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Ampelio Zappalorto – Selected Works #2
Dalla metà degli anni ’90 Ampelio Zappalorto si muove all’interno di quella problematica che sempre più sembra essere il suo poema, il luogo dove prendono vita i suoi lavori: l’identità nella sua irriducibile alterità
Comunicato stampa
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“Ogni artista dipinge se stesso.”
“Questa frase attribuita a Cosimo de’ Medici potrebbe essere rovesciata nella sua simmetrica secondo cui ogni autoritratto è un ritratto. In effetti, come nota Jean Luc Nancy, la circostanza che mette l’artista in posizione di modello non cambia niente all’impresa del ritratto in quanto tale. In entrambi i casi fondamentale è la questione del soggetto, del legame che l’io intreccia con l’altro, dal momento che l’unica condizione della possibilità di rapportarsi a se stesso da parte del soggetto è quella di riferirsi a sé come ad un altro.” (Tiziano Santi)
Dalla metà degli anni ’90 Ampelio Zappalorto si muove all’interno di quella problematica che sempre più sembra essere il suo poema, il luogo dove prendono vita i suoi lavori: l’identità nella sua irriducibile alterità.
Nascono così le serie di autoritratti fotografici, dalle installazioni dove il volto è offuscato ma ben nitido attraverso le moltiplicazioni speculari allo specchio, a quelle in cui l’artista sviluppa il fascinoso potenziale che i temi del doppio e dell’androginia, specialmente nella loro valenza più generale di ibridazione, suggeriscono.
In questo secondo caso, “maschile e femminile cessano di esistere come realtà opposte e antitetiche per entrare in una sintonia che è dialogo e reciproca affermazione all’interno di uno stesso individuo. (…) L’uomo allora non esiste più in quanto singolo, ma come esperienza intima della società e delle relazioni in cui è immerso; ecco perché l’atto del cucire e del comporre una sorta di puzzle di ritagli, perché è come ricostruire una cultura antropologica individuale e insieme collettiva.” (Elena Forin)
E poi il tema delle scarpe. Nelle opere di molti artisti contemporanei, Van Gogh e Magritte in primo luogo, compaiono le immagini della scarpa, delle scarpe. “Anche Ampelio Zappalorto nel suo lavoro si sofferma su questo motivo (…), l’operazione si attua su soggetti reali, si avvale della fotografia e della performance. In un’opera Zappalorto utilizza delle scarpe da ginnastica unisex; si tratta di due paia perfettamente uguali che vengono cucite suola contro suola. Ne risultano sempre due paia, due paia molto particolari. Ma il paio di scarpe ha subito una sorta di sabotaggio, l’intervento dell’artista lo ha negato nella sua peculiarità di strumento del camminare. (…) In questo caso non occorre ipotizzare i movimenti che questo buffo strumento potrebbe permettere a due soggetti che unisce per i piedi.
Uno spettacolo ideato dallo stesso artista con la collaborazione di alcuni performers e ballerini della Deutsche Opera di Berlino ci consente di vederne realizzati alcuni. I performers possono muoversi aiutandosi con le mani e la direzione del movimento o lo stallo dipendono dall’accordo degli attori e dalla loro prestanza fisica. Comunque è impossibile che ambedue possano raggiungere la stazione eretta, che è praticabile ma molto problematica alternativamente (…).” (T. Santi)
Nel video “Narrentanz”, 1995 (15’ 00”), 6 coppie di danzatori si muovono sulla base di un brano musicale composto da una miscela di pulsazioni cardiache aritmiche. I danzatori, uniti in coppia tramite la cucitura della suola delle scarpe, formano una nuova creatura dotata di doppi impulsi, talvolta in armonia, talvolta in contrasto, sviluppando nuove possibilità di movimento…
E infine “S”, 2000.
Il film (Super8, 18’ 00”) ha come tema il viaggio e come attori lo stesso artista e la piccola Andrea. I due protagonisti, tra reale e immaginario, compiono un percorso che ha come luogo di partenza la Berlino contemporanea e come approdo il mare Adriatico. Dalla metropoli alla natura, dal mondo cristallizzato al mondo liquido, rovesciando così la direzione biografica ed artistica dell’autore. Le immagini possono essere lette come allegorie delle età dell’uomo e delle età del mondo, degli opposti che costituiscono l’individuo, e del trascorrere del tempo, del sublime tecnologico e del sublime naturale.
Fotografia, installazione e video nella complessa ricerca di Ampelio Zappalorto, con Selected Works #2, al Centro Arte Bannata.
Ampelio Zappalorto nasce a Vittorio Veneto nel 1956. Vive e lavora tra Feltre e Berlino. Nel 1982 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1984 fonda la Casa di Horus con Candiamo, Della Libera, Gemignani. Nel 1989 realizza il grande dipinto del soffitto della sala del Teatro dell’Opera di Pforzheim (D). Nel 1994 vince la borsa di studio della Fondazione Kulturfonds di Berlino. Dal 2005 dà vita alla rassegna internazionale Feltreartecontemporanea.
Principali mostre personali: 1985 Galerie Carlos Hulsch, Berlino; 1988 Atelier Henkel, Berlino; 1990 Galerie Westernhagen, Colonia; Galerie Loulou Lasard, Berlino; 1991 Galerie Eisenhalle, Berlino; Galerie Westernhagen, Colonia; 1993 Studio Kilo Mion, Zerman; Studio Venticinque, Milano; 1955 Palazzo Piazzoni Parravicini, Vittorio Veneto. Principali mostre collettive: 1993 XLV Biennale di Venezia nella sezione “Deterritoriale”; 1997 Schinkel Kirche, Petzow-Potsdam; Neues Kunstquartier, Berlin; Kunstmitte K. Fischer, Berlin; 1998 NGBK, Berlin; Galerie im Parkhaus, Berlin; 1999 Galleria Pari & Dispari, Reggio Emilia; Artefiera, Bologna; Artissima, Torino; 2000 Arco, Madrid; 2004 Centro Arte Bannata, Piazza Armerina.
La mostra, inserita nel calendario delle attività promosse da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e DARC – Direzione generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee, in occasione della “3ª Giornata del Contemporaneo”, gode del patrocinio della Regione Sicilia, della Provincia regionale di Enna e dell’Accademia di Belle Arti di Catania.
“Questa frase attribuita a Cosimo de’ Medici potrebbe essere rovesciata nella sua simmetrica secondo cui ogni autoritratto è un ritratto. In effetti, come nota Jean Luc Nancy, la circostanza che mette l’artista in posizione di modello non cambia niente all’impresa del ritratto in quanto tale. In entrambi i casi fondamentale è la questione del soggetto, del legame che l’io intreccia con l’altro, dal momento che l’unica condizione della possibilità di rapportarsi a se stesso da parte del soggetto è quella di riferirsi a sé come ad un altro.” (Tiziano Santi)
Dalla metà degli anni ’90 Ampelio Zappalorto si muove all’interno di quella problematica che sempre più sembra essere il suo poema, il luogo dove prendono vita i suoi lavori: l’identità nella sua irriducibile alterità.
Nascono così le serie di autoritratti fotografici, dalle installazioni dove il volto è offuscato ma ben nitido attraverso le moltiplicazioni speculari allo specchio, a quelle in cui l’artista sviluppa il fascinoso potenziale che i temi del doppio e dell’androginia, specialmente nella loro valenza più generale di ibridazione, suggeriscono.
In questo secondo caso, “maschile e femminile cessano di esistere come realtà opposte e antitetiche per entrare in una sintonia che è dialogo e reciproca affermazione all’interno di uno stesso individuo. (…) L’uomo allora non esiste più in quanto singolo, ma come esperienza intima della società e delle relazioni in cui è immerso; ecco perché l’atto del cucire e del comporre una sorta di puzzle di ritagli, perché è come ricostruire una cultura antropologica individuale e insieme collettiva.” (Elena Forin)
E poi il tema delle scarpe. Nelle opere di molti artisti contemporanei, Van Gogh e Magritte in primo luogo, compaiono le immagini della scarpa, delle scarpe. “Anche Ampelio Zappalorto nel suo lavoro si sofferma su questo motivo (…), l’operazione si attua su soggetti reali, si avvale della fotografia e della performance. In un’opera Zappalorto utilizza delle scarpe da ginnastica unisex; si tratta di due paia perfettamente uguali che vengono cucite suola contro suola. Ne risultano sempre due paia, due paia molto particolari. Ma il paio di scarpe ha subito una sorta di sabotaggio, l’intervento dell’artista lo ha negato nella sua peculiarità di strumento del camminare. (…) In questo caso non occorre ipotizzare i movimenti che questo buffo strumento potrebbe permettere a due soggetti che unisce per i piedi.
Uno spettacolo ideato dallo stesso artista con la collaborazione di alcuni performers e ballerini della Deutsche Opera di Berlino ci consente di vederne realizzati alcuni. I performers possono muoversi aiutandosi con le mani e la direzione del movimento o lo stallo dipendono dall’accordo degli attori e dalla loro prestanza fisica. Comunque è impossibile che ambedue possano raggiungere la stazione eretta, che è praticabile ma molto problematica alternativamente (…).” (T. Santi)
Nel video “Narrentanz”, 1995 (15’ 00”), 6 coppie di danzatori si muovono sulla base di un brano musicale composto da una miscela di pulsazioni cardiache aritmiche. I danzatori, uniti in coppia tramite la cucitura della suola delle scarpe, formano una nuova creatura dotata di doppi impulsi, talvolta in armonia, talvolta in contrasto, sviluppando nuove possibilità di movimento…
E infine “S”, 2000.
Il film (Super8, 18’ 00”) ha come tema il viaggio e come attori lo stesso artista e la piccola Andrea. I due protagonisti, tra reale e immaginario, compiono un percorso che ha come luogo di partenza la Berlino contemporanea e come approdo il mare Adriatico. Dalla metropoli alla natura, dal mondo cristallizzato al mondo liquido, rovesciando così la direzione biografica ed artistica dell’autore. Le immagini possono essere lette come allegorie delle età dell’uomo e delle età del mondo, degli opposti che costituiscono l’individuo, e del trascorrere del tempo, del sublime tecnologico e del sublime naturale.
Fotografia, installazione e video nella complessa ricerca di Ampelio Zappalorto, con Selected Works #2, al Centro Arte Bannata.
Ampelio Zappalorto nasce a Vittorio Veneto nel 1956. Vive e lavora tra Feltre e Berlino. Nel 1982 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1984 fonda la Casa di Horus con Candiamo, Della Libera, Gemignani. Nel 1989 realizza il grande dipinto del soffitto della sala del Teatro dell’Opera di Pforzheim (D). Nel 1994 vince la borsa di studio della Fondazione Kulturfonds di Berlino. Dal 2005 dà vita alla rassegna internazionale Feltreartecontemporanea.
Principali mostre personali: 1985 Galerie Carlos Hulsch, Berlino; 1988 Atelier Henkel, Berlino; 1990 Galerie Westernhagen, Colonia; Galerie Loulou Lasard, Berlino; 1991 Galerie Eisenhalle, Berlino; Galerie Westernhagen, Colonia; 1993 Studio Kilo Mion, Zerman; Studio Venticinque, Milano; 1955 Palazzo Piazzoni Parravicini, Vittorio Veneto. Principali mostre collettive: 1993 XLV Biennale di Venezia nella sezione “Deterritoriale”; 1997 Schinkel Kirche, Petzow-Potsdam; Neues Kunstquartier, Berlin; Kunstmitte K. Fischer, Berlin; 1998 NGBK, Berlin; Galerie im Parkhaus, Berlin; 1999 Galleria Pari & Dispari, Reggio Emilia; Artefiera, Bologna; Artissima, Torino; 2000 Arco, Madrid; 2004 Centro Arte Bannata, Piazza Armerina.
La mostra, inserita nel calendario delle attività promosse da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e DARC – Direzione generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee, in occasione della “3ª Giornata del Contemporaneo”, gode del patrocinio della Regione Sicilia, della Provincia regionale di Enna e dell’Accademia di Belle Arti di Catania.
07
ottobre 2007
Ampelio Zappalorto – Selected Works #2
Dal 07 al 21 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
CENTRO ARTE CONTEMPORANEA BANNATA
Enna, Contrada Bannata, 1, (Enna)
Enna, Contrada Bannata, 1, (Enna)
Orario di apertura
ore 20.00 - 24.00
(domenica 7, 14, 21 ottobre, ore 20)
Vernissage
7 Ottobre 2007, ore 18.00
Autore