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Cesare Baracca – Impero
Personale
Comunicato stampa
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IMPERO
I volti dei più importanti imperatori romani escono da un muro di
mattoni, quale spettro di un passato ingombrante oppure come monito nei
confronti degli uomini, al fine che una certa storia non si ripeta più?
Invece di tracciare sulle pareti delle città loghi, graffiti, 'sbrogli'
multicolori, Cesare Baracca, con l'artificio della pittura (perché
artificioso è, infine, quel muro 'scenografico' sul quale e dentro il
quale la sua narrazione prende vita) spinge su tasti che fanno parte di
noi tutti, dilatandone le risonanze e i significati. A fianco degli
imperatori, ecco i funghi atomici. Ora è più che evidente dove l'artista
voglia andare a parare.
Ancora, e per fortuna, arte votata al civile, arte che entra nel sociale
per scardinarne i processi e gli aspetti più nefasti, le assurdità, le
tragedie. L'Impero siamo noi... noi Occidentali, imbevuti di
un'aggressività e di una violenza spesso alienata e alienante... noi
Occidentali che c'inventiamo nemici (probabilmente per dare un senso al
nostro esistere, ormai privato di un progetto alto) così che induciamo
il resto del pianeta a seguirci in questa spirale di violenza
autodistruttiva (mantenendo ed esportando del nostro presente e passato,
economicamente, politicamente e socialmente parlando, solo gli aspetti
più deleteri, non certo le grandi lezioni classiche, umanistiche e
illuministiche che ci hanno resi grandi e alle quali dovremmo tornare a
guardare, per poi reinventarle in chiave moderna). Così Baracca punta il
dito e urla: attenti! Quel che un tempo è stato innalzato (o si è
superbamente innalzato) è poi miseramente crollato, come quei muri che
ne dovevano glorificare le imprese e tramandarne ai posteri le vestigia.
Gian Ruggero Manzoni
I volti dei più importanti imperatori romani escono da un muro di
mattoni, quale spettro di un passato ingombrante oppure come monito nei
confronti degli uomini, al fine che una certa storia non si ripeta più?
Invece di tracciare sulle pareti delle città loghi, graffiti, 'sbrogli'
multicolori, Cesare Baracca, con l'artificio della pittura (perché
artificioso è, infine, quel muro 'scenografico' sul quale e dentro il
quale la sua narrazione prende vita) spinge su tasti che fanno parte di
noi tutti, dilatandone le risonanze e i significati. A fianco degli
imperatori, ecco i funghi atomici. Ora è più che evidente dove l'artista
voglia andare a parare.
Ancora, e per fortuna, arte votata al civile, arte che entra nel sociale
per scardinarne i processi e gli aspetti più nefasti, le assurdità, le
tragedie. L'Impero siamo noi... noi Occidentali, imbevuti di
un'aggressività e di una violenza spesso alienata e alienante... noi
Occidentali che c'inventiamo nemici (probabilmente per dare un senso al
nostro esistere, ormai privato di un progetto alto) così che induciamo
il resto del pianeta a seguirci in questa spirale di violenza
autodistruttiva (mantenendo ed esportando del nostro presente e passato,
economicamente, politicamente e socialmente parlando, solo gli aspetti
più deleteri, non certo le grandi lezioni classiche, umanistiche e
illuministiche che ci hanno resi grandi e alle quali dovremmo tornare a
guardare, per poi reinventarle in chiave moderna). Così Baracca punta il
dito e urla: attenti! Quel che un tempo è stato innalzato (o si è
superbamente innalzato) è poi miseramente crollato, come quei muri che
ne dovevano glorificare le imprese e tramandarne ai posteri le vestigia.
Gian Ruggero Manzoni
22
luglio 2007
Cesare Baracca – Impero
Dal 22 al 29 luglio 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI CONVEGNI
Jesi, Corso Giacomo Matteotti, (Ancona)
Jesi, Corso Giacomo Matteotti, (Ancona)
Orario di apertura
18/20 e 21.30/24
Vernissage
22 Luglio 2007, ore 21,30
Autore