31 agosto 2012

Fino al 2.IX.2012 Roberto Coda Zabetta, Verdade Capri, Certosa di San Giacomo

 
Un viaggio lungo vent’anni. Nelle pieghe di un tempo attraversato da angosce e pezzi di memoria. Roberto Coda Zabetta intuisce i profili di una nuova dignità, quella negata dei desaparecidos -

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Nunca màs! l’Argentina lo gridava già agli inizi degli anni Ottanta, quando il Brasile, ancora pregno dell’assordante silenzio delle migliaia di vittime della muta repressione politico-militare, restava inerte sotto il peso dell’orrore senza riuscire a riconoscerne i lineamenti. Solo lo scorso settembre, a quasi trent’anni di distanza, il governo brasiliano decide finalmente di istituire la Comissão da Verdade per illuminare, a luce radente, il ventennio forse più buio della storia del Paese. È con quella stessa luce che Roberto Coda Zabetta (Biella, 1975) cattura gli sguardi di un’umanità spogliata dei propri diritti, lasciandole raccontare, talvolta a gran voce, quel silenzio che più della morte ha saputo finirli, in un grido disperato, ma altresì liberatorio che porta con sé tutto il peso dell’anima. Con Tables ed Escudos, due serie di piccole e grandi opere che si intrecciano armonicamente lungo tutto il percorso espositivo, l’artista veste i suggestivi ambienti della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri, con una coltre viva, pulsante e colma di riflessioni e antichi significati.

Tutto nell’opera di Zabetta è un richiamo all’autentico sapore di quegli anni. Stoffe di originaria manifattura si prestano a supporto delle grandi tele, mentre ex voto di certosina bellezza si aggrappano in modo deciso a splendide cornici seicentesche quali feticci di un corpo scomparso. Persino la tecnica, che affonda le proprie radici nell’Action painting, si apre a innesti da cavalletto per riscoprire il primordiale rapporto con l’opera d’arte, affinché tutto, di ritorno alle origini, riacquisti responsabilmente il profondo senso del dovere nei confronti di un passato fin troppo attuale.
Il volto come scudo dunque, quale maschera incorruttibile nell’immobile ieraticità del suo dolore, dove a parlare è l’assurda realtà oltre lo sguardo, una realtà che solo i desaparecidos conoscono e che reclama il diritto alla memoria, alla verdade. Ma non la morte interessa l’artista, bensì il grido di speranza che tutto questo non accada mai più, una voce lontana che urla da sempre, ma che solo ora riesce finalmente a farsi ascoltare. È così che l’artista biellese sublima in modo suggestivo un nuovo passo verso il riconoscimento della non sempre ovvia dignità umana, intrecciando magistralmente temi di interesse globale ad un personalissimo vissuto interiore che trasuda autenticità da ogni singolo lavoro. Un linguaggio maturo, dunque, che attinge certezze da validi e riconosciuti trascorsi artistici, e che si proietta, com’è lecito, verso il giusto superamento di se stessi.
Naturale prolungamento e originaria destinazione della mostra curata da Maria Savarese, Maurizio Siniscalco e Guilherme Bueno sarà la successiva esposizione presso il MAC (Museo di Arte Contemporanea di Niterói) nello Stato di Rio de Janeiro, che accoglierà nel cuore del Brasile il tributo più significativo allo spirito di rinascita dell’intera Nazione.

francesca de ruvo

dal 28 luglio al 2 settembre 2012
Roberto Coda Zabetta, Verdade
A cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese, Maurizio Siniscalco
Certosa e museo di San Giacomo
via Certosa 80, 80073 Capri
orari d’apertura: tutti i giorni 8.30  -14.00
info: telefono e fax: 081.5788418
http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/index.html

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