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Katia Dilella / Marco Piersanti
La galleria vi invita ad addentrarvi tra paesaggi urbani e divi del cinema, tra colori brillanti e atmosfere patinate
Comunicato stampa
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KATIA DILELLA
Laureatasi nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 2003 è vincitrice Primo Premio Assoluto del 3° Premio Internazionale di Giovane Arte Europea a Pavia.
Per sette anni assiste Edoardo Franceschini e ne rimane influenzata dando vita ad un periodo informale. Se ne distacca nel tempo realizzando opere pittoriche focalizzate su un singolo soggetto. Le sedie, i portoni, gli interni, infine le macchine sono i protagonisti incontrastati della sua pittura e ne ingombrano le tele, impossessandosi, con i loro volumi stondati e i loro contorni infantili, dello spazio.
L’esposizione in galleria si concentra principalmente sull’ultimo periodo, iniziato nel 2005, quando motori “ruggenti” dai colori squillanti e vivaci emergono da un fondo uniformemente grigio. Colore non-colore, il grigio è anima di tutta la sua produzione e da un lato si assimila al mondo urbano studiato dalla Dilella, dall’altra accresce, soprattutto negli interni, la sensazione di cosa abbandonata, tralasciata, dimenticata agli occhi del mondo.
L’artista segue un procedimento abbastanza preciso per la realizzazione delle opere. Una foto o una cartolina danno avvio al processo creativo. Ogni lavoro è preceduto da uno schizzo, da un bozzetto poi riportato su medie o grandi dimensioni. Fantasia della pittrice vuole che i grandi formati siano composti da due tele affiancate, come a voler spezzare una tradizione o a trasgredire regole inveterate dell’arte. La resa di uno spazio ricercatamente antiprospettico, quasi piatto, è un ulteriore esempio di questa personale ricerca dell’artista che la conduce altresì vicino al mondo dell’illustrazione. Uso di pennelli piatti, acrilico e spatolate conferiscono la veste definitiva al dipinto.
Bel Art Gallery con “Letto con lampada”, “Bagno con specchio”, “Vista dall’alto” e “Autogrill” rende omaggio a una promessa dell’arte contemporanea, capace di stigmatizzare quella poetica del dolore tanto abusata ultimamente, per concentrarsi su un portato più umano, e a noi più vicino; per un’arte che non predica ma talvolta sorride.
MARCO PIERSANTI
Silenzio: si spengono le luci e comincia la ballata delle emozioni. Marco Piersanti (1975), pittore e fotografo porta il grande cinema nell’arte.
Le immagini delle sue opere, ricavate da fotografie di celebri attori o dai frames dei film più noti, stampate su carta applicata su tela, vengono successivamente modificate tramite pennellate e sgocciolature di colore, inserti di pellicola, scritture. Talvolta l’immagine è ripetuta più volte, talvolta viene trattata con sale da tavola o impreziosita dall’aggiunta di elementi materici.
Piersanti, quindi, non si appropria di immagini qualunque: la sua ricerca muove i passi dalla riscoperta del Mito cinematografico. L’archivio da cui attinge è quello del cinema dello Star System, di quei volti che hanno invaso le copertine di riviste, che hanno fatto del grande schermo un fenomeno di massa e che ormai passano inosservate. Col recuperare questo repertorio, l’artista intende ridonare un’aurea a personaggi che hanno subito lo scacco dell’iterazione, della duplicazione, della saturazione sottolineando il duplice potere dei media. Il mondo della Musica e la dimensione individuale dell’artista vengono indagati con il medesimo procedimento.
Intervenendo sulla tela con poche, dense pennellate interpreta, senza nulla toglier all’originale, il suo modo di rivisitare le immagini della storia collettiva e personale.
Guardando “Inchiostro di rose”,“ Le Cinéma” e “Lights Word's Night”, lo spettatore prova un brivido, l’emozione di un attimo, come fosse di fronte a un’immagine sconosciuta e nel contempo familiare. Sospensione, romanticismo, e una sottile vena nostalgica scivolano tra le sgocciolature dell’opera conferendole una patina intimista.
Francesca Coppola
Laureatasi nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 2003 è vincitrice Primo Premio Assoluto del 3° Premio Internazionale di Giovane Arte Europea a Pavia.
Per sette anni assiste Edoardo Franceschini e ne rimane influenzata dando vita ad un periodo informale. Se ne distacca nel tempo realizzando opere pittoriche focalizzate su un singolo soggetto. Le sedie, i portoni, gli interni, infine le macchine sono i protagonisti incontrastati della sua pittura e ne ingombrano le tele, impossessandosi, con i loro volumi stondati e i loro contorni infantili, dello spazio.
L’esposizione in galleria si concentra principalmente sull’ultimo periodo, iniziato nel 2005, quando motori “ruggenti” dai colori squillanti e vivaci emergono da un fondo uniformemente grigio. Colore non-colore, il grigio è anima di tutta la sua produzione e da un lato si assimila al mondo urbano studiato dalla Dilella, dall’altra accresce, soprattutto negli interni, la sensazione di cosa abbandonata, tralasciata, dimenticata agli occhi del mondo.
L’artista segue un procedimento abbastanza preciso per la realizzazione delle opere. Una foto o una cartolina danno avvio al processo creativo. Ogni lavoro è preceduto da uno schizzo, da un bozzetto poi riportato su medie o grandi dimensioni. Fantasia della pittrice vuole che i grandi formati siano composti da due tele affiancate, come a voler spezzare una tradizione o a trasgredire regole inveterate dell’arte. La resa di uno spazio ricercatamente antiprospettico, quasi piatto, è un ulteriore esempio di questa personale ricerca dell’artista che la conduce altresì vicino al mondo dell’illustrazione. Uso di pennelli piatti, acrilico e spatolate conferiscono la veste definitiva al dipinto.
Bel Art Gallery con “Letto con lampada”, “Bagno con specchio”, “Vista dall’alto” e “Autogrill” rende omaggio a una promessa dell’arte contemporanea, capace di stigmatizzare quella poetica del dolore tanto abusata ultimamente, per concentrarsi su un portato più umano, e a noi più vicino; per un’arte che non predica ma talvolta sorride.
MARCO PIERSANTI
Silenzio: si spengono le luci e comincia la ballata delle emozioni. Marco Piersanti (1975), pittore e fotografo porta il grande cinema nell’arte.
Le immagini delle sue opere, ricavate da fotografie di celebri attori o dai frames dei film più noti, stampate su carta applicata su tela, vengono successivamente modificate tramite pennellate e sgocciolature di colore, inserti di pellicola, scritture. Talvolta l’immagine è ripetuta più volte, talvolta viene trattata con sale da tavola o impreziosita dall’aggiunta di elementi materici.
Piersanti, quindi, non si appropria di immagini qualunque: la sua ricerca muove i passi dalla riscoperta del Mito cinematografico. L’archivio da cui attinge è quello del cinema dello Star System, di quei volti che hanno invaso le copertine di riviste, che hanno fatto del grande schermo un fenomeno di massa e che ormai passano inosservate. Col recuperare questo repertorio, l’artista intende ridonare un’aurea a personaggi che hanno subito lo scacco dell’iterazione, della duplicazione, della saturazione sottolineando il duplice potere dei media. Il mondo della Musica e la dimensione individuale dell’artista vengono indagati con il medesimo procedimento.
Intervenendo sulla tela con poche, dense pennellate interpreta, senza nulla toglier all’originale, il suo modo di rivisitare le immagini della storia collettiva e personale.
Guardando “Inchiostro di rose”,“ Le Cinéma” e “Lights Word's Night”, lo spettatore prova un brivido, l’emozione di un attimo, come fosse di fronte a un’immagine sconosciuta e nel contempo familiare. Sospensione, romanticismo, e una sottile vena nostalgica scivolano tra le sgocciolature dell’opera conferendole una patina intimista.
Francesca Coppola
04
ottobre 2007
Katia Dilella / Marco Piersanti
Dal 04 ottobre al 03 novembre 2007
arte contemporanea
Location
BAG GALLERY MILANO – BOSCOLO EXEDRA
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Orario di apertura
martedì – venerdì 16.00 - 20.00 sabato 15.00 - 19.00
Vernissage
4 Ottobre 2007, ore 18.30
Autore