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Maki Nakamura – Poetica dell’ascolto
antologica di scultura
Comunicato stampa
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Biografia
Nata a Yamaguchi Giappone
1961 - Studia scultura con Pericle Fazzini all’Accademia di Belle Arti di Roma e si diploma nel ’64.
1968 - Studia all’ Ecole Sperieur Nationale de Beaux Atrs di Parigi con Collamarini e Etienne Martin ed inizia a imparare la tecnica del marmo a Carrara.
1970/1972 - Consegue il titolo “Masterof Fine Arts” All’Universita’ Nazionale di Tokyo per Arte. ( Tokyo National University of Fine Arts and Music )
1987/’88 Riceve la Borsa di Studio per I professionisti della Rotary International Foundation e studia al MFA della Meriland Institute College of Art in USA.
Dal 1974 vive e lavora tra Carrara e Giappone.
Ha collaborato con nomi prestigiosi della cultura nazionale per eventi letterari quali Mario Tobino, scrittore, Cesare Garboli, critico e scrittore, Manlio Cancogni scrittore, Dino Carlesi poeta e critico d'arte oltre ad artisti di chiara fama nazionale ed internazionale con cui abbiamo collaborato per grandi mostre in Italia (Venezia, Roma,Torino, Milano, Firenze, Carrara, Massa, Viareggio, Pisa) ed all'estero (Berlino, Bregren, Parigi, Londra) quali Bonalumi, Castellani, Mulas, Possenti, Vangi, Poncet, Cardenas, Bodini, Somaini etc..
Critica
“Le mie sculture hanno risonanze che riportano all’idea dell’acqua, alle onde del mare e al mondo vegetale.” Quieta confessione di Maki Nakamura ci introduce immediatamente nel cuore della sua ricerca artistica che si specchia nell’osservazione e nella traduzione dei fenomeni naturali, del loro spirito, del loro fascino nell’altro fascino estratto dalla pietra. La materia è manipolata, trasformata di continuo senza mai venire compiutamente trattenuta, bloccata, definita. E’ una sua straordinaria prerogativa quella di infondere un soffio di vita alle cose inanimate che così rimangono sospese nell’aria come un gesto che allude a un prima e prelude a un dopo. Ma intanto l’opera è lì, arditamente espressa nella sua provvisorietà metamorfica. Invenzione e tecnica si rincorrono mirabilmente in una gara di soluzioni inattese perché è difficile immaginare la concretizzazione di un pensiero astratto, la soluzione di un problema ai confini dell’utopia.”
Luciano Caprile
“La mia allieva Makiko Nakamura è stata sempre piena di volontà e molto brava nella mia scuola, anzi era una delle migliori. Diplomatasi è poi partita per il Giappone. Riapparsa di ritorno da Carrara mi fece vedere delle foto di sue sculture e scoprii che erano belle. Il contatto con la pietra l’ha portata a rinnovarsi nel senso simbolico del suo modo figurativo di lavorare. Non mento dicendo che le sue sculture hanno un senso mistico della preghiera che come simbolo l’ha saputo
raccogliere con tanta fantasia componendo volumi in modo verticale per solito e anche orizzontali.
Comunque è passata nel mondo della ricerca plastica e non mi rimane che augurarle un buon lavoro e proseguimento per la nostra strada del mondo delle forme silenziose e vive quando c’è espressione.”
Roma, 18 Ottobre 1977. Pericle Fazzini
“La Scultrice Maki Nakamura, che per tanti anni ha lavorato con il marmo a Carrara, è riuscita ed esprimersi nella profondità delle radici e nell’intensità dei sentimenti. Con la Sua scultura è riuscita a farci ricordare che un buon lavoro non ha né limiti, né frontiere. Auguro pieno successo alle opere di questa brava artista.”
Giacomo Manzù
“Nata non lontano da Hiroshima, nell’isola più grande del Giappone, Maki Nakamura, scultrice, ha vissuto tra il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia, dove ora risiede in parte dell’anno a Carrara. E’ tra gli esponenti più significativi di una situazione internazionale che si propone come presenza attiva nell’arte d’oggi senza rinunciare a materie e tecniche tradizionali. Di ispirazione orientale, il suo lavoro, quasi esclusivamente in marmo, realizza il paradosso del dar corpo sensibile all’immateriale e rendere fisicamente il vuoto, in sintonia con il pensiero Zen....”
Luciano Caramel
“Le stele di Maki Nakamura hanno o implicano una visione metamorfotica della realtà, come luogo dei mutamenti, in cui il visibile è manifestazione di un profondo non rivelabile se non per simboli, allegorie, maschere che l’artista talora media alla litografia arcaica mediterranea.”
Nicola Micieli
Nata a Yamaguchi Giappone
1961 - Studia scultura con Pericle Fazzini all’Accademia di Belle Arti di Roma e si diploma nel ’64.
1968 - Studia all’ Ecole Sperieur Nationale de Beaux Atrs di Parigi con Collamarini e Etienne Martin ed inizia a imparare la tecnica del marmo a Carrara.
1970/1972 - Consegue il titolo “Masterof Fine Arts” All’Universita’ Nazionale di Tokyo per Arte. ( Tokyo National University of Fine Arts and Music )
1987/’88 Riceve la Borsa di Studio per I professionisti della Rotary International Foundation e studia al MFA della Meriland Institute College of Art in USA.
Dal 1974 vive e lavora tra Carrara e Giappone.
Ha collaborato con nomi prestigiosi della cultura nazionale per eventi letterari quali Mario Tobino, scrittore, Cesare Garboli, critico e scrittore, Manlio Cancogni scrittore, Dino Carlesi poeta e critico d'arte oltre ad artisti di chiara fama nazionale ed internazionale con cui abbiamo collaborato per grandi mostre in Italia (Venezia, Roma,Torino, Milano, Firenze, Carrara, Massa, Viareggio, Pisa) ed all'estero (Berlino, Bregren, Parigi, Londra) quali Bonalumi, Castellani, Mulas, Possenti, Vangi, Poncet, Cardenas, Bodini, Somaini etc..
Critica
“Le mie sculture hanno risonanze che riportano all’idea dell’acqua, alle onde del mare e al mondo vegetale.” Quieta confessione di Maki Nakamura ci introduce immediatamente nel cuore della sua ricerca artistica che si specchia nell’osservazione e nella traduzione dei fenomeni naturali, del loro spirito, del loro fascino nell’altro fascino estratto dalla pietra. La materia è manipolata, trasformata di continuo senza mai venire compiutamente trattenuta, bloccata, definita. E’ una sua straordinaria prerogativa quella di infondere un soffio di vita alle cose inanimate che così rimangono sospese nell’aria come un gesto che allude a un prima e prelude a un dopo. Ma intanto l’opera è lì, arditamente espressa nella sua provvisorietà metamorfica. Invenzione e tecnica si rincorrono mirabilmente in una gara di soluzioni inattese perché è difficile immaginare la concretizzazione di un pensiero astratto, la soluzione di un problema ai confini dell’utopia.”
Luciano Caprile
“La mia allieva Makiko Nakamura è stata sempre piena di volontà e molto brava nella mia scuola, anzi era una delle migliori. Diplomatasi è poi partita per il Giappone. Riapparsa di ritorno da Carrara mi fece vedere delle foto di sue sculture e scoprii che erano belle. Il contatto con la pietra l’ha portata a rinnovarsi nel senso simbolico del suo modo figurativo di lavorare. Non mento dicendo che le sue sculture hanno un senso mistico della preghiera che come simbolo l’ha saputo
raccogliere con tanta fantasia componendo volumi in modo verticale per solito e anche orizzontali.
Comunque è passata nel mondo della ricerca plastica e non mi rimane che augurarle un buon lavoro e proseguimento per la nostra strada del mondo delle forme silenziose e vive quando c’è espressione.”
Roma, 18 Ottobre 1977. Pericle Fazzini
“La Scultrice Maki Nakamura, che per tanti anni ha lavorato con il marmo a Carrara, è riuscita ed esprimersi nella profondità delle radici e nell’intensità dei sentimenti. Con la Sua scultura è riuscita a farci ricordare che un buon lavoro non ha né limiti, né frontiere. Auguro pieno successo alle opere di questa brava artista.”
Giacomo Manzù
“Nata non lontano da Hiroshima, nell’isola più grande del Giappone, Maki Nakamura, scultrice, ha vissuto tra il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia, dove ora risiede in parte dell’anno a Carrara. E’ tra gli esponenti più significativi di una situazione internazionale che si propone come presenza attiva nell’arte d’oggi senza rinunciare a materie e tecniche tradizionali. Di ispirazione orientale, il suo lavoro, quasi esclusivamente in marmo, realizza il paradosso del dar corpo sensibile all’immateriale e rendere fisicamente il vuoto, in sintonia con il pensiero Zen....”
Luciano Caramel
“Le stele di Maki Nakamura hanno o implicano una visione metamorfotica della realtà, come luogo dei mutamenti, in cui il visibile è manifestazione di un profondo non rivelabile se non per simboli, allegorie, maschere che l’artista talora media alla litografia arcaica mediterranea.”
Nicola Micieli
07
settembre 2007
Maki Nakamura – Poetica dell’ascolto
Dal 07 settembre al 05 ottobre 2007
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEO FONDAZIONE VENANZO CROCETTI
Roma, Via Cassia, 492, (Roma)
Roma, Via Cassia, 492, (Roma)
Orario di apertura
dal Giovedì al Lunedì 10.00/17.00 Martedì e Mercoledì chiuso
Vernissage
7 Settembre 2007, ore 18
Autore