Continua il percorso artistico di Massimo Triolo che dopo pochi mesi dalla sua prima mostra personale, ripropone in una veste nuova e con un differente stile espressivo, le sue nuove creazioni. Sono soggetti differenti di varia natura, che nascono i una euforica e febbrile voglia di innovazione e di esternazione di interiorità maturata alla luce di nuovi e rinnovati eventi esperenziali.


Una quiete che soggiace a leggi severe. Una quiete fonda, feconda e benedetta, che ho guadagnato al mio atto creativo; anche quando la materia di ciò che è rappresentato è magmatica e febbrile, questa nuova quiete mi permette di stillare arte…L’occhio non coglie che una porzione – significante- dell’objectum rappresentato, e opera un’estrazione che agisce sull’astrazione”.


La quiete acquisita, dopo gli innumerevoli erranti e dolorosi tragitti introspettivi, gli permette inoltre di dedicarsi alla creazione di versi e note poetiche, testinarrativi di racconti e brevi romanzi, le cui tematiche ricorrenti sono “ la sfida alle realtà consolidate, e la deterritorializzazione del loro collocamento consueto; la messa a punto di espedienti che stornano, nell’umano, dall’angolo visuale che si conviene usare per reinquadrarlo”.


Grazie alla passione che coltiva nell’arte e alla conseguente proficua produzione realizzata, molti degli spettri che ossessivamente si insidiavano nella mente e nell’anima di Massimo Triolo, sono svaniti, e sostituiti con altri enigmi di differente e rinnovata natura. Una fresca ventata di luce confluisce nella propria innata e contrastante personalità, rimanendo tuttavia inalterato e vivo, il senso caratteriale di cesellare una ricerca contenutistica, soprattutto interiore, che si riflette come specchio dell’anima, nelle variabili dei netti e contrastati toni chiaroscurali e dei tratti stilistici, nei propri lavori.


Rita Carioti