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Bruno Munari: il gioco delle città senza limiti
Mostra di cimeli di Munari. In tandem con la mostra, una conversazione sul percorso estetico di Munari alla quale interverranno Gino Agnese, Igino Poggiali, Bruno Corà, Marzia Corraini, Ermanno Detti.
Comunicato stampa
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Una scultura da viaggio pieghevole, per ricreare un ambiente familiare nelle anonime camere d'albergo dei nuovi nomadi del mondo globalizzato.
Un raro esemplare di libro illeggibile.
Bellissimi video di sperimentazione cinematografica degli anni Sessanta, sul movimento del corpo, sui giochi di luce, sul comportamento umano.
I cataloghi delle principali mostre, dagli esordi negli anni Venti alla grande antologica al Palazzo Reale di Milano nell’86, fino alle più recenti, come quella nel 2004 al Centro di Arte Moderna e Contemporanea della Spezia
E ancora: carteggi, rassegne stampa, inviti, depliant, locandine dalle più svariate sagome e dimensioni.
Non solo: disegni e fogli preparatori dalla collezione Baccoli, due quadri da collezioni private, l’ultima intervista in studio messa a disposizione dalla casa editrice Corraini.
Tutto questo si potrà vedere su Bruno Munari giovedì 18 ottobre dalle ore 18 nelle sale dell’Archivio Biblioteca della Quadriennale di Roma, a Villa Carpegna, centro di documentazione tra i più specializzati sull’arte italiana dal Novecento ad oggi. In tandem con la mostra, una conversazione sul percorso estetico di Munari alla quale interverranno Gino Agnese, Igino Poggiali, Bruno Corà, Marzia Corraini, Ermanno Detti.
Sono solo i primi due appuntamenti di una rassegna munariana promossa dalle Biblioteche di Roma che proseguirà per la città fino a dicembre e sarà presentata, sempre il 18 ottobre a Villa Carpegna, dall’Assessore alla cultura del Comune di Roma Silvio Di Francia.
Quello del 18 ottobre è un omaggio che la Quadriennale di Roma e l’Istituzione Biblioteche vogliono tributare al grande artista italiano a cento anni dalla sua nascita. Munari ha vissuto quasi tutto il Novecento (1907-‘98) e ne ha saputo cogliere ed esprimere in anticipo i fermenti, l’evoluzione del gusto, dello stile, in tantissimi campi. Dalle arti visive al design industriale, dai libri e dalla grafica editoriale alla didattica per l’infanzia. In questo senso è sempre stato un grande contemporaneo.
Noto al grande pubblico soprattutto per la sua produzione a partire dagli anni Cinquanta, Munari, in realtà, parte da lontano.
Si tende, ad esempio a dimenticare, che è stato futurista, come invece testimoniano tante delle fotografie e pubblicazioni esposte. Munari, dopo essere entrato in contatto a Milano con Marinetti, Prampolini e i neofuturisti, tra il ‘27 e il ‘33 espone più volte con loro alla Galleria Pesaro. Marinetti nel testo introduttivo pubblicato nel catalogo della mostra del ‘29, esposto in mostra, riconosce nel “giovanissimo e genialissimo” Munari la figura di punta del gruppo dei futuristi milanesi.
Gli apre le strade dell’arte. Munari nel ‘30 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia (la XVII), nel ’31 alla I Quadriennale di Roma, nel ’37 esegue un mosaico per la VI Triennale di Milano.
Lo appassiona il tema del volo: è firmatario nel ’34 del Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista, di cui si potrà vedere una copia in mostra. “Vogliamo dare a chi guarda la possibilità di entrare a far parte della nostra opera come trovandosi in aeroplano fa parte del paesaggio in cui si vola”. Degli anni Trenta è la “macchina aerea” (forse primo mobile del Novecento) e le “macchine inutili”.
Anche la V Quadriennale del ’48 lo vede partecipe, accanto ai neocubisti e astrattisti della generazione emergente tra cui Vedova, Turcato, Perilli, Sanfilippo, Consagra, Dorazio.
Più nota, la sua partecipazione, con Monnet, Soldati, Dorfles, alla fondazione del Movimento Arte Concreta alla fine degli anni Quaranta, di cui si potrà vedere in mostra la raccolta della prima serie di bollettini. E’ da lì che parte la sua ricerca sull’integrazione delle arti con il mondo della produzione industriale.
E’ da lì che parte il Munari più noto. Con alcuni temi particolarmente cari: la luce, la natura, il gioco, gli oggetti immaginari. Che ritroviamo in tanti dei materiali esposti alla Quadriennale.
Un raro esemplare di libro illeggibile.
Bellissimi video di sperimentazione cinematografica degli anni Sessanta, sul movimento del corpo, sui giochi di luce, sul comportamento umano.
I cataloghi delle principali mostre, dagli esordi negli anni Venti alla grande antologica al Palazzo Reale di Milano nell’86, fino alle più recenti, come quella nel 2004 al Centro di Arte Moderna e Contemporanea della Spezia
E ancora: carteggi, rassegne stampa, inviti, depliant, locandine dalle più svariate sagome e dimensioni.
Non solo: disegni e fogli preparatori dalla collezione Baccoli, due quadri da collezioni private, l’ultima intervista in studio messa a disposizione dalla casa editrice Corraini.
Tutto questo si potrà vedere su Bruno Munari giovedì 18 ottobre dalle ore 18 nelle sale dell’Archivio Biblioteca della Quadriennale di Roma, a Villa Carpegna, centro di documentazione tra i più specializzati sull’arte italiana dal Novecento ad oggi. In tandem con la mostra, una conversazione sul percorso estetico di Munari alla quale interverranno Gino Agnese, Igino Poggiali, Bruno Corà, Marzia Corraini, Ermanno Detti.
Sono solo i primi due appuntamenti di una rassegna munariana promossa dalle Biblioteche di Roma che proseguirà per la città fino a dicembre e sarà presentata, sempre il 18 ottobre a Villa Carpegna, dall’Assessore alla cultura del Comune di Roma Silvio Di Francia.
Quello del 18 ottobre è un omaggio che la Quadriennale di Roma e l’Istituzione Biblioteche vogliono tributare al grande artista italiano a cento anni dalla sua nascita. Munari ha vissuto quasi tutto il Novecento (1907-‘98) e ne ha saputo cogliere ed esprimere in anticipo i fermenti, l’evoluzione del gusto, dello stile, in tantissimi campi. Dalle arti visive al design industriale, dai libri e dalla grafica editoriale alla didattica per l’infanzia. In questo senso è sempre stato un grande contemporaneo.
Noto al grande pubblico soprattutto per la sua produzione a partire dagli anni Cinquanta, Munari, in realtà, parte da lontano.
Si tende, ad esempio a dimenticare, che è stato futurista, come invece testimoniano tante delle fotografie e pubblicazioni esposte. Munari, dopo essere entrato in contatto a Milano con Marinetti, Prampolini e i neofuturisti, tra il ‘27 e il ‘33 espone più volte con loro alla Galleria Pesaro. Marinetti nel testo introduttivo pubblicato nel catalogo della mostra del ‘29, esposto in mostra, riconosce nel “giovanissimo e genialissimo” Munari la figura di punta del gruppo dei futuristi milanesi.
Gli apre le strade dell’arte. Munari nel ‘30 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia (la XVII), nel ’31 alla I Quadriennale di Roma, nel ’37 esegue un mosaico per la VI Triennale di Milano.
Lo appassiona il tema del volo: è firmatario nel ’34 del Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista, di cui si potrà vedere una copia in mostra. “Vogliamo dare a chi guarda la possibilità di entrare a far parte della nostra opera come trovandosi in aeroplano fa parte del paesaggio in cui si vola”. Degli anni Trenta è la “macchina aerea” (forse primo mobile del Novecento) e le “macchine inutili”.
Anche la V Quadriennale del ’48 lo vede partecipe, accanto ai neocubisti e astrattisti della generazione emergente tra cui Vedova, Turcato, Perilli, Sanfilippo, Consagra, Dorazio.
Più nota, la sua partecipazione, con Monnet, Soldati, Dorfles, alla fondazione del Movimento Arte Concreta alla fine degli anni Quaranta, di cui si potrà vedere in mostra la raccolta della prima serie di bollettini. E’ da lì che parte la sua ricerca sull’integrazione delle arti con il mondo della produzione industriale.
E’ da lì che parte il Munari più noto. Con alcuni temi particolarmente cari: la luce, la natura, il gioco, gli oggetti immaginari. Che ritroviamo in tanti dei materiali esposti alla Quadriennale.
18
ottobre 2007
Bruno Munari: il gioco delle città senza limiti
18 ottobre 2007
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
QUADRIENNALE DI ROMA – VILLA CARPEGNA
Roma, Piazza Di Villa Carpegna, (Roma)
Roma, Piazza Di Villa Carpegna, (Roma)
Orario di apertura
dalle 18
Vernissage
18 Ottobre 2007, ore 18
Autore