film e ritorno" che sarà inaugurata giovedi 25 ottobre presso la Galleria Visconti di Bari è il sequel della grande mostra Holy Wood in corso a Guastalla, presenta in un percorso rigoroso, quattro grandi opere in dialogo con le proiezioni di spezzoni di un film muto del 1928, una pellicola in bianco e nero nella quale il regista Camillo Perazzoli ha individuato un network con le opere imponenti ed enigmatiche tele di Mario Vespasiani.
In un periodo dove il video suscita grande interesse sono sempre più gli artisti che si avvicinano alla regia, sia pure con risultati raramente convincenti è da sottolineare il tentativo di estendere a vari linguaggi il proprio pensiero. Invece Mario Vespasiani prende le distanze dalla telecamera e rimanendo ben saldo sul territorio della pittura che gli appartiene, offre un collegamento indiretto tra le diverse espressioni dei suoi ritratti a quelle dei primi piani del film, apparentemente opposte ma straordinariamente corrispondenti alle tensioni visionarie di Dreyer.
Nelle quattro tele, mai esposte prima, come nel'intero ciclo pittorico si affronta il tema " della luce" tra reale e divino. Nelle opere dentro una pittura spigliata l'autore ha voluto raccontare le espressioni estreme di chi si è lasciato trasportare da una volontà superiore. L'artista ha fatto interpretare ai suoi modelli le gesta gloriose ma ancora oggi avvolte nel mito dei principali santi cattolici. Seguendo il personale codice di identificazione, senza riferirsi troppo a quello tramandato dall'iconografia dal Medioevo ad oggi, sposta l'attenzione a quel lato intimo e quotidiano che vuole la santità alla portata di tutti (provocatorio è il titolo riferito ad Hollywood "tempio delle divinità" nel nostro tempo). Vespasiani con un volto per ogni opera, fonde nel tema della Passione dei Santi Cattolici quello dell'espiazione e della redenzione dell'uomo contemporaneo, dove perfino l'artista stesso nel momento della creazione si eleva ad "associato di Dio". Un ciclo di opere che si serve delle sofferenze umane, delle torsioni e dei lamenti per parlare di emozione, di riscatto e di speranza, anche dove il dolore sembra prevaricare. Nell'intero ciclo gravita una duplice entità: Dio e uomo, carne e spirito, in un repertorio di corpi esibiti senza ritegno, segnati dal tempo e dal sangue, dentro il magma incandescente della pittura. Scrive in catalogo Luca Beatrice:..."i ritratti di Vespasiani sono close up di grande formato per i quali ha chiesto ai suoi modelli di interpretare, calandosi il più possibile nella suggestione proposta, in uno specifico momento della vita di un Santo o di un martire che sentivano in qualche modo loro affine. Intime e misteriose, colorate e aggressive, le tele di Vespasiani non svelano nulla sull’identità raffigurata, solo la didascalia, il titolo dell’opera, rivelerà di chi si tratta. L’artista non inserisce nei quadri alcun elemento legato all’iconografia tradizionale, ma solo una serie di sottili collegamenti celati tra le espressioni dei volti, nel peso della carne, nell’attaccamento alla vita, nell coraggio di essere protagonisti, nelle sofferenze necessarie per accedere a Dio. Le opere di Vespasiani diventano così testimonianza di una devozione riconducibile, non al simbolo, all’icona, ma alla passione, ai sentimenti comuni. Come le pale d’altare, le tele sono state concepite per essere contemplate indirizzando lo sguardo leggermente verso l’alto, verso il cielo, verso il Supremo"....
Sarà disponibile il catalogo con i testi del Sottosegretario di Stato On. Elena Montecchi e gli scritti di Luca Beatrice, Massimo Papetti, Luca Berto, Mara Bi ed un'intervista di Camillo Perazzoli.
25
ottobre 2007
Mario Vespasiani – Holy Wood Endless. Dalla tela al film e ritorno
Dal 25 ottobre al 24 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA VISCONTI – ARTSINERGY
Bari, Via Sagarriga Visconti, 18, (Bari)
Bari, Via Sagarriga Visconti, 18, (Bari)
Orario di apertura
Martedì – Sabato 10.00 - 13.00 / 16.30 – 19.30
Vernissage
25 Ottobre 2007, ore 18,30
Autore
Curatore