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Osservare il Pensiero Riflesso
Dai pionieri della video arte italiana degli anni Sessanta e Settanta attraverso il lavoro degli artisti che hanno trovato nell’apertura verso le pratiche tecnologiche e multimediali nuovi orizzonti di ricerca, fino alle giovani generazioni
Comunicato stampa
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Inaugura sabato 27 ottobre alle ore 17.30 presso la Mole Vanvitelliana in Banchina di Chio 2 (Zona Porto) ad Ancona, e continuerà (con mezzi forniti dall’ente organizzatore) presso l’Atelier dell’Arco Amoroso in Piazza del Plebiscito.
Dai pionieri della video arte italiana degli anni Sessanta e Settanta attraverso il lavoro di quegli artisti che hanno trovato nell'apertura verso le pratiche tecnologiche e multimediali nuovi orizzonti di ricerca, fino alle giovani generazioni di artisti che ne sviluppano i presupposti, la mostra "Osservare il pensiero riflesso" parte dal denominatore comune dell'uso del video come strumento espressivo privilegiato per documentare, specchiare e rendere visibile la poetica degli artisti esposti attraverso le loro opere video dagli anni Sessanta a oggi. Gli artisti selezionati, pur nella singolarità della propria vicenda creativa, condividono alcuni tratti comuni: si sono formati, o comunque ne sono stati influenzati, da un'attitudine che trova nei mezzi di comunicazione di massa un repertorio tecnico ideale per veicolare il proprio pensiero. Negli anni Sessanta e Settanta così come oggi essi agiscono in opposizione a un sistema sociale che tende a valorizzare soltanto il tempo della produzione economica e i suoi prodotti derivati. La smaterializzazione dell'oggetto artistico ottenuta dall'immaterialità del video restituisce agli artisti la coscienza di un gesto disfunzionale, disinteressato, slegato da un utile immediato, ma soprattutto li sintonizza sulla fragranza del quotidiano, sulla messa a fuoco della realta` senza condizionamenti eterodiretti. La vita quotidiana in ogni sua condensazione diventa l'oggetto del loro pensiero per far inceppare il meccanismo che ha alienato l'uomo dalla propria capacità critica e lo ha anestetizzato al proprio sentire. Per risvegliare coscienze assopite il video, la fotografia, il cinema, la videoinstallazione, la mail-art, le proiezioni di diapositive, i giornali, divengono nelle mani degli artisti in mostra il più potente mezzo per rivelare pericoli e mistificazione del sistema sociale. Essi evidenziano con le loro opere quanto il nesso tra arte e vita debba essere stretto per essere il più fertile possibile.
Cioni Carpi è uno degli artisti più significativi della stagione dell'arte concettuale italiana. Praticata personalmente sin dall'infanzia, la musica, reale o immaginata in un'atmosfera poetica di grande raffinatezza, diviene protagonista dei suoi disegni, così come dei suoi film e delle sue animazioni, in cui gioca un ruolo fondamentale. Il cinema e il video non cesseranno di occupare il centro dell'attività di Carpi, sia quando l'artista ritornerà alla pittura e al disegno negli anni Ottanta, esaurita l'esperienza concettuale, sia quando si dedicherà totalmente alla scrittura, come avviene da oltre quindici anni.
Maurizio Cesarini (1957) è attivo dagli anni Settanta quando con la performance già indagava il confine tra corporeità virtuale e reale, tra il sé e l'oggetto. Nel suo lavoro video egli adotta una poetica del frammento che coinvolge nella sua adesione al quotidiano anche la tecnica, spesso volutamente semplificata. Nei suoi video la frammentazione del reale diviene metafora e analisi della sua complessità strutturale.
Giuseppe Chiari (1926-2007), tra i maggiori musicisti italiani di ricerca e membro del gruppo Fluxus, svela nella sua opera l'infinita galassia dei suoni che ci circondano. Egli crea attraverso la gestualità del corpo segnali musicali che marcano sentieri interiori, attimi di vuoto sonoro che colmano di consapevolezza, facendo piazza pulita dei vincoli e dei condizionamenti socialmente indotti.
Antonio D'Agostino (1938) si è mosso attraverso vari ambiti disciplinari adottando una pluralità di mezzi espressivi e utilizzando il video fin dai primi anni Sessanta. Performances, happenings, ricerca oggettuale, lungometraggi, e video costituiscono la sua pratica operativa che attraverso l'interazione diretta col pubblico h volta a scardinare i luoghi comuni della visione, destabilizzando l'ipocrisia alla riscoperta di un nucleo incontaminato del sè.
Fabio Mauri ha introdotto nella sua ricerca molteplici linguaggi espressivi in un atteggiamento eclettico il cui fine ultimo h la comunicazione profonda di un pensiero, di una presa di posizione nei confronti del mondo e delle problematiche che lo assillano come la guerra, la sopraffazione, l'ingiustizia. Nelle sue azioni egli coinvolge il pubblico progressivamente ma attivamente, lavorando sul crinale tra visione e analisi critica del linguaggio.
Ugo La Pietra con la sua 'ironia e la giocosità apparentemente disincantata fa dell'architettura e delle arti applicate uno strumento di comunicazione e di impegno sociale. Egli ha attraversato vari ambiti disciplinari per forzare con media diversi la corazza caratteriale che chiude l’uomo all’interno della societa’ dei consumi, in termini di alienazione e spersonalizzazione.
Luca Patella svolge una ricerca eclettica che spazia tra fotografia, film, video, suono, scrittura e computer illuminata dalla considerazione che il linguaggio ha una realtà omniavvolgente che va liberata e riconnessa al flusso vitale, cogliendo intuizioni che hanno anticipato il Concettualismo, la Land Art, la poesia visiva, il Comportamentismo.
Franco Vaccari ha fatto della fotografia lo strumento pratico e l'ambito teorico del suo lavoro artistico. Egli ha operato smitizzando l'autore per lasciare al pubblico la più totale libertà di interagire con l'opera e con la propria coscienza individuale. Le sue opere si stringono alla realtà della vita e fanno passare l'evento dalla virtualità alla realtà della vita.
Emiliano Zucchini (1982) raccontando i miti della cultura contemporanea ne svela le contraddizioni operando sia con l'installazione che con il video. Le sue azioni interrogano l'idea di durata e di transitorietà, sospendendo la dimensione spazio-tempo con la moltiplicazione dei punti di vista temporali e relegando lo spazio "reale" dietro la chiusura-apertura di una cerniera a zip.
La mostra sarà accompagnata da un elegante e voluminoso catalogo edito da Artecom editore
Dai pionieri della video arte italiana degli anni Sessanta e Settanta attraverso il lavoro di quegli artisti che hanno trovato nell'apertura verso le pratiche tecnologiche e multimediali nuovi orizzonti di ricerca, fino alle giovani generazioni di artisti che ne sviluppano i presupposti, la mostra "Osservare il pensiero riflesso" parte dal denominatore comune dell'uso del video come strumento espressivo privilegiato per documentare, specchiare e rendere visibile la poetica degli artisti esposti attraverso le loro opere video dagli anni Sessanta a oggi. Gli artisti selezionati, pur nella singolarità della propria vicenda creativa, condividono alcuni tratti comuni: si sono formati, o comunque ne sono stati influenzati, da un'attitudine che trova nei mezzi di comunicazione di massa un repertorio tecnico ideale per veicolare il proprio pensiero. Negli anni Sessanta e Settanta così come oggi essi agiscono in opposizione a un sistema sociale che tende a valorizzare soltanto il tempo della produzione economica e i suoi prodotti derivati. La smaterializzazione dell'oggetto artistico ottenuta dall'immaterialità del video restituisce agli artisti la coscienza di un gesto disfunzionale, disinteressato, slegato da un utile immediato, ma soprattutto li sintonizza sulla fragranza del quotidiano, sulla messa a fuoco della realta` senza condizionamenti eterodiretti. La vita quotidiana in ogni sua condensazione diventa l'oggetto del loro pensiero per far inceppare il meccanismo che ha alienato l'uomo dalla propria capacità critica e lo ha anestetizzato al proprio sentire. Per risvegliare coscienze assopite il video, la fotografia, il cinema, la videoinstallazione, la mail-art, le proiezioni di diapositive, i giornali, divengono nelle mani degli artisti in mostra il più potente mezzo per rivelare pericoli e mistificazione del sistema sociale. Essi evidenziano con le loro opere quanto il nesso tra arte e vita debba essere stretto per essere il più fertile possibile.
Cioni Carpi è uno degli artisti più significativi della stagione dell'arte concettuale italiana. Praticata personalmente sin dall'infanzia, la musica, reale o immaginata in un'atmosfera poetica di grande raffinatezza, diviene protagonista dei suoi disegni, così come dei suoi film e delle sue animazioni, in cui gioca un ruolo fondamentale. Il cinema e il video non cesseranno di occupare il centro dell'attività di Carpi, sia quando l'artista ritornerà alla pittura e al disegno negli anni Ottanta, esaurita l'esperienza concettuale, sia quando si dedicherà totalmente alla scrittura, come avviene da oltre quindici anni.
Maurizio Cesarini (1957) è attivo dagli anni Settanta quando con la performance già indagava il confine tra corporeità virtuale e reale, tra il sé e l'oggetto. Nel suo lavoro video egli adotta una poetica del frammento che coinvolge nella sua adesione al quotidiano anche la tecnica, spesso volutamente semplificata. Nei suoi video la frammentazione del reale diviene metafora e analisi della sua complessità strutturale.
Giuseppe Chiari (1926-2007), tra i maggiori musicisti italiani di ricerca e membro del gruppo Fluxus, svela nella sua opera l'infinita galassia dei suoni che ci circondano. Egli crea attraverso la gestualità del corpo segnali musicali che marcano sentieri interiori, attimi di vuoto sonoro che colmano di consapevolezza, facendo piazza pulita dei vincoli e dei condizionamenti socialmente indotti.
Antonio D'Agostino (1938) si è mosso attraverso vari ambiti disciplinari adottando una pluralità di mezzi espressivi e utilizzando il video fin dai primi anni Sessanta. Performances, happenings, ricerca oggettuale, lungometraggi, e video costituiscono la sua pratica operativa che attraverso l'interazione diretta col pubblico h volta a scardinare i luoghi comuni della visione, destabilizzando l'ipocrisia alla riscoperta di un nucleo incontaminato del sè.
Fabio Mauri ha introdotto nella sua ricerca molteplici linguaggi espressivi in un atteggiamento eclettico il cui fine ultimo h la comunicazione profonda di un pensiero, di una presa di posizione nei confronti del mondo e delle problematiche che lo assillano come la guerra, la sopraffazione, l'ingiustizia. Nelle sue azioni egli coinvolge il pubblico progressivamente ma attivamente, lavorando sul crinale tra visione e analisi critica del linguaggio.
Ugo La Pietra con la sua 'ironia e la giocosità apparentemente disincantata fa dell'architettura e delle arti applicate uno strumento di comunicazione e di impegno sociale. Egli ha attraversato vari ambiti disciplinari per forzare con media diversi la corazza caratteriale che chiude l’uomo all’interno della societa’ dei consumi, in termini di alienazione e spersonalizzazione.
Luca Patella svolge una ricerca eclettica che spazia tra fotografia, film, video, suono, scrittura e computer illuminata dalla considerazione che il linguaggio ha una realtà omniavvolgente che va liberata e riconnessa al flusso vitale, cogliendo intuizioni che hanno anticipato il Concettualismo, la Land Art, la poesia visiva, il Comportamentismo.
Franco Vaccari ha fatto della fotografia lo strumento pratico e l'ambito teorico del suo lavoro artistico. Egli ha operato smitizzando l'autore per lasciare al pubblico la più totale libertà di interagire con l'opera e con la propria coscienza individuale. Le sue opere si stringono alla realtà della vita e fanno passare l'evento dalla virtualità alla realtà della vita.
Emiliano Zucchini (1982) raccontando i miti della cultura contemporanea ne svela le contraddizioni operando sia con l'installazione che con il video. Le sue azioni interrogano l'idea di durata e di transitorietà, sospendendo la dimensione spazio-tempo con la moltiplicazione dei punti di vista temporali e relegando lo spazio "reale" dietro la chiusura-apertura di una cerniera a zip.
La mostra sarà accompagnata da un elegante e voluminoso catalogo edito da Artecom editore
27
ottobre 2007
Osservare il Pensiero Riflesso
Dal 27 ottobre al 30 novembre 2007
arte contemporanea
Location
MOLE VANVITELLIANA
Ancona, Banchina Giovanni Da Chio, 28, (Ancona)
Ancona, Banchina Giovanni Da Chio, 28, (Ancona)
Orario di apertura
17.30 – 20.00 / sabato e domenica: 10.30 – 12.30 / 17.30 – 20.00. Lunedì chiuso
Vernissage
27 Ottobre 2007, ore 17.30
Sito web
www.osservareilpensieroriflesso.com
Autore
Curatore