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Artisti a Castagnoli 2007
Rassegna Biennale di Arti Visive, prima edizione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Artisti a Castagnoli nasce da un’idea di Calogero Calì, “patron” dell’Azienda Agricola Rocca di Castagnoli, che sorge a Gaiole, nel cuore del Chianti Classico, una zona di antiche e profonde tradizioni culturali e artistiche e di vivo interesse culturale.
L’evento apre un ciclo di mostre biennali intese sia alla valorizzazione di un territorio che da sempre dichiara interesse verso il nuovo dimostrando capacità di confronto con realtà internazionali ma anche alla promozione della cultura e la tradizione vitivinicola del Chianti in stretta connessione con l’arte contemporanea internazionale.
L’incontro fra arte e vino costituisce un connubio particolarmente felice dove le suggestioni visive e le esperienze sensoriali sono di fortissimo impatto e dove la ricerca, la creatività e il genio giocano un ruolo fondamentale. L’arte visiva che dà forma alle ombre, alle luci e alle emozioni e l’arte della vite che elabora e trasforma sapori con sapienza millenaria, racchiudono entrambe una natura materiale e un potere spirituale e suscitano un profondo coinvolgimento emozionale.
La manifestazione Biennale avrà quindi come protagonisti il vino, l’arte ma anche la letteratura e la musica di paesi stranieri e si svolgerà all’interno della suggestiva cornice del borgo medievale di Rocca di Castagnoli.
A dare il via a questa prima edizione sarà una significativa rassegna di artisti sudafricani che si svolgerà dal 12 ottobre al 14 novembre 2007.
Ideata insieme allo Studio d’Arte Raffaelli e realizzata da Davide Rampello e BlueKlein&Petrus con l’intervento critico di Alberto Fiz, l’iniziativa ha ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata del Sud Africa in Italia e del Comune di Gaiole in Chianti e si vale del sostegno della società Alimenta.
La rassegna si propone come un’occasione unica di incontro e fusione di due culture distanti ma unite dalla comune e antica esperienza della produzione vitivinicola.
Il Sudafrica che si è appena affacciato sul panorama artistico internazionale con personalità che emblematicamente incarnano al meglio le più moderne e attuali tendenze artistiche, vanta infatti una fra le più antiche e pregiate produzioni vitivinicole extraeuropee.
Gli aristi selezionati dallo Studio Raffelli sono accomunati da una chiara intenzione comunicativa. Cresciuti artisticamente negli anni culminanti dell’apartheid, quando la lotta per la libertà e i diritti civili si esprimeva attraverso proteste pubbliche, portano la loro protesta all’interno di atelier e studi fotografici concependo immagini di lotta, racconti visivi sulla realtà quotidiana, opere percepibili in maniera diretta anche da un pubblico non sudafricano, critiche sociali che conducono il fruitore ad una inevitabile riflessione su realtà ancora poco indagate e conosciute.
La mostra allestita negli spazi del borgo offrirà un percorso sensoriale e documentario dell’arte sudafricana contemporanea. Le opere, molte delle quali verranno realizzate appositamente per la mostra e rimarranno stabilmente negli spazi in cui saranno allestite, sono circa un centinaio fra fotografie, disegni, sculture e installazioni.
Gli artisti
Conrad Botes (nato a Ladysmith, Città del Capo, in Sudafrica nel 1969, dove vive e lavora) trasporterà il carattere fumettistico dei suoi lavori dalle linee pulite e dai colori incisivi facendo emergere le differenti simbologie culturali ed etniche della sua terra. Il suo sarà un intervento a tecnica mista che si inserirà permanentemente della Rocca arricchendone ulteriormente gli spazi.
Willie Bester (nato a Montagu, Città del Capo, in Sudafrica nel 1956, vive e lavora a Kuilsriver, Città del Capo) proporrà due nuove sculture in alluminio anodizzato formate da pezzi di scarto di automobile e creerà un'opera stabile costruita attraverso l'utilizzo di materiali tipici dei processi della vinificazione. Un tributo a Rocca, un ponte simbolico tra due culture accomunate da antiche tradizioni vitivinicole.
Altri artisti sudafricani si inseriranno negli spazi del borgo con opere, che rimarranno esposte nel periodo successivo all’inaugurazione.
Bobby Bobson (Sukdeo Bobson Mohanlall, 1928-2003), fotografo che fondò lo Studio Bobson nel 1961 a Durban in Sudafrica, verranno proporrà i suoi celeberrimi ritratti di indigeni il cui abbigliamento contemporaneo è inframmezzato da accessori provenienti dalla cultura tribale sudafricana, in un seducente mix tra presente e passato, modernità e radici millenarie.
Jane Alexander (nata a Johannesburg in Sudafrica nel 1959; vive e lavora a Città del Capo) attraverso sculture e fotomontaggi sensibilizza lo spettatore sulla difficile condizione dell’apartheid; i suoi personaggi, rappresentati attraverso la fotografia che attraverso opere plastiche, indossano maschere infantili ed identiche tra loro, maschere che ne uniformizzano i lineamenti azzerandone le specificità razziali.
Jackson Nkumanda (nato a Cradock in Sudafrica nel 1949, vive e lavora a Philippi, Città del Capo, Sudafrica) realizza ambientazioni tridimensionali da appendere al muro con uno stile tra l’infantile e il naif di forte impatto, per far emergere lo spirito della vita popolare del Sudafrica di cui racconta gli aspetti più semplici e veri.
Jürgen Shaedeberg (nato a Berlino nel 1931, vive e lavora a Johannesburg, Sudafrica), emigrato dalla Germania in Sudafrica nel 1950, è uno dei pochissimmi fotografi bianchi a documentare le difficoltà dell’uomo di colore in Sudafrica, la sua cultura e il suo desiderio di libertà dalla repressione dell’apartheid.
Anton Kannemajer (nato a Città del Capo, Sudafrica nel 1967, dove vive e lavora) autore, assieme a Botes, di Bitter Komix, rivista di fumetti, usa con ironia quest’arma stilistica per parlare in maniera diretta delle differenze razziali nel suo paese. Nella sua opera i classici rapporti di forza e valore tra differenti etnie, e una certa tradizione del fumetto bianco sono ribaltati attraverso la rappresentazione di supereroi di colore.
L’evento apre un ciclo di mostre biennali intese sia alla valorizzazione di un territorio che da sempre dichiara interesse verso il nuovo dimostrando capacità di confronto con realtà internazionali ma anche alla promozione della cultura e la tradizione vitivinicola del Chianti in stretta connessione con l’arte contemporanea internazionale.
L’incontro fra arte e vino costituisce un connubio particolarmente felice dove le suggestioni visive e le esperienze sensoriali sono di fortissimo impatto e dove la ricerca, la creatività e il genio giocano un ruolo fondamentale. L’arte visiva che dà forma alle ombre, alle luci e alle emozioni e l’arte della vite che elabora e trasforma sapori con sapienza millenaria, racchiudono entrambe una natura materiale e un potere spirituale e suscitano un profondo coinvolgimento emozionale.
La manifestazione Biennale avrà quindi come protagonisti il vino, l’arte ma anche la letteratura e la musica di paesi stranieri e si svolgerà all’interno della suggestiva cornice del borgo medievale di Rocca di Castagnoli.
A dare il via a questa prima edizione sarà una significativa rassegna di artisti sudafricani che si svolgerà dal 12 ottobre al 14 novembre 2007.
Ideata insieme allo Studio d’Arte Raffaelli e realizzata da Davide Rampello e BlueKlein&Petrus con l’intervento critico di Alberto Fiz, l’iniziativa ha ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata del Sud Africa in Italia e del Comune di Gaiole in Chianti e si vale del sostegno della società Alimenta.
La rassegna si propone come un’occasione unica di incontro e fusione di due culture distanti ma unite dalla comune e antica esperienza della produzione vitivinicola.
Il Sudafrica che si è appena affacciato sul panorama artistico internazionale con personalità che emblematicamente incarnano al meglio le più moderne e attuali tendenze artistiche, vanta infatti una fra le più antiche e pregiate produzioni vitivinicole extraeuropee.
Gli aristi selezionati dallo Studio Raffelli sono accomunati da una chiara intenzione comunicativa. Cresciuti artisticamente negli anni culminanti dell’apartheid, quando la lotta per la libertà e i diritti civili si esprimeva attraverso proteste pubbliche, portano la loro protesta all’interno di atelier e studi fotografici concependo immagini di lotta, racconti visivi sulla realtà quotidiana, opere percepibili in maniera diretta anche da un pubblico non sudafricano, critiche sociali che conducono il fruitore ad una inevitabile riflessione su realtà ancora poco indagate e conosciute.
La mostra allestita negli spazi del borgo offrirà un percorso sensoriale e documentario dell’arte sudafricana contemporanea. Le opere, molte delle quali verranno realizzate appositamente per la mostra e rimarranno stabilmente negli spazi in cui saranno allestite, sono circa un centinaio fra fotografie, disegni, sculture e installazioni.
Gli artisti
Conrad Botes (nato a Ladysmith, Città del Capo, in Sudafrica nel 1969, dove vive e lavora) trasporterà il carattere fumettistico dei suoi lavori dalle linee pulite e dai colori incisivi facendo emergere le differenti simbologie culturali ed etniche della sua terra. Il suo sarà un intervento a tecnica mista che si inserirà permanentemente della Rocca arricchendone ulteriormente gli spazi.
Willie Bester (nato a Montagu, Città del Capo, in Sudafrica nel 1956, vive e lavora a Kuilsriver, Città del Capo) proporrà due nuove sculture in alluminio anodizzato formate da pezzi di scarto di automobile e creerà un'opera stabile costruita attraverso l'utilizzo di materiali tipici dei processi della vinificazione. Un tributo a Rocca, un ponte simbolico tra due culture accomunate da antiche tradizioni vitivinicole.
Altri artisti sudafricani si inseriranno negli spazi del borgo con opere, che rimarranno esposte nel periodo successivo all’inaugurazione.
Bobby Bobson (Sukdeo Bobson Mohanlall, 1928-2003), fotografo che fondò lo Studio Bobson nel 1961 a Durban in Sudafrica, verranno proporrà i suoi celeberrimi ritratti di indigeni il cui abbigliamento contemporaneo è inframmezzato da accessori provenienti dalla cultura tribale sudafricana, in un seducente mix tra presente e passato, modernità e radici millenarie.
Jane Alexander (nata a Johannesburg in Sudafrica nel 1959; vive e lavora a Città del Capo) attraverso sculture e fotomontaggi sensibilizza lo spettatore sulla difficile condizione dell’apartheid; i suoi personaggi, rappresentati attraverso la fotografia che attraverso opere plastiche, indossano maschere infantili ed identiche tra loro, maschere che ne uniformizzano i lineamenti azzerandone le specificità razziali.
Jackson Nkumanda (nato a Cradock in Sudafrica nel 1949, vive e lavora a Philippi, Città del Capo, Sudafrica) realizza ambientazioni tridimensionali da appendere al muro con uno stile tra l’infantile e il naif di forte impatto, per far emergere lo spirito della vita popolare del Sudafrica di cui racconta gli aspetti più semplici e veri.
Jürgen Shaedeberg (nato a Berlino nel 1931, vive e lavora a Johannesburg, Sudafrica), emigrato dalla Germania in Sudafrica nel 1950, è uno dei pochissimmi fotografi bianchi a documentare le difficoltà dell’uomo di colore in Sudafrica, la sua cultura e il suo desiderio di libertà dalla repressione dell’apartheid.
Anton Kannemajer (nato a Città del Capo, Sudafrica nel 1967, dove vive e lavora) autore, assieme a Botes, di Bitter Komix, rivista di fumetti, usa con ironia quest’arma stilistica per parlare in maniera diretta delle differenze razziali nel suo paese. Nella sua opera i classici rapporti di forza e valore tra differenti etnie, e una certa tradizione del fumetto bianco sono ribaltati attraverso la rappresentazione di supereroi di colore.
12
ottobre 2007
Artisti a Castagnoli 2007
Dal 12 ottobre al 14 novembre 2007
arte contemporanea
Location
AZIENDA AGRICOLA ROCCA DI CASTAGNOLI
Gaiole In Chianti, (Siena)
Gaiole In Chianti, (Siena)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì: dalle h.10 alle h.13 e dalle h.15 alle h.18
venerdi e sabato: dalle h.11 alle h.24
domenica: h.11 alle h.18
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