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La Nave Argo: Mito, Metafora e Simbolo
esposizione conclusiva della rassegna itinerante di pittura e didascalia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 18 agosto '07, alle ore 20.30, si inaugurerà presso la Galleria Comunale S. Felice (Centro storico di Giovinazzo -BA-), l'esposizione conclusiva della rassegna itinerante di pittura e didascalia "La Nave Argo: Mito, Metafora e Simbolo" degli artisti Fedele Boffoli e Massimo Rovereti (precedenti sedi espositive: Cesena ex Pescheria - ottobre 2006; Udine: Galleria d'Arte ITG Marinoni - novembre 2006). L'iniziativa (realizzata con il patrocinio di: Ass. Cult. Comunicaria di Giovinazzo -BA-, Biennale d'Arte Contemporanea -Lecce-, Club Unesco di Udine, Comune di Cesena, Comune di Giovinazzo -BA-, Comune di Trieste, Comune di Udine, Euroarte -periodico di arte e cultura-, Istituto Tecnico per Geometri Marinoni di Udine, Provincia di Udine, Telefriuli - Il Segno e il Colore), presente anche in internet all'indirizzo (http://www.anforah.artenetwork.net) e ideata per rivalutare il valore attivo del Mito - unitamente agli aspetti significativi di Metafora e Simbolo -, si protrarrà fino al giorno 26 agosto '07 con apertura al pubblico in orario 20-23.
Riportiamo, a riguardo dell'iniziativa alcune significative note critiche della triestina Graziella Atzori:
"""[…] Sì, la nave Argo - simbolo dell’anima migrante in cerca perenne di sé - si è spostata dalle gallerie di Cesena e Udine, per attraccare alla Galleria d’Arte San Felice di Giovinazzo, presso Bari. Qui il fantastico bastimento riversa ancora una volta i mondi multipli dei pittori Boffoli e Rovereti. Due cercatori inesausti, questi, di tesori più preziosi dell’oro: la bellezza e la conoscenza. Fuor di metafora, bisogna davvero convenire che gli artisti testé menzionati rappresentino un connubio felice, per l’intento che li lega, individuato nella ricerca stilistica unita all’ansia gnoseologica. Essi ci ripropongono continuamente la necessità di fare arte per scoprire e reinventare la vita attraverso l’elaborazione dell’esperienza sensibile, ricreata nelle loro opere secondo criteri che intenzionalmente trascendono il dato sensibile, per renderlo ancor più intimo e autentico, comprensibile e integrato nella totalità dell’io. Non di solo pane vive l’uomo, ovvero: non di soli sensi…
Boffoli precipita direttamente nel mito, con iconografie di santi, in special modo san Nicola, più volte rivisitato negli acrilici smaglianti in giallo, splendore aureo della realizzazione coscienziale, su campiture nere, rappresentanti l’abisso da cui tutto proviene. Il giovane artista si cimenta e confronta con simboli universali, con l’anfora del mondo, dea madre e utero spirituale stampato nel nostro dna. Usa i colori in modo rituale, direi quasi liturgico, dove il verde sta per la perennità della natura autogenerantesi, il giallo è la chiara coscienza, il rosa la pulsazione della carne, e i simboli della spirale, del cerchio, della croce, della spada, (vedi Croce-Spada Anfora) alludono al grande incontro del Maschile e del Femminile, le due braccia dell’Infinito. L’artista ci offre anche una serie di fotografie metafisiche, dove il groviglio di foreste è imago del crogiuolo esistenziale, mentre nuvole e tesori di natura arcana accompagnano la vista e la ripresa del poeta-fotografo e lo ispirano e guidano verso l’alto. Allora le foglie non sono più foglie del bosco ma oro. Di quale universo o realtà?
Le occasioni del vissuto sono per Rovereti il pretesto atto a esprimere la passione racchiusa nelle cose e nelle genti, pulsione vitalistica che permane oltre l’attimo di euforia. E catturato un mistero che ri-vela l’oltre, il pittore segue la traccia di un mondo spirituale invisibile appagante nel volto di santi personaggi, di papa Karol, o di presenze arcane, angeli paralleli, o nelle meditazioni di fanciulle concentrate nella lettura di un libro, oggetto palpabile che racchiude l’impalpabile. Gli oli di Rovereti passano da una rappresentazione realistica e sanguigna alle impressioni interiori dette sottovoce, da cuore a cuore, con una tecnica di velature e colori bruni, o dolcemente annebbiati. Per indicare l’altro in noi, magari di fronte ad uno specchio, l’altro che ci sopravanza e ci sopravvive.[...].-
Riportiamo, a riguardo dell'iniziativa alcune significative note critiche della triestina Graziella Atzori:
"""[…] Sì, la nave Argo - simbolo dell’anima migrante in cerca perenne di sé - si è spostata dalle gallerie di Cesena e Udine, per attraccare alla Galleria d’Arte San Felice di Giovinazzo, presso Bari. Qui il fantastico bastimento riversa ancora una volta i mondi multipli dei pittori Boffoli e Rovereti. Due cercatori inesausti, questi, di tesori più preziosi dell’oro: la bellezza e la conoscenza. Fuor di metafora, bisogna davvero convenire che gli artisti testé menzionati rappresentino un connubio felice, per l’intento che li lega, individuato nella ricerca stilistica unita all’ansia gnoseologica. Essi ci ripropongono continuamente la necessità di fare arte per scoprire e reinventare la vita attraverso l’elaborazione dell’esperienza sensibile, ricreata nelle loro opere secondo criteri che intenzionalmente trascendono il dato sensibile, per renderlo ancor più intimo e autentico, comprensibile e integrato nella totalità dell’io. Non di solo pane vive l’uomo, ovvero: non di soli sensi…
Boffoli precipita direttamente nel mito, con iconografie di santi, in special modo san Nicola, più volte rivisitato negli acrilici smaglianti in giallo, splendore aureo della realizzazione coscienziale, su campiture nere, rappresentanti l’abisso da cui tutto proviene. Il giovane artista si cimenta e confronta con simboli universali, con l’anfora del mondo, dea madre e utero spirituale stampato nel nostro dna. Usa i colori in modo rituale, direi quasi liturgico, dove il verde sta per la perennità della natura autogenerantesi, il giallo è la chiara coscienza, il rosa la pulsazione della carne, e i simboli della spirale, del cerchio, della croce, della spada, (vedi Croce-Spada Anfora) alludono al grande incontro del Maschile e del Femminile, le due braccia dell’Infinito. L’artista ci offre anche una serie di fotografie metafisiche, dove il groviglio di foreste è imago del crogiuolo esistenziale, mentre nuvole e tesori di natura arcana accompagnano la vista e la ripresa del poeta-fotografo e lo ispirano e guidano verso l’alto. Allora le foglie non sono più foglie del bosco ma oro. Di quale universo o realtà?
Le occasioni del vissuto sono per Rovereti il pretesto atto a esprimere la passione racchiusa nelle cose e nelle genti, pulsione vitalistica che permane oltre l’attimo di euforia. E catturato un mistero che ri-vela l’oltre, il pittore segue la traccia di un mondo spirituale invisibile appagante nel volto di santi personaggi, di papa Karol, o di presenze arcane, angeli paralleli, o nelle meditazioni di fanciulle concentrate nella lettura di un libro, oggetto palpabile che racchiude l’impalpabile. Gli oli di Rovereti passano da una rappresentazione realistica e sanguigna alle impressioni interiori dette sottovoce, da cuore a cuore, con una tecnica di velature e colori bruni, o dolcemente annebbiati. Per indicare l’altro in noi, magari di fronte ad uno specchio, l’altro che ci sopravanza e ci sopravvive.[...].-
18
agosto 2007
La Nave Argo: Mito, Metafora e Simbolo
Dal 18 al 26 agosto 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE SAN FELICE
Giovinazzo, Piazza San Felice, (Bari)
Giovinazzo, Piazza San Felice, (Bari)
Orario di apertura
20-23
Vernissage
18 Agosto 2007, ore 20.30
Autore