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Oronzo Ricci
A ripercorrere le tappe salienti di venticinque anni di attività creativa, oltre cento opere
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 27 ottobre, alle ore 17,00, presso il Palazzo Mediceo di Seravezza la personale di Oronzo Luciano Vittorio Ricci. A ripercorrere le tappe salienti di venticinque anni di attività creativa, oltre cento opere. Parte centrale dell’esposizione è dedicata al nucleo Tensioni, ultima e inedita forma espressiva del poliedrico percorso artistico dell’autore.
Apre la mostra l’opera Bagno Felice 2, datata 1982, che insieme ai lavori realizzati durante gli anni Ottanta, è testimonianza della passione profusa dall’artista per Giorgio Morandi.
Nel decennio successivo il suo modo di fare pittura subisce una svolta: nelle opere compaiono le righe, che si riveleranno elemento preponderante della sua produzione. A tale proposito Sgarbi scriverà: “Dopo uno studio particolare degli oggetti legato alla tradizione e ad una logica interpretazione della realtà, la sua pittura si è manifestata con il gioco affascinante delle righe. Sono righe larghe, policrome, disposte con l’arte di un architetto e diventano attrazione e seduzione per la fantasia, suggestione per l’artista e per chi guarda”.
In seguito l’attenzione rivolta alle immagini pubblicitarie, per l’autore correnti simboli della società attuale, diventano pretesto per rievocare infinite emozioni negli osservatori: il processo creativo si compie in svariate forme a seconda delle modalità percettive del tutto soggettive. Nascono le opere distruttiviste, con cui l’autore intende sottolineare l’importanza del valore emozionale acquisito delle immagini. Le immagini vengono invecchiate con artificio, oppure realizzate attraverso la tecnica del trompe l’oeil per rendere verosimile un ricordo del passato.
Negli ultimi anni, campo di ricerca privilegiato continua ad essere la sfera emozionale. Realizza il nucleo di opere denominato Tensioni, in cui il ruolo assegnato al supporto pittorico, oltre a prevalere sul ruolo dello spazio, da semplice contenitore diviene soggetto dotato di una sua espressione.
Le opere eseguite con tale procedimento si mostrano solo attraverso dei frammenti. La frammentazione di un’opera d’arte conserva in se tutta l’energia, e l’amplifica per il forte impatto sul piano emozionale. Il significato, piuttosto che polverizzarsi si moltiplica, ed ogni brandello pur essendo la frazione di un’unica opera, diventa esso stesso un’opera completa.
In una sezione a parte sono esposti alcuni “retroritratti”, espressione artistica della Pigheologia, disciplina con la quale Oronzo Ricci tenta di individuare la personalità delle signore analizzando le varie tipologie di natiche.
La monografia che documenta l’esposizione è pubblicata da Il Bisonte Srl. In occasione della mostra sarà presentato la I edizione fotografica del calendario pigheologico 2008.
Oronzo Luciano Vittorio Ricci, dopo aver frequentato il Liceo Artistico a Benevento, si trasferisce a Firenze dove, in concomitanza agli studi presso la facoltà di Architettura, si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Risalgono agli inizi degli anni ’80 i primi lavori, per la maggior parte Nature Morte, innegabili testimonianze di approfonditi studi sull’opera di Giorgio Morandi, per Ricci maestro spirituale.
Già nei primi anni Novanta la riflessione sull’esistenza, con le sue verità oggettive e soggettive, diviene nuovo argomento di indagine. Risalgono a questo periodo alcuni lavori, riconducibili al Distruttivismo, teoria che Oronzo Ricci approfondirà a partire dal 1999, in cui sostiene come dal frammento sia possibile ricongiungersi al tutto.
Spinto dalla volontà di adeguare la prospettiva centrica rinascimentale alle esigenze contemporanee, non tralasciando né il sistema Euclideo, né la prospettiva greca del V sec a.C., teorizza un nuovo procedimento percettivo denominato ricciano. Nelle opere compaiono come sfondo le righe, quasi a sottolineare le linee di fuga della costruzione prospettica: se dapprima figurano come semplice elemento del quadro divengono poi soggetto assoluto della sua produzione. In questa stessa fase anche il colore acquista un ruolo determinante, agendo a livello subliminale sulla sensibilità dell’osservatore e creando illusioni ottiche, tali da ribaltare, mediante escamotage, lo sfondo pittorico delle opere.
Ad accompagnare la costante ricerca visiva è lo studio della musica che, insieme alla scrittura, rimarrà una delle espressioni artistiche più congeniali al suo lavoro. Conia lo pseudonimo di Vladimir Swarovski, con cui firmerà alcuni scritti, e il termine Pigheologia, propriamente studio delle natiche, (dal greco pigè, natica), disciplina con la quale, come si è già accennato, l’autore individua il carattere delle signore.
Apre la mostra l’opera Bagno Felice 2, datata 1982, che insieme ai lavori realizzati durante gli anni Ottanta, è testimonianza della passione profusa dall’artista per Giorgio Morandi.
Nel decennio successivo il suo modo di fare pittura subisce una svolta: nelle opere compaiono le righe, che si riveleranno elemento preponderante della sua produzione. A tale proposito Sgarbi scriverà: “Dopo uno studio particolare degli oggetti legato alla tradizione e ad una logica interpretazione della realtà, la sua pittura si è manifestata con il gioco affascinante delle righe. Sono righe larghe, policrome, disposte con l’arte di un architetto e diventano attrazione e seduzione per la fantasia, suggestione per l’artista e per chi guarda”.
In seguito l’attenzione rivolta alle immagini pubblicitarie, per l’autore correnti simboli della società attuale, diventano pretesto per rievocare infinite emozioni negli osservatori: il processo creativo si compie in svariate forme a seconda delle modalità percettive del tutto soggettive. Nascono le opere distruttiviste, con cui l’autore intende sottolineare l’importanza del valore emozionale acquisito delle immagini. Le immagini vengono invecchiate con artificio, oppure realizzate attraverso la tecnica del trompe l’oeil per rendere verosimile un ricordo del passato.
Negli ultimi anni, campo di ricerca privilegiato continua ad essere la sfera emozionale. Realizza il nucleo di opere denominato Tensioni, in cui il ruolo assegnato al supporto pittorico, oltre a prevalere sul ruolo dello spazio, da semplice contenitore diviene soggetto dotato di una sua espressione.
Le opere eseguite con tale procedimento si mostrano solo attraverso dei frammenti. La frammentazione di un’opera d’arte conserva in se tutta l’energia, e l’amplifica per il forte impatto sul piano emozionale. Il significato, piuttosto che polverizzarsi si moltiplica, ed ogni brandello pur essendo la frazione di un’unica opera, diventa esso stesso un’opera completa.
In una sezione a parte sono esposti alcuni “retroritratti”, espressione artistica della Pigheologia, disciplina con la quale Oronzo Ricci tenta di individuare la personalità delle signore analizzando le varie tipologie di natiche.
La monografia che documenta l’esposizione è pubblicata da Il Bisonte Srl. In occasione della mostra sarà presentato la I edizione fotografica del calendario pigheologico 2008.
Oronzo Luciano Vittorio Ricci, dopo aver frequentato il Liceo Artistico a Benevento, si trasferisce a Firenze dove, in concomitanza agli studi presso la facoltà di Architettura, si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Risalgono agli inizi degli anni ’80 i primi lavori, per la maggior parte Nature Morte, innegabili testimonianze di approfonditi studi sull’opera di Giorgio Morandi, per Ricci maestro spirituale.
Già nei primi anni Novanta la riflessione sull’esistenza, con le sue verità oggettive e soggettive, diviene nuovo argomento di indagine. Risalgono a questo periodo alcuni lavori, riconducibili al Distruttivismo, teoria che Oronzo Ricci approfondirà a partire dal 1999, in cui sostiene come dal frammento sia possibile ricongiungersi al tutto.
Spinto dalla volontà di adeguare la prospettiva centrica rinascimentale alle esigenze contemporanee, non tralasciando né il sistema Euclideo, né la prospettiva greca del V sec a.C., teorizza un nuovo procedimento percettivo denominato ricciano. Nelle opere compaiono come sfondo le righe, quasi a sottolineare le linee di fuga della costruzione prospettica: se dapprima figurano come semplice elemento del quadro divengono poi soggetto assoluto della sua produzione. In questa stessa fase anche il colore acquista un ruolo determinante, agendo a livello subliminale sulla sensibilità dell’osservatore e creando illusioni ottiche, tali da ribaltare, mediante escamotage, lo sfondo pittorico delle opere.
Ad accompagnare la costante ricerca visiva è lo studio della musica che, insieme alla scrittura, rimarrà una delle espressioni artistiche più congeniali al suo lavoro. Conia lo pseudonimo di Vladimir Swarovski, con cui firmerà alcuni scritti, e il termine Pigheologia, propriamente studio delle natiche, (dal greco pigè, natica), disciplina con la quale, come si è già accennato, l’autore individua il carattere delle signore.
27
ottobre 2007
Oronzo Ricci
Dal 27 ottobre 2007 al 06 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO MEDICEO
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Biglietti
intero € 5.00, ridotto € 3.00
Orario di apertura
15-19.30 (lunedì chiuso)
Vernissage
27 Ottobre 2007, ore 17
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore